Il Ministro dello Sport Andrea Abodi in vista della candidatura italiana a Euro 2032 ha parlato dell’arretratezza e obsolescenza degli stadi italiani. Le sue parole, intervistato dal quotidiano La Nazione:
“Sicuramente le nostre strutture sono datate e obsolete, dimostrano di aver bisogno di essere rigenerate e ammodernate. In questa esperienza di ministro sto diventando insopportabilmente intransigente: sulla questione degli stadi è finito il tempo delle scuse e degli alibi, che quasi sempre si tramutano in una resa. Siamo a un punto di non ritorno. Finora sono mancate visione, volontà, determinazione, insieme alla sistematicità e alla competenza.“
Siamo felici che finalmente un ministro si metta a dichiarare qualcosa che è ormai evidente agli occhi di tutti gli italiani. Rispetto a molti altri stadi in Europa, i nostri fanno la figura del surrogato di cioccolato messo a confronto con il più fine fondente svizzero. Per parlare di ciò che ci è più vicino in quanto rossoneri, chi è stato qualche volta a San Siro avrà sicuramente notato il pochissimo spazio tra una fila e l’altra delle sedute (ma anche tra un posto e l’altro), scale scomode, mancanza di servizi di ristorazione adeguati (se non quelli dell’area VIP), terribile usura e cattiva manutenzione dei servizi igienici per concludere con uno stadio sicuramente non a misura di persone con disabilità.
A Milano ci sono due squadre che già da quattro anni stanno portando avanti il progetto di uno stadio nuovo. Per ragioni loro, prima hanno presentato prima un progetto comune e poi recentemente si sono divise dichiarando l’intenzione di portare avanti invece ognuna un progetto proprio.
Tra mille ostacoli e paletti, recentemente il Milan si è visto contrastare persino dagli abitanti intorno all’area dell’ex-ippodromo La Maura (dopo aver lasciato andare la possibilità di abbattere San Siro per costruire uno stadio moderno e nuovo di zecca), abitanti che preferiscono avere di fronte a casa loro un’area dismessa e incolta piuttosto che uno stadio perfettamente inserito in un contesto di un parco.
La cosa sta andando avanti e il Milan sta valutando anche altre aree fuori Milano, come ad esempio Sesto San Giovanni (area ex-Falck) oppure San Donato Milanese.
Bisognerebbe però dire al ministro Abodi che, come sempre, in Italia tra il dire è il fare c’è sempre di mezzo il mare … in questo caso un mare pieno di ostacoli burocratici che rispecchia molto chiaramente come è fatto il nostro Paese.
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