Abbiamo accarezzato il sogno di vincere il terzo derby della stagione… sogno che si è frantumato al 94’. Nonostante qualche schifezza vista in campo, sia da parte di qualche nostro giocatore che da parte del nostro allenatore, il Milan sostanzialmente non perde neanche una stracittadina in questa stagione. E questo è un dato di fatto.
Poi ce ne sono altri di dati di fatto, a cominciare dalla magnifica prestazione di Fikayo Tomori e Strahinja Pavlovic. Qualcuno mi deve spiegare perché vogliamo a tutti i costi vendere l’uno o l’altro. Non importa quale, ma leggendo i rumors di mercato a giorni alterni oggi tocca all’inglese, domani al serbo e via così. Dobbiamo recuperare il denaro per il cartellino di Santiago Gimenez? Ma dai, per favore…
Continuando: se siete credenti, consiglio un giretto nella vostra parrocchia di zona per accendere un cero a favore della conservazione per anni ed anni di Tijjani Reijnders. Prestazione sontuosa coronata da un gol altrettanto lussuoso. Siamo a quota 10 gol in 31 partite tra campionato, Champions League e Coppa Italia. Un gol ogni tre partite per il signor Reijnders, che ha di nuovo superato il proprio record personale (psst… la stagione non è ancora finita).
In campo ho visto l’esordio di un buon Kyle Walker, il gol sfiorato dal giovanissimo Francesco Camarda, Theo Hernandez in ripresa insieme a Rafa Leao, che si è svegliato nel secondo tempo, un volenteroso Yunus Musah come sempre (anche se spesso innamorato della palla) e Alex Jimenez con una voglia matta di spaccare tutto, fastidioso sugli avversari come il classico gatto attaccato là sotto.
Tutto questo al netto delle pesanti assenze dello squalificato Youssouf Fofana e di un attaccante. Già, perché il buon Tammy Abraham sta ripercorrendo i passi dell’ex Alvaro Morata, tanto volenteroso in difesa quanto assolutamente nullo in attacco. Spero quindi che il nuovo arrivato Santiago Gimenez possa nel breve termine darci delle soddisfazioni.
Detto tutto ciò, possiamo anche storcere il naso sulla prestazione, fare gli sportivi e dire che l’Inter è stata superiore e che sa giocare meglio. Potrei rispondere che se avesse giocato meglio non sarebbe riuscita a pareggiare solo al 94° minuto, anzi forse avrebbe dovuto vincere, e che nonostante due attaccanti in campo l’1-1 lo hanno ottenuto grazie a un vecchio centrale difensivo.
“Ah! Ma loro hanno colpito tre pali!” direbbe qualcuno. L’ironico e tagliente compianto Vujadin Boskov affermò: “Io penso che per segnare bisogna tirare in porta”, ovvero, per dirla meglio, i legni fanno parte della porta, quindi se vuoi segnare un gol la porta la devi centrare.
Il Milan ha giocato una partita con la strategia migliore che, al momento contingente, poteva adottare: imbrigliare il più possibile gli avversari e colpire di rimessa. Un Milan allo sbando dopo gli sconquassi, non ancora terminati, del calciomercato invernale (che si chiuderà a mezzanotte di domani), nel marasma per una rivoluzione nell’aria (out Morata e Calabria, in Walker e Gimenez), che forse a fine stagione non toccherà solo i giocatori. Dopo la bruttissima prestazione di Zagabria in Champions League, si è trovato di fronte un’Inter con la rosa al completo, galvanizzata dal 4-0 rifilato al Lecce e dal 3-0 al Monaco in Champions League. Eppure ha rischiato di vincere il derby.
Ripeto: i nerazzurri, quelli che giocano meglio, più precisi nel palleggio, con una rosa più lunga della nostra e un’abitudine alla parte alta della classifica – tutte verità indiscutibili, vero – hanno faticato fino al 94° per trovare un pareggio grazie a un difensore.
I numeri: Milan 10 tiri totali di cui 4 in porta, Inter 16 tiri totali di cui 6 in porta. In pratica il Milan ha tirato in porta per il 40% del totale mentre l’Inter per il 37%. Lo ripeto ancora: il Milan malconcio contro la corazzata Inter.
Certamente poi possiamo e dobbiamo criticare tante cose. Così come non siamo guariti dopo la Supercoppa, non siamo certamente guariti perché abbiamo costretto l’Inter a non vincere tre derby. Nonostante tutto abbiamo ancora svarioni in difesa. Sergio Conceição ha dichiarato: “A me piace una squadra che pressa, compatta, alta, aggressiva, con intensità” e poi si è affrettato a dire: “Giocatori adatti per il mio gioco? In questo momento no, perché non sono allenati, si sta fermi lì. Ora non abbiamo questo, quindi dobbiamo adattare il nostro gioco essendo intelligenti. Oggi siamo stati un po’ più bassi, forse troppo nel secondo tempo. Si lavora”.
Il Mister ha sicuramente in mente che tipo di giocatori ha bisogno per costruire la squadra che vorrebbe vedere applicare un certo tipo di gioco. Un paio gli sono già arrivati (Walker e Gimenez). Vorrà sistemare qualcosa a centrocampo (ma dubito che succederà entro domani a mezzanotte) e tra la trequarti e la corsia esterna destra. Magari ha una mezza idea di intercambiare le due posizioni tra Christian Pulisic e João Felix a seconda dell’avversario (ma anche in questo caso se ne parlerà per l’estate, forse).
Pertanto deve lavorare con ciò che ha e fare in modo di raggiungere il quarto posto a fine stagione. Come ha detto lui: “Si lavora”.
Concludo accennando all’ennesimo piantino di Simone Inzaghi, perché secondo lui al 62° ai nerazzurri è stato negato un rigore per fallo su Thuram. Ognuno è libero di rimanere della propria opinione: per me non era rigore. Lasciatemi citare ancora il grande Boskov quando affermò: “Rigore è quando arbitro fischia”. Da milanista fino al midollo, riferendomi al “piangina” Inzaghi, citerò ancora l’allenatore serbo con una delle sue massime migliori: “Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello”.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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