11 Marzo 2025

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

C’è gente che ha anche il coraggio di lamentarsi e criticarlo …

Abbiamo trascorso i primi cinque mesi di stagione invocando l’arrivo di un vero centravanti, dopo che molti di noi (me compreso) si erano illusi che Álvaro Morata potesse essere la soluzione ideale. Dopotutto, arrivava da un’ottima stagione all’Atlético Madrid con 21 gol segnati.

Certo, eravamo consapevoli che il capitano della nazionale spagnola non fosse un bomber puro, ma il suo numero di reti, unito alla capacità di partecipare attivamente alla manovra offensiva e di creare occasioni per i compagni, faceva sperare in una stagione ricca di soddisfazioni. Sappiamo poi com’è andata a finire.

Una volta che un Morata spento e disilluso si è trasferito in Turchia, e con l’annuncio dell’arrivo di Santiago Giménez, l’entusiasmo è tornato alle stelle. Il messicano si presentava con un’ottima credenziale: nella stagione precedente con il Feyenoord in Eredivisie, il massimo campionato olandese, aveva realizzato 26 gol in 52 partite, includendo tutte le competizioni e persino le amichevoli. In pratica, una media di 0,5 gol ogni 90 minuti.

Nell’attuale stagione, tra Eredivisie e Serie A, ha già segnato 19 gol in 28 partite, portando la sua media a 0,67 gol ogni 90 minuti. Da quando è in Italia, ha realizzato 3 reti in 628 minuti giocati e fornito 2 assist. Numeri più che incoraggianti, considerando che proviene da un campionato decisamente diverso e meno competitivo rispetto alla Serie A.

Giménez, sin dai tempi del Feyenoord, ha convissuto con un piccolo ma fastidioso problema fisico che sta smaltendo solo ora. Nonostante ciò, pur giocando ogni tre giorni, si è sempre messo a disposizione, scendendo in campo in tutte le partite.

Parliamo di un tipico attaccante d’area, letale nei sedici metri finali. Chiunque lo abbia osservato con attenzione avrà notato che, pur facendo valere la sua forza fisica – parliamo di un ragazzo di 182 cm – il gioco spalle alla porta non è esattamente nelle sue corde. Anche il suo palleggio risulta un po’ grezzo, ma in area avversaria, se gli si concede anche solo un metro, sa essere devastante.
La partita contro il Lecce ne è stata la prova lampante: non solo per il primo, fulmineo gol (poi annullato per fuorigioco, sic!), ma anche per il palo colpito, sfruttando lo spazio che gli era stato concesso.

Eppure, il tifoso milanista medio ha il coraggio di criticarlo.
A chi si lamenta di un attaccante che, numeri alla mano, promette benissimo, vorrei dire solo una cosa: prima di criticare, sarebbe utile guardarsi intorno e osservare cosa fanno altri giocatori. Prendiamo un esempio a caso: Mateo Retegui.

Arrivato al Genoa dal Club Atlético Tigre, nella scorsa stagione ha segnato 9 gol in 31 partite, con una media di 0,29 gol a gara. Trasferitosi all’Atalanta dopo essersi fatto le ossa in Serie A con il Genoa, attualmente – a stagione non ancora conclusa – è capocannoniere del campionato con 25 gol e 5 assist in tutte le competizioni.

Cosa avrebbero dovuto dire i tifosi genoani allora? E cosa diranno ora quelli che lo criticavano ai tempi del Grifone?
Giménez ha bisogno di tempo per adattarsi e, soprattutto, di essere messo nelle condizioni di esprimere al meglio le sue caratteristiche. È un animale d’area, e tale deve restare se vogliamo vederlo sbocciare anche in Italia.

Spetta al Mister comprendere che, semplicemente, deve essere la squadra a giocare per Giménez, e non il contrario. Se poi l’avversario lo contiene bene, allora sarà compito della squadra creare occasioni per altri.

Nel frattempo, gli “espertoni” che criticano proprio il centravanti che tanto desideravano farebbero meglio a starsene buoni…


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