In base alle informazioni (quelle serie) che possiamo raccogliere e ai vari episodi che possiamo aver visto a partire dalla pre-season, mi sono fatto un’idea dei motivi per cui le belle premesse dell’inizio al momento paiono naufragate.
LA PREMESSA
Inizio con rammentare i motivi per i quali la dirigenza rossonera ha deciso di far finire il ciclo Pioli e cambiare la guida in panchina. Stefano Pioli, che ricordo ancora a tutti arrivò al Milan con i titoli di “normalizzatore” oppure “Normal One“, fu preso per sostituire il deleterio Marco Giampaolo e idealmente traghettare la squadra verso un futuro con un allenatore (possibilmente straniero e possibilmente vincente) dalle idee innovative.
Ci ricordiamo tutti che l’obiettivo che cominciava a delinearsi verso il nuovo anno (Pioli arrivò in ottobre) era Ralf Rangnick che tanto bene aveva fatto alla guida di Lipsia e Salisburgo ottenendo alcuni titoli come 2 volte campione d’Austria, 2 coppe d’Austria, 1 coppa di Germania e 1 Supercoppa di Germania.
Sappiamo poi tutti come andò a finire la cosa. Pioli venne confermato e la storia recente ci racconta del 19° scudetto e di una semifinale di Champions raggiunta … ma ci racconta anche che l’anno successivo uscimmo dalla Champions ai gironi e ci qualificammo a quella successiva solamente perché la Juventus fu penalizzata in classifica di 10 punti. Inoltre ci racconta anche di un secondo posto ma con distacco siderale dalla prima e di una difesa colabrodo, per fortuna supportata da un attacco prolifico.
L’ANALISI
Spesso ho sempre detto che ogni qualvolta in una squadra arriva un nuovo allenatore, ci si debba aspettare un contraccolpo in termini di risultati e che pertanto bisogna avere la pazienza di aspettare alcuni mesi per vederne di positivi.
Paulo Fonseca è stato scelto ufficialmente per il modo in cui in tempi molto recenti ha fatto giocare le squadre che ha allenato. Il riferimento è in particolare al Lille che ben ha figurato in Ligue 1.
I motivi per cui è stato scelto lui e non i vari Sarri, De Zerbi, Motta o Conte (solo per citarne alcuni) non li sapremo mai così come ci può stare che il motivo vero sia quella appena sopra raccontato.
Sta di fatto che il buon Fonseca, appena arrivato e con mezza squadra impegnata con le varie nazionali tra Europei ed altri tornei, conduce una pre-season molto buona con un buon pareggio contro il coriaceo Rapid Vienna e ben tre vittorie contro le blasonate Man City, Real Madrid e Barcellona in terra americana. Le pre-season di Pioli erano state di tutt’altra caratura e pertanto, ripeto con neanche la metà della squadra ufficiale a disposizione, la cosa faceva ben sperare.
Comincia il campionato, qualche nuovo giocatore deve ancora arrivare e il Milan fa intravedere scricchiolii un po’ preoccupanti contro il Torino in casa (2-2). Poi arriva la clamorosa sconfitta con il Parma, un buon pareggio con la Lazio, una bella vittoria con il Venezia seguita dalla batosta contro il Liverpool.
A quel punto Fonseca sembra essere già in discussione ma il derby vinto in casa dell’Inter guarisce tutte le ferite, seguito dalla vittoria contro il Lecce con la famosa tripletta in 5 minuti. Su questa altalena il Milan è arrivato al culmine della salita e poi ritorna giù giocando malissimo contro Bayer Leverkusen e soprattutto Fiorentina.
Una partita, quest’ultima, condita anche dalla vergognosa (per lui) espulsione di Theo Hernandez, da due rigori falliti e dal teatrino altrettanto vergognoso e irrispettoso della roulette di chi doveva tirarli quei rigori.
LA SITUAZIONE ATTUALE
La Gazzetta dello Sport ieri raccontava della decisione di multare Theo Hernandez per quello che ha combinato in campo a Firenze, sia durante (rigore tirato – e fallito – anche se non doveva essere lui a tirarlo) che dopo (sceneggiata post-partita con l’arbitro Pairetto con annessa squalifica di 2 giornate) , e di far perdere la titolarità a Fik Tomori ed Tammy Abraham per il teatrino dei rigori dopo una prestazione da parte di entrambi che sicuramente possiamo definire da film horror.
