Supercoppa italiana: Juventus-Milan 1-2
Prima di tutto, vorrei dire che avevo timore che Andrea Colombo, direttore di gara, avrebbe potuto combinare più danni della grandine. Invocavo il Dio del Calcio, sperando che facesse qualcosa per migliorare la nostra classe arbitrale. Ebbene, Colombo mi ha smentito! Incredibile ma vero: ha diretto la gara in modo ineccepibile, assegnando cartellini gialli quando necessario e lasciando scorrere il gioco in maniera fluida.
Va detto che Milan e Juventus non gli hanno dato molte opportunità di sbagliare. Persino il rigore concesso al Milan, con un fallo commesso sotto i suoi occhi, era talmente evidente che era impossibile non assegnarlo. Nonostante ciò, la mia opinione sulla classe arbitrale italiana rimane invariata: continuo a ritenerli dilettanti con la presunzione di considerarsi professionisti. Resta ora da vedere chi dirigerà la finale, che sarà, oltretutto, un derby.
Passando alla partita, possiamo riassumerla in alcuni punti chiave. Il match è stato molto diverso rispetto alla precedente sfida in campionato. Allora, entrambe le squadre erano scese in campo con il timore di subire gol, come ha sottolineato anche Sergio Conceição in conferenza stampa. A Riyadh, invece, Milan e Juventus si sono affrontate con un piglio differente.
Il gol di Yildiz, arrivato al 21’ del primo tempo, ha tagliato un po’ le gambe al Milan, che fino a quel momento sembrava ben organizzato. Tuttavia, bisogna ammettere che i bianconeri avevano creato più occasioni, sebbene quelle realmente pericolose si potessero contare sulle dita di una mano.
Nel secondo tempo, il Milan è sceso in campo con tutt’altro spirito. La scossa c’è stata, e questo può essere attribuito sia a quanto detto da Conceição e Ibrahimovic ai ragazzi nell’intervallo, sia alle sostituzioni che hanno cambiato l’assetto della squadra.
Musah al posto di Bennacer ha permesso di alzare il baricentro, mentre Abraham per Jimenez (uscito per un problema fisico) ha aggiunto peso in attacco, aumentando le preoccupazioni per la difesa bianconera. Spostato a sinistra, Pulisic ha procurato il rigore (fallo di Locatelli al 71’). Musah, dall’altro lato, ha migliorato la catena di gioco con Royal, e il suo tentativo di cross ha portato all’autogol di Gatti al 75’, che ha anticipato Di Gregorio, uscito malamente dai pali.
Le statistiche raccontano di un match equilibrato: 10 tiri per la Juventus, di cui 3 in porta; 11 per il Milan, sempre con 3 conclusioni nello specchio. Entrambe le squadre hanno completato 439 passaggi. La chiave del successo di Conceição è stata chiedere a Musah e Pulisic di spingere sulle fasce, con il supporto dei terzini.
Nonostante un primo tempo opaco in difesa e un gol clamorosamente sbagliato nella ripresa, Theo ha contribuito a portare il Milan in finale. Pur con giocatori non al meglio della condizione, come Bennacer e Pulisic appena rientrati da infortuni, il Milan è riuscito a creare situazioni favorevoli, sfruttando gli errori avversari.
Era chiaro che Conceição non avesse una bacchetta magica per rimettere in sesto il Milan dopo cinque mesi di gestione discutibile sotto Paulo Fonseca. Tuttavia, qualcosa del suo carattere e del suo approccio si è già visto, soprattutto durante l’intervallo. La sua dichiarazione post-partita parla chiaro:
“Non sono una persona calorosa, è più probabile che mi arrabbi. Questo è un gruppo con qualità, che ha accettato il mio messaggio e la mia serietà. Non sorrido molto, non sono qui per farmi amici. Sono qui per vincere.”
Ora ci aspetta la finale di Supercoppa contro l’Inter di Inzaghi, il prossimo 7 gennaio. Noi tifosi rossoneri speriamo che Conceição riesca a soddisfare la richiesta di Gerry Cardinale: vincere questo torneo in Arabia Saudita.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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