Questa sera, con ogni probabilità, Tommaso Pobega scenderà in campo dall’inizio nella sfida contro il Torino allo Stadio Olimpico Grande Torino.
Tommaso quindi sfiderà la squadra in cui ha militato nella scorsa stagione. Pioli in conferenza stampa ieri ha detto così circa la sua crescita che gli è valsa la conferma nel Milan: “Più completo e consapevole. Ha fatto un’ottima stagione giocando con continuità. Si sa muovere bene in entrambe le fasi, ha caratteristiche importanti che secondo me mancavano alla squadra”.
E qui sta il punto di ciò di cui voglio parlarvi.
Quando Pobega è rientrato a Milanello dopo il prestito a Torino (e non dimentichiamoci che aveva già fatto stagioni in prestito al Pordenone e allo Spezia) in tanti continuavano a chiedersi perché mai Pioli non lo impiegasse da subito ma continuava a preferigli Bennacer oppure Tonali o addirittura Krunic, quel Krunic che in tanti (superficiali tifosi rossoneri) non considerano “giocatore da Milan” ma che invece in più di un’occasione si è dimostrato jolly utilissimo.
Ed ecco subito partire i malumori, le critiche … Se ancora non si è capito gli scopi di un allenatore e specialmente del nostro allenatore sono almeno tre: 1. far sviluppare il talento e far crescere i giocatori il più possibile all’interno di un gruppo squadra e della sua economia di gioco 2. farlo però evitando di buttare ragazzi di vent’anni allo sbaraglio e bruciarli anzitempo 3. trovare una collocazione a tutti all’interno di una rotazione (turnover) dove tutti siano titolari e possano giocare in una stagione che, tra impegni di Club e Mondiali, definire anomala è dire poco.
Pobega è l’ultimo esempio ma potremmo estendere questo discorso a Thiaw, Vranckx, Dest e De Ketelaere ma anche (in passato) ai vari Tonali, Leao o Saelemaekers che a turno (chi più, chi meno) hanno dovuto fare della panchina prima di esordire e poi affermarsi come “titolari” nella nostra squadra.
Ogni giocatore ha proprie caratteristiche e secondo l’andamento di una partita Pioli sa esattamente chi mettere in campo dall’inizio o in corso del match. Lui vede i suoi giocatori tutti i giorni, conosce le loro caratteristiche, sa se quel giorno sono in forma o meno (sia fisicamente che psicologicamente) e quindi decide per il meglio. Ovviamente può sbagliare … è umano, ma spesso ci azzecca. Non è la prima partita che viene ribaltata con i cambi.
Un milione di auguri quindi a Pobega per una lunga carriera nelle fila rossonere … e lasciamo lavorare Stefano Pioli che non smette mai di smentirci.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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