Ad un quarto di campionato quante cose funzionano, quante no e perché
Siamo alla giornata 10 di 38 e quindi possiamo dire che un quarto di campionato se n’è praticamente già andato. Che bilancio possiamo fare a questo punto?
Beh, prima di tutto possiamo dire che siamo appunto al 25% del percorso di campionato e certamente non possiamo dire che ci sia già chi ha vinto lo scudetto o nemmeno che il Milan sia già fuori dai giochi per quanto riguarda il raggiungimento della zona Champions League alla fine della stagione.
È sotto gli occhi di tutti che siamo a 11 punti dalla vetta e possiamo dire che non sono pochi ma le cose possono cambiare. Contiamo 14 punti in classifica (che avrebbero potuto essere 17 se non fossimo stati ingenuamente sconfitti dal Napoli) e occupiamo la 8ª posizione (che avrebbe potuto essere la 5ª – e abbiamo una partita in meno). Siamo a 4 punti dalla zona Champions, quindi non mi fascerei già la testa. Qui sta il punto: come può cambiare l’attuale situazione?
Prima di affrontare questo discorso, vorrei fare una premessa. La premessa è lunga ma per capire bene dove voglio andare a parare, è necessario spiegare bene alcune cose.
Personalmente sono stufo di leggere di tifosi (o presunti tali), a volte anche amici, che ogni volta che il Milan perde si sfogano dicendo che la società pensa solo al nuovo stadio, alle magliette, agli algoritmi, al bilancio e non si preoccupa di mettere in piedi una squadra vincente … per poi calcare la mano concludendo con la mitica sentenza “a Cardinale interessa solo costruire lo stadio per poi rivenderlo” che credo sia la peggior frase che riveli un’ignoranza di fondo ed una cecità sul progetto davvero notevoli.
È ovvio che chi si sentirà punto da questa mia affermazione non mi perdonerà il tono che ho appena utilizzato ma se vorrà continuare su questa falsariga prego fin d’ora che non mi risponda nemmeno, perché quando si parla di Milan e di risultati sportivi si deve essere in grado di capire “chi deve fare cosa”.
Chi al Milan si occupa di bilancio, non è la stessa persona che mette la squadra in campo. Altrettanto chi si occupa di marketing, di cercare nuovi sponsor, chi nuovi investitori, chi invece del progetto del nuovo stadio, chi della comunicazione ecc. Tutte queste persone concorrono a fare in modo che la società diventi economicamente florida e possa ambire così a raggiungere certi livelli, spendendo adeguatamente il denaro guadagnato … quello che rimane ovviamente, tolto ciò che va a chi di dovere.
Il Milan ha annunciato per la seconda volta una chiusura di bilancio in attivo. Certamente è un ottimo risultato, pensando che presa la società dalle mani di Yong Hong Li (luglio 2018 … mica stiamo parlando di 50 anni fa!) Elliot si è ritrovata una società con un buco da quasi 1 miliardo di euro. Ma se hai un bilancio in attivo di poco più di 4 milioni di euro, contando che hai fatturato per 457 milioni, non si può certo dire che ti puoi permettere di distribuire milioni sul mercato come se fossero noccioline … o “cose formali” per dirla alla Fassone. E questo risultato è arrivato grazie al gran lavoro delle persone di cui sopra. Aggiungiamoci poi che Red Bird ha finora immesso 100 milioni in questo Milan … ma poi mi tocca sentire che non ha i soldi da restituire ad Elliot per il suo prestito.
Se invece ci sono persone che sono prettamente legate all’andamento in campionato e in Europa, quelle sono i giocatori ed il Mister. Quel Mister che è stato scelto da una parte della dirigenza rossonera e uomo al quale è stata bene la squadra che c’era. Anzi, di comune accordo con lui e coniugando le esigenze di bilancio, sono stati acquistati giocatori con specifiche caratteristiche chieste da lui stesso … un allenatore che, ricordo a tutti, non è arrivato ad agosto ma l’accordo col Milan l’aveva già trovato in maggio. Infatti su alcuni giocatori si è insistito fino all’ultimo per farli arrivare come ad esempio Youssouf Fofana ed Emerson Royal, ripeto, voluti specificamente da Paulo Fonseca.