Certamente queste, a mio parere, sono due ottime decisioni ma sono i veri motivi per cui sono arrivati a tali decisioni che lasciano perplessi. Sempre la Gazzetta racconta di un Fonseca arrabbiatissimo (per utilizzare un eufemismo) con i giocatori perché hanno disatteso i suoi ordini ed quindi è corretto punirli … ma penso che una persona con un po’ più di polso avrebbe costruito situazioni ed ambiente tali per cui si potevano evitare certi episodi.
L’allenatore deve essere “buono e caro”, per citare Lino Banfi quando interpretava Oronzo Canà, ma di certo deve anche far capire immediatamente al gruppo che se si fa come dice lui “le carote” ci saranno altrimenti si vedranno anche “i bastoni”. Un allenatore deve essere comprensivo e accomodante ma deve essere anche pretenzioso nell’avere risposte corrette sia in allenamento che in campo, nell’avere dai ragazzi comportamenti altrettanto corretti sia verso i compagni che verso lui stesso.
Ripeto, giusta la decisione verso Theo, Fik e Tammy ma si doveva cominciare prima a far capire chi è che comanda. In fondo non ci dobbiamo dimenticare che anche se si tratta di professionisti ci sono tra di loro ragazzi che sanno fino dove si possono spingere, con i comportamenti e con le richieste, ed altri che esagerano.
In squadra abbiamo due esempi ed entrambi, guarda caso, della stessa nazionalità. Mike Maignan, dopo una trattativa con i suoi classici tempi lunghi, sta per firmare un rinnovo con il Milan a 6 milioni netti l’anno bonus compresi e in tutto questo periodo non ha mai fatto mancare la sua professionalità, il suo apporto in campo dimostrando anche la sua leadership. Theo Hernandez invece da inizio stagione ha avuto rendimento più deludente che esaltante (media voto 5,85), si dimostra nervoso e bizzoso, di leadership non se ne parla proprio e pretende anche un rinnovo da 8 milioni netti con aggiunta di bonus.
Il Milan, dal canto suo, non ha alcuna intenzione di abbandonare la sua politica cioè quella di allungare il contratto solo a quei giocatori che, oltre ad avere pretese economiche (che siano però in linea con le possibilità del club), lo meritano sul campo con il loro rendimento. Ecco perché Maignan passa da 2,8 milioni a 6 mentre il rinnovo di Theo latita. Ma non è per questo motivo che il terzino possa permettersi di avere prestazioni super quando gli aggrada e quando invece decide di mandare segnali alla società possa scendere in campo con la voglia di giocare che può avere uno che si è fatto una colossale mangiata al cenone di Natale.
La scenetta del cooling break ce la ricordiamo ancora ma uno dei due attori, il complice Rafael Leao, ha comunque performato meglio (media voto 6,14 con due sole partite con voto negativo contro Torino e Parma) e nelle ultime uscite si sta dando da fare ad accontentare il Mister anche in fase di difesa ed interdizione.
CONCLUSIONE
Il Milan attuale quindi è frutto di un cambiamento radicale di schemi in campo, sicuramente non facilmente digeribili da alcuni giocatori, e probabilmente dell’insistenza di Fonseca ad applicarli. Detto ciò i giocatori nelle massime serie di tutti i campionati devono considerarsi dei professionisti e per di più professionisti pagati molto bene, pertanto sono tenuti ad eseguire bene ciò per cui sono altrettanto ben remunerati. Se poi ci siano situazioni personali tra giocatore e società che possono generare dissapori , questi non devono essere riflessi sulla squadra.
Se anche sei un reduce dello scudetto e ti sei fregiato del titolo di vice-campione del mondo, non sei nella posizione di pretendere chissà che. Se il tuo obiettivo è guadagnare il più possibile, allora sei libero di accasarti dove più preferisci e permettere al Milan di guadagnare una bella plusvalenza dalla vendita del tuo cartellino.
Il Milan, a quanto pare, ha deciso di continuare con Paulo Fonseca (anche se per la seconda volta i giornali parlavano di un possibile esonero) e quindi giustamente lo supporta. È corretto che la società faccia capire chi è al comando della squadra.
Ora, l’augurio che tutti ci facciamo e che tutti quanti si rimbocchino le maniche per remare insieme in un’unica direzione … e chi vuole remare contro può decidere di lasciare la barca. È il Milan quello che conta, quello che deve essere messo in cima alla lista.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
Scopri di più da RossoneroBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Altri articoli
Tutto il marcio nella Lega
Bologna-Milan rinviata. La solita farsa all’italiana
Pensieri sparsi dopo Fiorentina-Milan