29 Maggio 2025

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Il vento può cambiare. Con Tare, il Milan prova a ritrovare la rotta

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.”
– Seneca

Il calcio, come la vita, è una questione di direzione. E di visione. Negli ultimi mesi, il Milan sembrava esserne privo. Sospinto dal vento – quello della finanza, dei fondi e dei numeri – ma senza una rotta riconoscibile agli occhi di chi lo ama. Ora, qualcosa potrebbe cambiare.

Da ieri, Igli Tare è ufficialmente il nuovo Direttore Sportivo del Milan. Un nome noto, un curriculum solido, e soprattutto una dichiarata fede rossonera. La conferma è arrivata da un post del figlio Etienne, che con orgoglio ha raccontato come il padre abbia realizzato il sogno di una vita: lavorare per il club che ha sempre tifato.

Un dettaglio? Forse. Ma in un calcio sempre più dominato da logiche impersonali, l’identità può ancora fare la differenza. E in un momento come questo, dove la distanza tra società e tifoseria si è fatta abissale, l’arrivo di un DS “di cuore” è un segnale non secondario.

Non è un caso che la frase di Seneca citata in apertura sia tornata d’attualità. In questi mesi il Milan ha dato l’impressione di navigare a vista, con decisioni poco comprensibili e una comunicazione che ha lasciato troppo spazio alle interpretazioni. La contestazione dei 5.000 tifosi prima e durante Milan-Monza è stata l’epilogo, ma anche il sintomo di un malessere più profondo: la sensazione che chi guida la nave non sappia davvero dove stia andando.

Con Tare a bordo, forse qualcosa cambia. Non è la soluzione a tutti i problemi, ma è un primo passo per tornare a parlare di calcio, di progetto, di competenza. Il suo lavoro alla Lazio è stato spesso sottovalutato, ma i risultati e le intuizioni parlano per lui.

Chi obietta che anche Furlani sia milanista ha ragione, ma fino a un certo punto. Perché i ruoli sono diversi, e l’approccio pure. L’Amministratore Delegato è il volto di una gestione manageriale ambiziosa, ma distante. Tare, per natura e storia, è un uomo da campo. Uno che conosce il mestiere, e sa che il Milan non è un’azienda qualsiasi, ma un patrimonio emotivo prima ancora che economico.

Il momento è delicato. Il bilancio, dopo due anni in attivo, è tornato in rosso. L’esclusione da Champions League, coppe europee e Mondiale per Club rischia di pesare ancora di più. Ma il colpo più duro, per RedBird, potrebbe non essere economico bensì reputazionale.

La protesta della tifoseria ha fatto il giro del mondo. E quando anche il New York Times ne scrive, vuol dire che il messaggio è arrivato lontano. La foto della Curva che forma la scritta “GO HOME” è potente, brutale. Ma efficace. Un grido che va dritto al cuore – e alle tasche – di chi guida il club da lontano.

Ora serve una risposta. Non con slogan, ma con scelte. Serve un progetto chiaro, visibile. Serve rispetto per la storia e per chi la onora ogni domenica sugli spalti. Con Tare il Milan può iniziare a rimettere la prua nella giusta direzione. Ma non basta cambiare il timoniere: serve una rotta.

Articolo di

Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall'età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è stato co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera.
Oggi è fondatore del gruppo privato Facebook Rossonerologia


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