Questo per dire che la leggenda che vuole Geoffrey Moncada intento a girare la ruota della fortuna davanti ad un computer per scegliere i giocatori, è una leggenda metropolitana diffusa dai soliti lagnosi disinformati che non sanno di cosa stanno parlando. Moncada in persona due-tre anni fa rilasciò un’intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale spiegava precisamente come si sceglievano i giocatori nel suo reparto Scouting. Statistiche? Sì. Algoritmi? Sì. Fatti seguire però poi da osservatori sul campo e, nel caso il giocatore osservato fosse stato un giovane, successivi colloqui anche con la famiglia. Credetemi, sono cose che fanno tutte le grandi squadre in Europa.
Poi, per parafrasare Lino Banfi quando interpretava Oronzo Canà de “L’Allenatore nel Pallone”, sono volatili per diabetici del Mister far funzionare bene l’amalgama e fare in modo che i giocatori da lui accettati e quelli da lui voluti sappiano dare risultati in campo. Lui ha accettato i precedenti giocatori che ha voluto tenere, lui ha accettato di vendere o mandarne in prestito altri, lui ha voluto quelli nuovi e sempre lui è quello che pretende che la squadra giochi in un certo modo e applichi un certo tipo di calcio. Non c’entrano nulla le magliette, il nuovo stadio, il bilancio, i Milan Store, la ruota della fortuna e tante altre cose.
Arriviamo finalmente al punto. Il Milan ha giocato 9 partite. Di queste ne ha perse 3 (il 33,3%), ne ha pareggiate 2 (il 22,2%) e ne ha vinte 4 (il 44,4%). A livello numerico anche un bambino può vedere che i risultati positivi (vittorie + pareggi) superano quelli negativi e contando che è arrivato un nuovo allenatore, imponendo un nuovo modo di giocare e provando anche ad inserire in corsa nuovi giocatori, direi che il risultato non è poi così male … constatando, come ho detto all’inizio, che siamo solo a 4 punti dalla zona Champions e con una partita in meno.
Potremmo sperare quindi che quando Fonseca avrà finalmente trovato la quadra, vedremo un Milan in grado di cantarle a tutti. Ma quando la troverà questa quadra?
Per farvi capire qual è la cosa che a questo punto del campionato secondo me non funziona, mi rifaccio all’ultima partita giocata cioè quella contro il Napoli di due giorni fa. Il Napoli di Antonio Conte ha optato per una strategia molto semplice per vincere il match.
Mister Conte, da vecchio volpone, ha messo in conto che il Milan scendeva in campo senza uno dei migliori terzini al mondo (Theo), senza quello che attualmente è il miglior centrale del Milan (Gabbia), senza un centrocampista in grado di dettare i tempi per l’attacco ed addirittura inserirsi per andare a rete (Reijnders) e sapeva che Leao sarebbe stato rimpiazzato da Okafor.
Se analizziamo bene la situazione e sapendo come è andata a finire, possiamo vedere che per il primo goal Lukaku ha approfittato a freddo della mancanza d’intesa tra due centrali che hanno visto il campo insieme una volta su nove (tra l’altro, secondo la mia opinione, il goal andava annullato perché Lukaku ha commesso fallo … spalla contro spalla, Romelu, non spalla contro spina dorsale…) mentre per il secondo Kvaratskhelia non ha perdonato una mancanza d’intesa tra Royal e Fofana .. e tra l’altro gli è andata bene perché Maignan avrebbe potuto farci vedere uno dei suoi soliti balzi felini e pararla.
Per il resto della partita, e i numeri statistici finali parlano chiaro, il Napoli si è sempre fatto trovare dietro la linea di palla a inibire le linee di passaggio dei rossoneri che provavano in tutti i modi a scardinare il bunker. Qualcuno, giustamente oppure no, ha parlato di catenaccio …
Però il Milan, tramite la visione del suo Mister, avrebbe dovuto capire che la pressione esercitata nelle prime battute dalla linea composta da Kvaratskhelia-McTominay-Lukaku-Anguissa-Politano avrebbe portato a fare in modo che la nostra difesa si sarebbe trovata in difficoltà. La stessa linea Maginot che poi i rossoneri si ritrovavano dopo la linea di centrocampo e che impediva qualsiasi tentativo di arrivare all’area avversaria. Nel tentativo di penetrare poi si subiva la ripartenza per il secondo goal degli azzurri.
Ripeto, una strategia molto semplice applicata ad un’analisi attenta della situazione della formazione rossonera in campo. Pressione sulla difesa, approfittare degli errori, spostare la linea di attacco e centrocampo dietro la linea di palla quando il Milan era in attacco e approfittare di errori per eventuali ripartemze. Tutto qui.
