
Ci penserà Pioli cambiando strategie o giocatori oppure Maldini e Massara regalando nuovi innesti all’allenatore?

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Il Milan sta perdendo la faccia. La squadra di Stefano Pioli sembra un pugile suonato che non riesce a rialzarsi dopo una scarica di pugni. Dopo essere stata eliminata in Coppa Italia, dal Torino in inferiorità numerica, dopo aver buttato al vento 4 punti preziosi in campionato, contro Roma e Lecce, dopo essere stato al tappeto in Arabia Saudita perdendo la Supercoppa contro l’Inter perde anche, e lo fa malamente, contro la Lazio all’Olimpico.
In tre settimane i rossoneri hanno mandato in fumo tutto il buon lavoro fatto lo scorso anno. È un momento davvero difficile ma i segnali c’erano già stati in precedenza. Le amichevoli di dicembre avevano lanciato i primi campanelli d’allarme. Sconfitte pesanti, dove i rossoneri avevano mostrato di essere svogliati e mai veramente sul pezzo. in molti però le avevano giustificate parlando di rosa incompleta a causa dei Mondiali, di preparazione più avanzata degli avversari e di tanti infortuni.
Quando inizia di nuovo il campionato, a Salerno il Milan riesce a dare le giuste risposte, anche se produce molte azioni da gol sbagliandone parecchi e alla fine subisce la rete di Bonazzoli al primo vero tiro degli avversari. Il Milan mostra le prime crepe ma la colpa viene data soprattutto a Tatarusanu chiamato a sostituire ancora per un mese l’infortunato Mike Maignan e del quale non è all’altezza.
Il buon 2023 del Milan dura, però, altri 85 minuti. Contro la Roma, i rossoneri dominano fino a cinque dalla fine. Dopodiché in 5 minuti si completa la rimonta giallorossa con due azioni nate da palle inattive.
Il Milan che aveva vinto lo Scudetto pochi mesi prima era sparito di colpo. Da quel momento non c’è più pace: arrivano così il ko col Torino, il pareggio con il Lecce, il 3 a 0 pesantissimo contro l’Inter e l’ancor più pesante 4-0 contro la Lazio. Partite in cui il Milan appare sfilacciato, impaurito, incapace di fare ciò che fino a qualche giorno prima sembrava naturale.
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