È iniziata la nuova stagione: tre osservazioni.
L’editoriale del Direttore
Ieri è iniziato nuovamente il campionato di Serie A e il nostro amato Milan sarà impegnato domani sera, lunedì 21 agosto, a Bologna, speriamo con successo.
Ci sono tre considerazioni che voglio condividere con voi a proposito del “grande circo” che anche quest’anno si mette in moto per offrirci una-due volte la settimana lo spettacolo del calcio.
La prima è che siamo partiti il 19 agosto, le partite serie sono iniziate ma il mercato ancora deve chiudere perché terminerà ufficialmente il 1° settembre. Come ha giustamente e seriamente dichiarato quel gran signore di Claudio Ranieri, gli allenatori si trovano al via senza magari avere alcuni giocatori fondamentali ai quali devono spiegare “in corsa” concetti di gioco importanti (che probabilmente non hanno mai applicato, dato che provengono da campionati in cui si gioca differentemente) e che soprattutto non hanno affrontato la preparazione atletica insieme al resto della squadra. Si rischia cioè, in alcuni casi, di vedere vanificati i soldi spesi per acquistarli per difficoltà di ambientamento o per infortuni.
Checchè se ne possa dire, un paio di esempi li abbiamo avuti tutti in squadra. Poi ognuno è libero di pensarla come vuole ma in parte sia De Ketelaere (che all’Atalanta sono convinto che farà bene) che Origi hanno vissuto per l’uno o l’altro motivo questa situazione e infatti, guarda caso, entrambi arrivati tardi rispetto al resto della squadra.
Poi, sempre a proposito di mercato, abbiamo “l’alba degli arabi”. I sauditi si sono decisi a fare sul serio (ma anche su questa affermazione tutto è davvero opinabile) e a partire dall’arrivo di Cristiano Ronaldo hanno deciso di costruire un campionato di (presunta) qualità attirando buoni ed ottimi giocatori dai campionati europei, specialmente Liga e Premier League, offrendo loro ingaggi che nemmeno la ricca lega inglese può permettersi. Poi c’è chi cede davanti ad offerte “monstre” e c’è chi invece le ottime offerte preferisce andare ad accettarle in altri Paesi (Messi negli USA).
Immagino che ad un calciatore possa a sembrare tutto molto bello i primi due anni, quando si ritrova a giocare in un campionato medio composto da squadre medie dov’è brillano due-tre stelle, sentirsi idolatrati e farsi regalare i Rolex d’oro dal tifoso di turno perché quel giorno ha giocato bene ma nel giro di poco le squadre saranno imbottite di giocatori di alto livello, giocare diventerà meno divertente e tutti quei soldi in fondo non potranno sostituire le sensazioni che campionati come quello spagnolo, quello inglese o anche (perché no) quello italiano possono darti.
Spero solo vivamente che la FIFA non accetti l’inclusione delle squadre arabe nella Champions League. Forse Carmine Infantino & Co. pensano così di innalzare il livello dello spettacolo (e fare più soldi) ma sarebbe la morte del torneo perché, economicamente parlando, la potenza di fuoco dei sauditi è enorme rispetto a quella europea e il tutto sarebbe molto sbilanciato e non livellato. Penso che lo possiate immaginare anche voi.
Infine abbiamo la telenovela dell’estate: le dimissioni di Mancini e l’ufficializzazione ieri di Spalletti come nuovo CT della nostra Nazionale. Lasciatemi dire un paio di cose prima di tutto su Aurelio De Laurentiis. Ci ho avuto personalmente a che fare per motivi di lavoro una decina di anni fa e, come tanti lettori di cronaca sportiva hanno potuto farsi un’idea, vi assicuro che ADL è realmente ciò che fa vedere e cioè un personaggio difficile, antipatico, spesso arrogante e con il quale andare d’accordo è davvero complicato.
Tutti gli allenatori che hanno lavorato per lui lo hanno sperimentato e prima o dopo hanno dovuto lasciare il Napoli. Anche Spalletti.
De Laurentiis comunque , giustamente, ha accolto la richiesta del tecnico toscano di lasciare anticipatamente il Napoli per “personale stanchezza” e ha concesso di interrompere con un anno d’anticipo il suo rapporto di lavoro a patto, come da accordi, di rimanere fermo fino al 30 giugno 2024 oppure di pagare una penale in caso di immediato ritorno al lavoro in altra squadra.
Ora, dopo soli 2 mesi, Spalletti diventa di nuovo allenatore e fra pochi giorni convocherà e lavorerà, tra gli altri, anche con quei giocatori del Napoli che così tanto, psicologicamente, gli pesava allenare. Un CT che il Napoli porterà in tribunale, avendo tutto il diritto di farlo dato che la FIGC si sente in diritto di non pagare la penale che al Napoli è dovuta, e al quale la stessa Federazione ha già annunciato il suo sostegno legale dando a tutti gli effetti il via a una guerra fredda con il club campione d’Italia del cui brand dovrebbe ergersi a protettrice.
Quella Federazione che con un colpo di spugna degno del miglior film su mafia e corruzione ha cancellato anni e anni di illeciti della Juventus a danno di tutto il calcio, degli sportivi e delle persone perbene con un patteggiamento da 718 mila euro che ancora grida vendetta. Benvenuti nel Far West all’incontrario della Serie A: dove lo sceriffo è in realtà un bandito che compie razzie, infrange le leggi e spara contro chi le rispetta. E dove nessuno dice niente.
Ma anche UEFA e FIFA, con più eleganza bisogna dirlo, non sono da meno.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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