24 Novembre 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Analizziamo invece il tifoso rossonero?

Analisi del tifoso rossonero: il titolo dell’articolo è molto chiaro. Si passano i giorni a leggere articoli di tutti i tipi sul Milan, analizzando la prestazione dei giocatori sulla partita appena giocata, sulle messo che il nostro coach ha fatto o che avrebbe dovuto fare, sulla condizione atletica della squadra. Tutte cose molto giuste. È giusto farlo, è giusto seguire le vicende della propria squadra. Sì … ma in che modo lo fa il tifoso milanista medio?

Esistono alcuni dati di fatto che nessuno può negare: tra gli anni ’50 ed i ’60 il Milan era una squadra vincente ed a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 è stata la più vincente al mondo. Altre due dati di fatto importanti: così come nei decenni appena descritti il Milan era la squadra con la S maiuscola, negli altri di intervallo tra quei periodi è stata una squadra scialba, addirittura pessima tanto da andare in Serie B almeno una volta per merito.

Negli ultimi due anni recenti, con Elliott proprietaria della società e dopo alcuni “aggiustamenti” che tutti ben conosciamo a livello di ruoli dirigenziali, il Milan è cresciuto in maniera esponenziale ed è passato dal nuotare nelle paludi dei sesti, settimi, ottavi posti a stare stabilmente stabilmente nei primi 2 posti della classifica, entrando dopo molti anni prima in Europa League e poi in Champions League.

Di come e delle ragioni per cui il Milan sia stato eliminato già dalla massima competizione europea ne abbiamo ampiamente parlato su tutti i nostri canali online e non è questo l’articolo in cui farlo. L’argomento è un altro, il titolo dell’articolo lo dice chiaramente. Dopo aver descritto due dati di fatto precedentemente, arriviamo al terzo: quando i rossoneri vincono, sui social sono davvero pochi o rari i messaggi di congratulazioni alla squadra, al Mister o semplicemente di felicità per la propria squadra. Al primo pareggio o alla prima sconfitta invece ecco un florilegio di post e commenti con sentenze brutali, senza appelli, impregnati di disfattismo assoluto.

È matematico, succede tutte le volte. I rossoneri lo scorso anno sono arrivati secondi in classifica, entrando di merito nei gironi di Champions League, lottando sul filo di lana con Juventus, Napoli ed Atalanta per un posto finale nei tre dietro l’Inter, ormai in fuga a quell’epoca. E lo hanno fatto, ripeto, dopo che a partire dall’annata 2014-15 erano arrivati rispettivamente decimi, settimi, sesti, ancora sesti, quinti e di nuovo sesti. Attualmente il Milan è secondo in classifica a-1 dalla capolista Inter … ma al tifoso milanista medio questo non va bene.

Come ho detto prima, quando si vince è “normale” ma appena si pareggia o si perde e si lascia per strada qualche punto in classifica parte la batteria di cannoni con delle bordate che manco fosse la battaglia delle navi inglesi contro la Invincible Armada spagnola.

Perché succede?


Perché succede questo? Probabilmente esistono tre tifosi milanisti tipo.
Il primo è quello che era bambino negli anni ’50-’60, con il Milan di Cesare Maldini prima e di Gianni Rivera e Pierino Prati poi, che magari è stato testimone di alcuni scudetti, della prima Coppa dei Campioni (l’attuale Champions League) e che poi ha visto la doppia rovinosa caduta in Serie B.
Il secondo è quello che da ragazzino ha vissuto il grande Milan mondiale di Berlusconi e che ancora oggi non si capacita di come mai il Milan non possa ritornare nel giro di un campionato ad essere la squadrone di prima (“Con tutti i soldi che ci ha Elliott … ma allora non è vero che li ha …”).
Il terzo, infine, è quello che ha subito per anni gli sfottò degli interisti del triplete e che mangia costantemente rabbia.

Tutti e tre capacissimi di dire che amano e sostengono la propria squadra ma che hanno tutto il diritto di criticarla. Certamente è giusto che così come il tifoso ama la sua propria squadra abbia anche il diritto di critica. Essere critici però significa essere anche usare dell’obiettività. Dopo che Stefano Pioli, con un gran lavoro di sinergia con la dirigenza rossonera e quello con i giocatori che la società gli ha messo a disposizione, ci ha portato fuori dalla melma stagnante della mezza classifica o della zona Champions mancata, facendolo in soli due anni, al primo impasse o al primo periodo leggermente negativo parte quella che il tifoso medio rossonero chiama critica ma che altro non è che sfogo senza l’uso del ragionamento e dell’obiettività.

Si da addosso a Pioli perché cambia spesso formazione, facendo “esperimenti”, ma anche perché pur avendo una panchina di rispetto non la cambia mai, portando all’usura ed alla stanchezza i giocatori. Come ha scritto il sempre ottimo Luca Serafini nel suo editoriale odierno su MilanNews “Se vinci sei bravo perché coinvolgi tutti, se non vinci sei un pirla perché non devi toccare la squadra che vince”.

Cosa può fare Pioli

Ma cosa può fare Pioli in un percorso che finora portava la sua squadra a giocare ogni tre giorni, in uno scenario di infortuni e contagi Covid ad ogni piè sospinto? Il buon coach rossonero fa ciò che deve e può fare con il materiale che ha a disposizione.
Certo, non è l’allenatore perfetto ma chi lo è? Lo è per caso Max Allegri con la sua Juve al 7° posto? Oppure il maestro Sarri con la sua Lazio al 9° posto? o lo Special One Mourinho che arranca al 6° posto con la sua Roma? Sempre per citare Serafini “Mi tengo stretto il lavoro che ha fatto e sta facendo dal giorno del suo arrivo, senza dimenticare dove ci ha presi e dove ci ha portati. Se saprà anche coronare questo percorso, ne sarò doppiamente felice: nel frattempo lo inciteremo e lo supporteremo”.

Mi si dirà “Eh ma l’Inter stava sotto di 7 punti ed ora è sopra di 1 e la Dea ci è alle calcagna” … certo ma la catena di infortuni che il Milan ha avuto finora non l’ha avuta nessuno e questo, credetemi, incide parecchio nelle rotazioni di una squadra. Non sono un tecnico e non alleno una squadra di Serie A, pertanto non posso dire che la “strage” di infortuni che finora abbiamo subito dipenda con certezza dalla preparazione atletica. Su questo argomento vi consiglio di leggere con attenzione questa ottima analisi fatta da Radio Rossonera. Però ciò che vedo è che il Milan da due anni sta stabilmente nelle prime quattro in classifica, posizioni valide per l’accesso alla Champions League, anzi più precisamente al secondo posto.

Se poi Stefano Pioli, insieme ai suoi giocatori ed al lavoro della dirigenza/scout milanisti, ci farà vivere il sogno scudetto ben venga, ovviamente ne sarò molto felice però ho la buona (ma alcuni diranno pessima) abitudine di guardare spesso il bicchiere mezzo pieno e ricordarmi come eravamo messi nel decennio scorso … o anche quello prima. Fallo anche tu, tifoso medio milanista … ti godrai ancora di più il nostro Milan.


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