Niente pressioni e difese ad oltranza in tre quarti abbondanti del campo da parte degli attaccanti, niente linea di centrocampo a spingere per poi correre all’indietro per proteggere, niente linea di difesa che si sposta fino al centrocampo … in pratica niente di tutto ciò che fa il Milan.
Vale a dire una difesa solida rappresentata dal quartetto Olivera-Buongiorno-Rrahmani-Di Lorenzo (bassa in fase di possesso e alta in quella di non possesso ad ostruire le linee di passaggio dei rossoneri … esattamente il contrario di quello che solitamente fa il Milan, ci avete fatto caso?) aiutata da un perno di centrocampo statico (Gilmour) coadiuvato da due rocciosi mediani di spinta (McTominay e Politano).
Ecco dove infine volevo arrivare. Se sei l’allenatore del Milan e ad un quarto di campionato compiuto hai raccolto 3 sconfitte (alle quali però aggiungo anche quelle di Champions League per un totale di 5) non puoi più insistere a voler far giocare la tua squadra chiedendo agli attaccanti di arrivare fino alla nostra trequarti per difendere sugli avversari.
Caro Fonseca, hai in squadra Rafael Leao il quale, se non gli chiedi questo tipo di “sacrificio”, è in grado di spaccare la partita in qualsiasi momento appena trova l’occasione giusta. Non sarà mai un attaccante che potrai trovare sempre sulla tua trequarti a difendere per poi pretendere che ti trovi la soluzione giusta in attacco, quando lo vede anche un bambino che ogni volta che ci prova viene sistematicamente raddoppiato o addirittura triplicato. Per il suo modo di giocare non può sfiancarsi e poi essere atleticamente in grado di strappare e superare fisicamente quell’avversario che lo ha sempre aspettato nella sua zona di competenza.
Già Pulisic ,che ha un differente modo di attaccare sula destra, va in difficoltà quando è costretto continuamente a fare questo tipo di lavoro. Ma l’americano è più brevilineo e fa meno fatica a percorrere più Km mentre il portoghese è come una macchina sportiva che ti va “da zero a 100” in 5 secondi … non può fare ciò che gli chiedi.
Abbiamo poi tutti quanti il sentore che tu pretenda questa cosa da lui e voglia fargli capire che può essere sostituito in qualsiasi momento … ma Okafor, giocatore che a me piace molto, martedì sera ha dimostrato ancora una volta la medesima cosa: da subentrante è un crack, da titolare fin da inizio partita non rende. Non è un caso che, pur nella sconfitta, i minuti giocati da Leao sono stati qualitativamente migliori di quelli giocati da Okafor.
Ma la medesima cosa vale anche per Pulisic o Chukwueze, il quale (il nigeriano) peraltro si sta applicando in questa cosa con molta dedizione. Attaccanti meno sfiancati da questo tipo di tattica, possono essere ancora più pericolosi. La vedo in maniera troppo semplicistica? Forse … ma i risultati (e le strategie avversarie) forse mi danno ragione.
Abbiamo bisogno di intervenire nel mercato di gennaio? L’unico settore in cui mi sento di dire che sarà necessario intervenire è il centrocampo per cercare un alter ego a Fofana. Il francese le sta giocando tutte, ha appena concluso una prestazione “così così” contro il Napoli dopo averne fatte di davvero ottime nei precedenti match e non vorrei che avesse un calo o addirittura che si arrivasse all’infortunio.
Manca Bennacer ed un sostituto secondo me è obbligatorio. Non può essere Loftus-Cheek il quale non è mediano di interdizione e non è trequartista. Chi ha capito esattamente come far rendere l’inglese sono stati Sarri quando lo ha allenato al Chelsea e, diciamolo in maniera onesta, Pioli nella passata stagione: mezzala di spinta con licenza del goal.
Per concludere mi direte: “Fabio mica sei un allenatore, che ne vuoi sapere tu?” … avete ragione, però faccio le mie conclusioni basandomi su fatti e numeri concreti. Senza dare colpe a magliette, bilanci, stadi o quant’altro.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
Scopri di più da RossoneroBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Altri articoli
Ma lo fanno apposta?
Se c’è una cosa che i tifosi non apprezzano è proprio questa: la pausa per le Nazionali
Houston, abbiamo un problema …