Doveva essere la partita della Juve e della sua resurrezione …
La squadra di Pioli ha avuto un approccio alla partita molto disinvolto, aggredendo l’avversario fin dai primi minuti, costringendo i bianconeri a rintanarsi subito nella propria metà campo. Forse i rossoneri hanno peccato un pò di autorevolezza, lasciando spesso il campo scoperto ai bianconeri che hanno colpito subito dopo 4 minuti con il più classico dei contropiede, finalizzato in maniera magistrale da Morata.
Il Milan ha deciso di fare la partita, come dovrebbero fare le grandi squadre, mentre la Juve, in piena salsa “allegriana”, ha deciso di coprirsi e ripartire, in stile provinciale.
Una volta lo avrebbero chiamato catenaccio e contropiede. Oggi questo gergo calcistico non si usa più, in quanto si suole parlare di squadra che sfrutta al meglio le ripartenze.
A prescindere dal gergo lessicale che meglio i tecnici vogliono utilizzare, è innegabile che la Juventus, che peraltro giocava dentro le mura amiche, non è più la squadra schiacciasassi di qualche anno fa: ha badato in primis a non prenderle.
I rossoneri hanno acquisito ormai la giusta consapevolezza dei propri mezzi e, seppur con una squadra già rimaneggiata, a cui si è aggiunto l’infortunio di Kjaer già nel primo tempo, ha fatto capire, come detto da Pioli nella conferenza della vigilia, che “mentre prima la squadra sperava di vincere queste partite, oggi sa che può vincerle”.
Nel secondo tempo il Milan ha alzato i ritmi è costretto i bianconeri a chiudersi ancor di più nella propria metà campo. Il goal di Rebic è stata la giusta ricompensa alla pressione del Milan per tutto il secondo tempo.
Il rammarico certamente è l’occasione di Kalulu che è stata sventata miracolosamente in calcio d’angolo dal portiere bianconero.
… invece è mancato poco che il Diavolo la spedisse quasi definitivamente all’Inferno.
Ci è mancato veramente poco affinché il Diavolo spingesse la vecchia signora direttamente all’Inferno “nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti”.
Peccato perché certi atteggiamenti come quello di Bonucci, meritavano il giusto castigo, che in parte ha dato Rebic, ammutolendo lo Stadium.
Probabilmente i bianconeri sono rimasti in una sorta di Purgatorio, nelle momentanee “sabbie mobili” della zona retrocessione. Il Milan non sarà nemmeno in Paradiso ma sicuramente in un posto di classifica ad oggi pienamente meritato.
Dopo Liverpool e Torino, il Milan può veramente partire dalla certezza che può giocarsela e puntare a vincere con chiunque, anche lottando con i mille ostacoli e infortuni che ostruiscono continuamente il cammino.
Antonio Scibetta è un appassionato tifoso milanista, editorialista attento e preciso. Come gli altri collaboratori di questo sito è membro del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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