2 Novembre 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

La squadra deve chiudere il cerchio

È inutile nascondersi dietro un dito. La squadra ha le potenzialità e deve applicarle.

La notizia di ieri è che Zlatan Ibrahimovic è apparso a Milanello per assistere all’allenamento dei rossoneri, insieme a Geoffrey Moncada. In mattinata ha avuto incontri individuali con ogni giocatore, in maniera informale. Dobbiamo sempre tenere a mente che fino ad un anno e mezzo fa lo svedese era uno di loro, un loro compagno di squadra.

Non per tutti ma per molti di loro. In particolare per Rafael Leao che arrivato al Milan appena 20enne faceva un po’ di fatica ad adattarsi al calcio italiano e quindi Ibrahimovic lo prese sotto la sua ala protettrice. Grazie ai suoi consigli Leao ha potuto crescere fino a dimostrare che la stoffa del campione ce l’ha. Perché, parliamoci chiaro, Rafa ha nel suo repertorio i colpi per stravolgere le partite. Lo ha dimostrato tante volte.

Luca Serafini, nel suo editoriale su MilanNews oggi, ha paragonato la carriera di Leao a quella di Vlahovic scrivendo “La sua querelle rossonera [riferendosi a Leao] mi ricorda quella che sta vivendo Vlahovic alla Juventus dal primo giorno del suo arrivo: al terzo anno bianconero, ancora è considerato croce e delizia da allenatori, tifosi e opinionisti. Fossi juventino, me lo terrei bello stretto. Essendo milanista, mi tengo strettissimo Leao.
Già perché Rafa è fatto così, lo sappiamo tutti benissimo. Nel corso di un match ti può stupire con colpi e sgroppate eccezionali ma anche farti arrabbiare per la sua non volontà di applicarsi su cose che dagli spalti on in TV appaiono evidenti a tutti i tifosi e che il Mister gli chiede.

Leao con i suoi compagni di squadra devono definitivamente capire una cosa: il Milan, secondo i dettami di Fonseca, deve giocare da squadra e se si applica in questo senso ha già dimostrato che sa fare risultati egregi. Quindi ci sono alcuni fattori che possono incidere come il nuovo allenatore, i moduli utilizzati, le formazioni in campo ma come si dice spesso sono i giocatori che vanno in campo e, aldilà di rispettare i dettami strategici o tattici impartiti dal Mister, sono loro che devono metterci volontà, abnegazione, voglia di lottare.

In questo senso salta quindi subito alla mente Rafael Leao ma anche ila esto della squadra non ne è esente da queste mancanze. Basti pensare al primo tempo di Milan-Bruges. La abbiamo vista tutti quella squadra che sembrava non avere idee, ferma e lenta. Ma se Leao ha ancora bisogno della balia che gli dica quanto è bravo e che gli faccia le carezze quando si sente giù, che è cosa che a 25 anni e dopo 5 anni al Milan dovrebbe non manifestarsi più ormai, non si capisce come mai la squadra agisca alla stessa maniera.

Ci sono alcuni elementi che invece dovrebbero essere da esempio per il resto della squadra. Mi viene in mente ad esempio Alvaro Morata che si sacrifica, che corre e che lotta oppure il neo-arrivato Youssouf Fofana , pronto a lottare su ogni pallone e rincorrere gli avversari per larghe porzioni di campo. Anche Theo Hernandez lo fa ma a fasi alterne, dipende dal giorno … al contrario invece Mike Maignan è costantemente concentrato e dimostra leadership in ogni partita.

Abbiamo ottimi giocatori. Lo abbiamo dimostrato la scorsa stagione ed anche in questa, compatibilmente con l’avvento di un nuovo allenatore con nuove tattiche da imparare, lo stanno dimostrando. È sufficiente che a livello mentale si faccia un piccolo balzo in avanti … a cominciare proprio da quel Leao che deve mettersi in testa di crescere definitivamente.


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