Ora siamo alle velate minacce …
Sarebbe davvero lungo elencare gli ostacoli che Red Bird si è trovato ad affrontare, prima insieme all’Inter e poi in solitaria, sia per la l’iniziativa in comune con i nerazzurri e poi per quella autonoma per San Donato Milanese. Si va dai comitati di quartiere, alle catene umane, ai vicoli sugli anelli di San Siro … e poi si continua con la richiesta all’Unesco di protezione del borgo di Chiaravalle, all’ostracismo di Beppe Sala sul concedere vigili urbani in caso di partite a San Donato, all’esame di una riqualificazione del vecchio Meazza da parte di WeBuild (la stessa società che ha appena concluso i lavori per la nuova metropolitana M4 di Milano) e poi ultimamente l’intervento del WWF a protezione di quell’oasi (sic!) che è l’area San Francesco dove sorgerebbe il nuovo stadio rossonero … ma tutti questi ostacoli non bastano.
Ora siamo alle velate minacce. «Due stadi separati sono una follia: meglio investire in giocatori». Pietro Salini, amministratore delegato di WeBuild, ha così commentato la faccenda dopo che Inter e Milan, a seguito di un fittissimo e lungo scambio di richieste e di risposte con la ex Salini Impregilo (ora WeBuild), colosso italiano delle costruzioni, hanno chiaramente fatto intendere che la ristrutturazione del Meazza non è da loro contemplata.
Dato che i due club hanno richiesto di tornare al piano iniziale e cioè la costruzione di un nuovissimo stadio di fianco a quello di San Siro, Salini ha ribattuto : “Quando [gli americani] realizzeranno quanto tempo ci vuole in Italia per realizzare un nuovo impianto si analizzerà di nuovo il nostro progetto” … siamo quindi alle velate minacce. Non bastavano tutti gli ostacoli che l’amministrazione comunale ha messo in atto per fare in modo che Milan ed Inter rimanessero a San Siro. Ora, attraverso le parole del CEO di WeBuild, fa capire senza tanti giri di parole che la strada per la proposta dei due club sarà molto lunga e che gli ostacoli burocratici aumenteranno.
Certo che poi leggiamo di Percassi dell’Atalanta che si permette di fare una battuta dicendo che in Europa ci sono città bruttissime e stadi bellissimi ed in Italia è esattamente il contrario. Aldilà del fato che non capiamo quali città europee abbia visitato Percassi … forse non ha mai visitato Parigi, Madrid, Barcellona, Amsterdam, Edimburgo, Londra, Lisbona o Praga ma soprattutto ci sembra inutile fare battute quando invece se gli industriali italiani volessero potrebbero impegnarsi in comune verso il governo e chiedere a gran voce di voler raggiungere gli standard europei senza tanti cavilli burocratici.
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