Si parla della crescita del Milan e del progetto Elliott
Osservando a mente fredda la partita che il Milan ha giocato contro il Verona lo scorso sabato non si può non aver notato alcune cose abbastanza rilevanti: la prima è che, ancora una volta, Rafael Leao quando è entrato ha illuminato la partita. Ha ubriacato il difensore veronese che si trovava di fronte e ha pennellato uno splendido e perfetto cross per Olivier Giroud che ha spinto in rete la palla con la testa per il goal dell’inizio della rimonta rossonera. In più ha propiziato con un colpo di tacco il passaggio per Samu Castillejo che, entrando in area, si è poi procurato il rigore del pareggio.
Il giovane portoghese sta giocando molto bene dall’inizio del campionato, proseguendo ciò che ha fatto nel pre-campionato. È forte (e ha anche aumentato la massa muscolare rispetto allo scorso anno), è scattante, vede la rete ma soprattutto è molto cosciente dei suoi mezzi e si diverte. La medesima cosa gli sta capitando con la sua Nazionale. Da “promessa con potenziale” che funzionava a fasi alterne negli ultimi due anni, si è trasformato in una garanzia.
Medesima cosa possiamo dire per Sandro Tonali. Giovane crack di belle speranze arrivato dal Brescia, non è riuscito ad esprimersi al meglio nella annata passata ma, così come per Leao, al Milan hanno avuto la pazienza e l’intuizione di lavorarci su, di aspettarlo, di “coccolarlo” e dall’inizio del campionato il giovane centrocampista lodigiano si è letteralmente preso il centrocampo del Milan e, addirittura, adesso il Milan lo lascia in panchina per un turno per preservarlo per la trasferta di Champions League contro il Porto.
Lo stesso discorso si può fare per Pierre Kalulu, anche lui arrivato come un ragazzo spaesato dalla Francia dove non aveva mai giocato nella serie maggiore, la Ligue 1, con il suo Lione ma adesso ogni volta che entra in campo, noi tifosi siamo sicuri che farà una bella partita, sia in fase difensiva che in fase di aiuto all’attacco.
E che dire di Davide Calabria? Cresciuto lentamente ma ora esploso definitivamente, conquistando anche un posto in Nazionale così come il suo dirimpettaio Theo Hernandez.
Per non parlare di Fikayo Tomori, eletto leader della difesa rossonera a soli 23 anni, o di Brahim Diaz che, liberatosi dell’ombra ingombrante di Çalhanoglu, sta facendo vedere cose eccezionali. Tutta questa “ossatura verde” del Milan è condita dalla saggezza e dall’esperienza di tre grandi “vecchi” protagonisti: Zlatan Ibrahimovic, Simon Kjaer e Olivier Giroud.
A tenere insieme ed amalgamare alla perfezione questo gruppo, arrivando al punto che tra di loro si chiamano “fratelli” o “famiglia”, c’è Stefano Pioli, allenatore intelligente e preparato che sa tirar fuori il meglio da questi giocatori rappresentanti il tanto nominato “Progetto Elliott”.
Quale sarà il fine ultimo del Progetto Elliott?
Qualche tempo fa i media asserivano che al Milan contavano di recuperare denaro ripianando i debiti e rivendendo la società al miglior offerente e che, per fare questo, avrebbe sposato un progetto di linea verde per abbattere i costi.
Ora però il progetto sta crescendo e si sta sviluppando. Dopo le elezioni comunali milanesi sta tornando prepotentemente il progetto per il nuovo stadio di proprietà, fondamentale per far crescere i guadagni della società. Sappiamo che Gordon Singer, figlio di Paul proprietario del Fondo Elliott Investments, è in costante contatto con Ivan Gazidis, CEO del Milan, e che è un appassionato di calcio. Spesso lo si vede anche in sede a Casa Milan.
Siamo così sicuri che il progetto finale sia quello della rivendita?
Nell’idea iniziale il termine era di due-tre anni. Elliott si è già preso il Milan da tre anni ma il progetto cresce, si sviluppa e va avanti come abbiamo appena detto. Non si può asserire con certezza quindi che la proprietà sia sempre rimasta della stessa idea o che l’abbia cambiata o solo modificata. Quello che è certo invece è che al Milan hanno impiantato un progetto ben solido, con paletti e punti fissi, che sta andando avanti con decisione e che non hanno intenzione di cambiare ma semmai di modificare sempre in meglio.
Con pazienza. È così che si cresce bene, sani e forti.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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