L’Editoriale del Direttore
Il tifoso medio considera il Milan una squadra di calcio. In realtà sappiamo benissimo tutti che ogni “società calcistica” deve essere considerata un’azienda a tutti gli effetti. Un’azienda che è composta da proprietà, dirigenza variegata per ogni settore, vari settori, squadre (maschile, femminile, giovanili) e asset vari.
Un’azienda che tiene alla sua immagine lavora molto sul marketing e sulla comunicazione. Il Milan da quando Elliott Investments subentrò a Yong Hong Li come proprietario ha sempre impostato praticamente a zero la sua comunicazione verso l’esterno.
Mentre a Casa Milan sono attivissimi nel marketing, facendo in modo che il brand circoli nelle maniere più disparate con accordi, partnership varie, post sui social media e sul sito Internet, la comunicazione vera e propria verso la stampa / mezzi d’informazione (e conseguentemente verso i tifosi) è sempre stata davvero poca.
Faccio questa premessa perché voglio arrivare ai casi Thuram e Frattesi. Noi che viviamo fuori dalle dinamiche interne di Casa Milan siamo arrivati a “dedurre” che al Milan non interessava far arrivare Marcus Thuram perché, pur essendo un giocatore a parametro zero, garantire 6,5 milioni netti di stipendio all’anno per 5 anni e un bonus d’entrata di 10 milioni netti anche sfruttando il Decreto Crescita significava un esborso lordo di circa 50 milioni. Un po’ troppo per un giocatore che in Bundesliga ha avuto la sua miglior stagione realizzativa di tutta la sua carriera proprio lo scorso anno segnando 13 goal.
E siamo ancora una volta arrivati a “dedurre” che al Milan non interessava far arrivare Davide Frattesi perché il prezzo del cartellino richiesto da Carnevali del Sassuolo (40 milioni) era esagerato per un giovane la cui valutazione ufficiale è di 25 milioni, che è stato sì in grado di segnare 7 reti nella scorsa stagione ma che ha difficoltà nel contrastare l’avversario, ha una statistica xA (expected assist) pari a 1,86 ma nella realtà ha prodotto zero assist e quindi non funzionale al gioco che Pioli vuole impostare quest’anno.
Frattesi, che comunque lo voleva fin dall’inizio, finisce all’Inter. L’Inter si sa (sono cifre note) ha un debito totale che supera gli 880 milioni, quindi come può pagare la cifra richiesta da Carnevali per Frattesi?
Ecco fatto: quest’anno prestito di 6 milioni (cifra pagata col trasferimento di Mulattieri, un ragazzotto che non è mai sceso in campo in Serie A) con obbligo di riscatto fissato a 27 milioni nella prossima stagione più 5 milioni di bonus (4 legati alle presenze e 1 all’eventuale scudetto) per un totale di 37 sicuri più 1 (appunto in caso di scudetto). Di questa cifra complessiva il 30% (quasi 10 milioni) deve essere versato alla Roma che detiene un diritto sulla rivendita del centrocampista.
In pratica i nerazzurri “acquistano a debito” , cioè non acquistano quest’anno il cartellino di Frattesi e non avrebbero comunque potuto farlo perché se avessero esercitato subito l’acquisto avrebbero dovuto presentare in Lega una fidejussione a copertura dell’operazione.
In sintesi: il Sassuolo fa da banca all’Inter!
Ecco quindi dove il Milan manca ma per davvero: la comunicazione esterna. Se vuoi dare l’immagine di azienda che sa fare il proprio mestiere, la comunicazione immediata è importante.
Non interessa Thuram? Lo si dice e si spiegano i motivi.
Non interessa Frattesi? Se si è già a conoscenza che Frattesi è promesso all’Inter, non si può leggere sui vari media che il Milan ha appuntamento con il Sassuolo. Se l’argomento del meeting non è Frattesi, bisogna dirlo a tutti. In più se ti non sta bene che il Sassuolo faccia questo tipo di pratiche a favore di una tua concorrente, la cosa va detta sia in sede adeguata che pubblicamente … magari con garbo ma pubblicamente.
Non sta a me dire se al Milan stiano operando male o bene in fase di mercato perché nessuno di noi è presente a trattative, nessuno di noi ha mai fatto un lavoro di questo tipo ma sono pronto a scommettere che molti di noi stanno avendo (o hanno avuto) una vita lavorativa in aziende medio-grandi (se non addirittura multinazionali, come nel caso del sottoscritto) dove la comunicazione verso l’esterno è fondamentale … e lo è a maggior ragione se l’azienda in questione non vende un prodotto “fisico” ma un sogno.
A conti fatti, l’Inter sembra molto attiva sul mercato (anche se per me tra Thuram e Frattesi non hanno fatto grandi affari) mentre il Milan sembra immobile (anche se in realtà sono già arrivati Sportiello, Loftus-Cheek e Romero) … è solo il modo di fare vedere le cose.
Quindi, come dico nel titolo, tutti abbiamo i propri difetti ma questo a mio parere è un difetto che il Milan deve imparare a correggere. È una questione d’immagine.
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Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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