Mi piacerebbe tornare ai tempi quando riuscivamo a completare l’album Panini già a dicembre, le figurine già circolavano il primo settembre e non c’era il rischio di avere un calciatore che poteva cambiare maglia nel corso dell’anno.
Mi piacerebbe ancora imparare a memoria la formazione tipo e ripeterla a mo’ di filastrocca. Ricordo ancora la formazione tipo della mia infanzia: G. Galli, Tassotti, Maldini, Ancelotti, F. Galli, Baresi, Donadoni, Gullit, Van Basten, Evani.
Amerei vedere i numeri di maglia da 1 a 11, legati indissolubilmente ai nostri calciatori.
Gradirei avere le partite in contemporanea il pomeriggio alle 15 della domenica e ascoltarle su Radio 2 con le voci melodiche di Cucchi, Ameri, Ciotti e altri “eroi vocali ” di “Tutto il Calcio minuto per minuto “.
Amerei aspettare ancora le 18.20 Valenti e il suo “Novantesimo minuto”.
Vorrei tante cose ma non si può; non è possibile tornare indietro nel tempo, non abbiamo la mitica DeLorean del dottor Emmett “Doc” Brown.
Non possiamo fermare il progresso e il business … no proprio no, il calcio è ormai solo questione di interessi e di una marea di soldi che girano intorno. Non c’è più posto per il “romanticismo”.
Siamo reduci dalla partita di Champions League persa immeritatamente con l’Atletico Madrid: inutile parlare dei torti arbitrali; ormai non vince chi gioca meglio ma chi fa muovere più interessi.
Ormai l’UEFA è solo una associazione a delinquere, non è garante di nulla altro che il Fair Play Finanziario.
A questi signori fa comodo favorire chi porta soldi, ascolti e fatturato, è un sistema che nessuno vuole cambiare.
Il Milan ha dimostrato che in Champions ci può stare e a mio avviso è la squadra Italiana che esprime il calcio più europeo, ma purtroppo ci maltrattano perché politicamente non contiamo nulla.
Però oltre essere romantico e nostalgico mi piace essere un sognatore e quindi finché la matematica non ci condanna, credo nella qualificazione.
Si continua a parlare tanto di Kessie e delle sue opache prestazioni. Indubbiamente martedì anche lui ci ha messo del suo per farsi espellere e non è stato solo l’arbitro Cakir, che si è visto servire il piatto pronto.
Probabilmente il mancato rinnovo pesa e mentalmente non può essere sereno. Certo altri sostengono pure che non è in forma perché facendo le Olimpiadi praticamente non ha mai riposato. Tutto è possibile ma comunque, caro Kessie, ormai per il Milan non sei che un calciatore come un altro: probabilmente fra tanti anni non ricorderò il suo numero di maglia e nemmeno in quale formazione tipo giocava.
Raramente non mi trovo d’accordo con Mauro Suma, ma stavolta dissento dal suo pensiero che comunque rispetto: “Giù le mani da Kessie”. No, stavolta no.
Contratto o meno, se non è utile per la causa dovrà accomodarsi in panchina e si dovrà venderlo subito a gennaio.
Probabilmente sono solo un romantico e come diceva il testo di una nota canzone:
“Per noi romantici
Che usciamo ancora da un film d’amore
Con gli occhi lucidi
Com’è possibile guardare il cielo
Verso la sera senza commuoverci”.
Non posso accettare dunque questo calcio e nemmeno tollerare Kessie dopo le sdolcinate parole d’amore proferite da lui personalmente durante le scorse Olimpiadi.
Il mio è solo un pensiero personale e quindi accetto le critiche di chi la pensa diversamente.
Pensare di qualificarsi in Champions e fare un bel risultato a Bergamo contro l’odiato Gasperini sarà un sogno ma a me piace sognare, fino a quando il mattino non tornerà a risvegliarmi.
Probabilmente la razza dei sognatori è ormai in estinzione in questi tempi moderni, come diceva Peppino di Capri in una sua celebre canzone:
“Tra mille anni ci sarà
Chi parlerà dei sognatori
Come animali del passato
Che mangiavano emozioni”
Antonio Scibetta è un appassionato tifoso milanista, editorialista attento e preciso. Come gli altri collaboratori di questo sito è membro del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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