3 Luglio 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Çalhanoglu, grande ambizione piccolo campione

La sua provocazione alla Curva Sud fa discutere

Hakan Çalhanoglu arrivò al Milan nel luglio 2017, acquistato dall’allora DS Massimiliano Mirabelli per la cifra di 22 milioni di euro, con la fama di specialista dei calci di punizione. Dopo un paio d’anni abbastanza travagliati anche sotto la gestione di Gennaro Gattuso, che pur lo metteva sempre titolare in squadra, migliora notevolmente il proprio rendimento sotto la guida di Stefano Pioli nel 2019, di cui diviene uno dei punti fermi come trequartista nello schema 4-2-3-1. Chiude la stagione con 9 gol in campionato e il Milan termina, in crescendo, al sesto posto.

All’inizio della stagione 2020-21 realizza 4 gol nelle tre partite dei turni preliminari di Europa League, che garantiscono al Milan la partecipazione alla fase a gironi. Nel corso dell’annata si conferma un titolare indiscusso della formazione rossonera e, pur offrendo un rendimento incostante, contribuisce con 4 gol e 10 assist al secondo posto finale del Milan in campionato e al conseguente ritorno in Champions League dei meneghini dopo sette anni. Con il contratto in scadenza, sceglie di non rinnovare con i rossoneri passando nelle fila dei rivali cittadini dell’Inter.

Ovviamente non è il primo giocatore nella storia dei due club che, come si suol dire in questi casi, è passato “sull’altra sponda del Naviglio” o viceversa ma ciò che ha fatto in modo che i tifosi milanisti non lo tenessero più in simpatia (per utilizzare un eufemismo) è l’avere avuto pretese da campione, richiedendo un consistente aumento di ingaggio, quando campione in quattro anni non si è dimostrato affatto. Quando il Milan ha rifiutato, l’aumento lo ha trovato negli “odiati” rivali nerazzurri.

Ma fino a quel momento i pazienti tifosi milanisti avrebbero pure potuto passarci sopra, pur promettendo che al derby l’ex-numero 10 turco (ora numero 20) avrebbe potuto capire cosa significa essere subissato dai fischi. Calhanoglu però è in questi giorni che ha fatto capire di quale (brutta) pasta è fatto. Prima di tutto qualche giorno prima della stracittadina posta un immagine sul suo account Instagram in cui si ritrae con entrambe le maglie delle due squadre.

Lo scopo non è chiaro: non si capisce se vuole simboleggiare il passato e dichiarare che il suo presente è nerazzurro (ma di questa cosa già ne eravamo a conoscenza …) oppure se vuole simboleggiare le due facce (cioè le squadre) della stessa medaglia (cioè Milano) … forse non capendo (dopo quattro anni e otto derby?) come Milano vive la stracittadina.

Qualcuno ci ha visto anche un Inter possente che calcia e magari segna una rete contro un Milan a terra che arranca … sta di fatto che i tifosi milanisti sui social glielo hanno spiegato per bene che forse lui non ha capito qualcosina. Il top però lo ha raggiunto ieri sera durante la gara quando, dopo essersi procurato un rigore generosamente accordato dall’arbitro Doveri, ha chiesto ed ottenuto di calciarlo e segnarlo esultando poi polemicamente all’indirizzo della Curva Sud mimando il gesto del “non vi sento” mettendosi le mani dietro le orecchie.

Anche in questo caso qualche persona ha voluto osservare che anche Ibrahimovic fece la medesima provocazione in un derby, a maglie invertite, nel 2012. Ci sono però delle sostanziali differenze: innanzitutto Ibra non era passato direttamente dai nerazzurri ai rossoneri, bensì era tornato nel 2010 in Italia dopo la parentesi al Barcellona. Inoltre l’esultanza dello svedese fu ben più ‘pacifica’, visto che dopo il gol rimase in silenzio a guardare la Curva Nord interista senza fare alcun gesto.

Forse che il turco possa soffrire di qualche complesso d’inferiorità? Il suo passaggio in nerazzurro ancora una volta è caratterizzato da prestazioni spesso altalenanti (con una preponderanza di momenti giù, sottolineati senza pietà online dai suoi stessi tifosi). Vede che la squadra che ha lasciato veleggia al primo posto in classifica e che l’ambiente Milan probabilmente possa risultare migliore di quello nerazzurro? In effetti Alessandro Florenzi, romano e romanista e ultimo arrivato al Milan senza che possa essere stato compagno del turco, è entrato in campo rimproverando Çalhanoglu per l’esultanza polemica e provocatoria. Un evidente segno di come l’ex-numero 10 non abbia davvero assimilato cosa significa giocare in una squadra come il Milan.

Addio Hakan. Stai pure dove stai e … non ti auguriamo miglior fortuna, ovviamente. Spero ci capirai ….

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