Le prossime sei partite, tutte ravvicinate, rappresentano un banco di prova cruciale per i giocatori, sia dal punto di vista fisico che mentale.
“Noi abbiamo le idee chiare. I giocatori, a questo livello, non erano abituati a un certo tipo di lavoro: pensano che pressare alto significhi correre di più. Non è così. Non si corre di più, ma di meno. Questa è la mia idea di gioco. È chiaro che abbiamo giocatori che non possiedono queste caratteristiche, ma stiamo lavorando per cambiarle. Non abbiamo nulla da perdere. È vero che Leao, Morata e Pulisic non hanno queste caratteristiche, ma è la squadra nel suo complesso che deve migliorare.”
Queste sono state le parole di Sergio Conceição ai microfoni di Sky nel dopo-partita. Una risposta che sintetizza il grande, anzi, enorme lavoro che il Mister deve fare con i giocatori. Il concetto chiave è chiaro: “Loro pensano che pressare alto si corre di più. Non è vero, non si corre di più, ma di meno”. Se la pressione è efficace, non serve correre all’impazzata; tuttavia, è fondamentale che venga eseguita come un’azione corale.
Durante Como-Milan, ho osservato almeno una decina di ripartenze dei biancoblù lariani, nate da situazioni che il Milan non è riuscito a gestire. In molte occasioni, un lancio lungo del difensore avversario superava la linea di pressione di due o più giocatori rossoneri, trovando un compagno pronto a ricevere il pallone. Da lì, seguiva una serie di passaggi: il destinatario iniziale, pressato, scaricava su un altro compagno libero, che poi serviva un giocatore in fascia. Questo portava spesso a situazioni di tre contro tre o comunque di parità numerica. Di conseguenza, i centrali del Milan, insieme al terzino di turno (Emerson o Theo), si ritrovavano a fronteggiare gli attacchi avversari senza il supporto dei centrocampisti rimasti alti per la pressione.
Se la pressione non è eseguita coralmente, diventa facile per gli avversari eluderla. Il Como, squadra dotata di qualità, lo ha dimostrato più volte.
Il primo tempo del Milan è sembrato una fotocopia di quello contro il Cagliari, ma con una differenza significativa. Contro i sardi, almeno, si poteva dire che fossero venuti a San Siro per strappare un pareggio a tutti i costi, adottando una tattica ultra-difensiva. Il Como, invece, ha giocato in modo propositivo, riuscendo a mettere in difficoltà i rossoneri più di una volta. Come contro il Cagliari, Mike Maignan ha sfoderato alcune belle parate, ma anche un’uscita imprecisa che ha portato al vantaggio lariano.
All’intervallo, si presume ci sia stata la solita sfuriata del Mister. E infatti Theo, Leao e gli altri hanno cambiato atteggiamento, ma solo dopo aver subito il gol dello svantaggio. Conceição ha cambiato interpreti: dentro Musah, Abraham e Jimenez, seguiti da Camarda al posto di Fofana e Gabbia per Thiaw.
Dal 60° in poi, il Milan ha reagito: prima il gol di Diao, poi il pareggio con un tiro fortunoso ma efficace di Theo al 71°, e infine la rete decisiva di Rafa al 76°. Quest’ultimo gol ha mostrato due cose: quando vuole, Leao può spaccare la partita, ma tende a farlo con troppa lentezza. Inoltre, ha dimostrato che con un semplice tocco sotto, come uno scavetto, si può battere il portiere avversario, anziché tirare palloni prevedibili o poco incisivi. I giocatori di qualità dovrebbero sfruttare queste opzioni con maggiore frequenza.
La vittoria, per quanto brutta, era necessaria. Il Milan ora si trova a 5 punti dal quarto posto, valido per la Champions League. Tuttavia, le prossime cinque partite, tutte ravvicinate, rappresentano un banco di prova cruciale per i giocatori, sia dal punto di vista fisico che mentale.
Intanto, le cattive notizie non mancano: Morata sarà squalificato contro la Juventus e potrebbe essere anche infortunato. Pulisic ha accusato problemi fisici, e si attendono aggiornamenti sui suoi tempi di recupero. Bennacer, rientrato dopo un lungo stop, fatica a integrarsi con Fofana nel centrocampo a tre. Fofana e Reijnders, dal canto loro, stanno mostrando segni di affaticamento, specialmente il francese.
Dal 18 gennaio al 9 febbraio, al ritmo di una partita ogni tre giorni, il Milan affronterà Juventus, Girona, Parma, Dinamo Zagabria, Inter e Roma.
Forza Milan!
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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