23 Novembre 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Che mercato sarà? E perché non si attingerà agli italiani?

Serhou Guirassy (Photo by Christian Kaspar-Bartke/Getty Images)

L’abolizione del Decreto Crescita (ma non solo) può condizionare il progetto Milan

È notizia delle scorse ore che il Governo non è intenzionato a prorogare il Decreto Crescita, quella norma varata nel 2019 che permetteva (nel caso del calcio ma valeva anche per altri settori) a “impatriare” calciatori che fossero stati fuori dai nostri confini nazionali per almeno due anni, attirandoli con un regime fiscale agevolato. Questo permetteva ai club italiani di competere con una discreta percentuale di successo con i club europei e far arrivare calciatori dai vari campionati da immettere nelle squadre di Serie A, avendo uno sconto sulla tassazione degli ingaggi.

Ovviamente con questa abolizione gli stipendi dei calciatori verranno ad essere tassati in regime di normalità e pertanto se prima i club di Serie A potevano accontentare le richieste di stipendio dei vari procuratori, ora saranno costretti ad offrire meno perché le tasse applicate su essi saranno più alte di prima. Tutto ciò a partire dal prossimo mese di gennaio, salvando i contratti già in essere ma molto probabilmente non i loro eventuali rinnovi.

Quindi nel caso del Milan, che tutti sappiamo essere società molto accorta sia agli introiti che alle spese e che grazie a questa politica ha finalmente riportato in attivo il bilancio dopo decenni, non solo avrà difficoltà ad offrire stipendi adeguati ai nuovi eventuali arrivi dall’estero ma anche a rinnovare i contratti in essere laddove il calciatore debba fare una richiesta di adeguamento dello stipendio e venga attirato da “sirene estere” che invece potrebbero accontentarlo. Si pensi ad esempio a Mike Maignan e alla sua probabile richiesta di adeguamento stipendio almeno alla pari di quello di Theo Hernandez. Se il Milan non riuscisse ad accontentarlo, ci sarebbe la fila di pretendenti…

In questo scenario, come dicevo, rientrano anche i nuovi potenziali arrivi. Si dice ormai da tempo che il Milan, per il mercato di gennaio, sia interessato a fare arrivare almeno due difensori centrali e magari un attaccante. Il campionato è ancora lungo e il Milan non ha finito i suoi impegni in Europa. In più bisogna contare anche la Coppa Italia, torneo meno affascinante (se si cambiasse la formula come ad esempio in Inghilterra, invece lo sarebbe) ma pur sempre un torneo da onorare.
Per quanto riguarda i centrali per almeno uno dei due sembra fatta per un ritorno dal prestito di Matteo Gabbia proveniente dal Villareal. In pratica un “prestito durante il prestito”. Gli spagnoli hanno concesso il ritorno di Matteo a Milanello e per l’altro posto si stava guardando all’estero con nomi come Clement Lenglet dell’Aston Villa, Thilo Kerher del West Ham oppure Lloyd Kelly del Bournemouth … ma ora?

Poi c’è il tema attaccante: da sempre viene detto che il solo Olivier Giroud non può “tirare la carretta” da solo. Stiamo osservano un risveglio di Luka Jovic che però, a mio modesto parere, è una seconda punta e non può essere il sostituto del francese. Il nome che ormai circola da tempo è quello di Serhou Guirassy dello Stoccarda, 27enne guineano che in Bundesliga è secondo per numero di goal solo ad Harry Kane del Bayern Monaco.
Guirassy però già tempo fa diceva che era aperto a tutte le proposte. Il Milan sembrava a buon punto per farlo arrivare a Milanello (pur sopportando l’eventuale assenza del giocatore per partecipare alla Coppa d’Africa) ma ora, con l’abolizione del Decreto Crescita, si sono fatte avanti all’improvviso tre pretendenti altrettanto affascinanti che giocano in un campionato molto più attrattivo della nostra Serie A: si chiamano Manchester United, Chelsea ed Arsenal. Questo almeno è la voce che arriva dalle pagine di Kicker, autorevole portale sportivo tedesco.

La situazione è quindi in evoluzione e al Milan stanno lavorando su parecchi tavoli per trovare una soluzione che possa dare il classico colpo al cerchio e anche alla botte. In molti, da più parti, hanno obiettato dicendo che l’abolizione del Decreto Crescita favorirà un ritorno dei calciatori italiani nelle squadre del proprio Paese ma è un’osservazione piuttosto superficiale.

Per fare ciò infatti non basta non importare stranieri e mettere al loro posto i ragazzi provenienti dalle giovanili. Anzi è proprio perché dalle giovanili non siamo in grado di far crescere calciatori forti che i club italiani vanno spesso ad attingere all’estero. Il sistema del calcio giovanile in Italia è fermo a decenni e decenni fa. Non c’è la qualità e la preparazione negli allenatori delle giovanili (a parte rarissimi casi) e spesso in panchina troviamo ex-calciatori o allenatori di vecchio stampo con idee ferme all’inizio del millennio. In più spesso queste persone tendono ad applicare schemi togliendo spesso le velleità di estro o fantasia che i ragazzi in maniera naturale hanno.

Per fortuna sembra che il progetto di “squadra B” che il Milan vuole portare avanti, stia procedendo in maniera abbastanza spedita e che Vincenzo Vergine, nuovo responsabile di tutto il settore giovanile rossonero (sia femminile che maschile), abbia le idee ben chiare. Si arriverebbe finalmente ad avere una squadra di livello superiore alla Primavera che si iscriverebbe alla nostra Serie C (con possibilità di promozione in B) e che quindi farebbe crescere i ragazzi in maniera differente, pronti poi per il salto nella massima serie.

Nel frattempo per quanto riguarda il mercato, sia il prossimo di gennaio che quello estivo, rimane iamo in attesa di conoscere le mosse della dirigenza rossonera.



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