eri sera, al termine della partita, Paulo Fonseca si è sfogato ai microfoni di Sky e ha detto chiaramente che ci sono giocatori in squadra che non si impegnano per vincere. Più precisamente, ha dichiarato che, nonostante tutto quello che fa per il Milan e per la squadra – e ha sottolineato “tutto”, ripetendolo –, trova destabilizzante vedere che la squadra si comporta a volte in un modo e altre volte in direzione totalmente opposta.
Si è lamentato affermando che ieri sera la partita era da vincere, che ovviamente era soddisfatto del risultato (data la vittoria), ma che non gli è piaciuto per niente il modo nel quale è stata ottenuta. Un avversario certamente da non sottovalutare, ma assolutamente fattibile; tanto è vero che la Stella Rossa ha pareggiato proprio perché la squadra ha tirato i remi in barca per quasi tutto il secondo tempo.
Tra le tante dichiarazioni, una significativa: “Io so che lavoro tutti i giorni per insegnare alla squadra a fare bene, ma non so se nella nostra squadra tutti possono dire lo stesso. Abbiamo tutto per fare bene, per fare quello che vorrei, ma non lo facciamo, e questo non va bene!”.
Fabio Capello, in studio da Sky, però ha rincarato la dose: “Hanno giocato sotto ritmo. È stato uno spettacolo penoso da vedere, dai, diciamoci la verità. Quello che ha detto l’allenatore, che è il responsabile vero, è stato lampante. Non si può giocare senza lottare, senza correre, senza aiutarsi… La difesa tutta indietro e nessuno che li aiutava. Non c’era aiuto… Il Milan ha vinto una partita, e siamo contentissimi, ma tutto il resto cancelliamolo”.
A questo punto, dato che Fonseca è stato scelto proprio per il suo modo di far giocare le squadre che ha allenato recentemente (vedi alla voce Lille), è un problema di gestione della squadra, e noi tifosi cominciamo a capire perché una squadra con ottimi giocatori e un grande potenziale possa battere l’Inter e il Real Madrid e poi fare pena (per una partita intera o solo per un tempo) con altre squadre che possiamo considerare inferiori. Come Fonseca stesso ha detto, non si tratta di tecnica o di tattica.
A questo punto i casi sono solo due: il primo è che Fonseca possa cambiare atteggiamento nei confronti della squadra, mettendosi a comandarli come può fare un Antonio Conte o un Maurizio Sarri. La storia però ci insegna che se il primo anno si ottiene, nel secondo cominciano le frizioni che arrivano poi ai vertici della dirigenza, e in quel caso la società solitamente sceglie di tenere i giocatori, visto che l’investimento fatto su di essi è maggiore di quello fatto sull’allenatore.
Il secondo caso è che la società si metta totalmente dalla parte dell’allenatore, come fece Silvio Berlusconi al primo anno di Arrigo Sacchi, quando dichiarò senza mezzi termini ai giocatori che il sig. Sacchi non era in discussione e che, se qualcuno non era d’accordo, poteva pure prendere la porta ed andarsene. Questo secondo caso contrasta, quindi, con la solita politica di cui parlavo poc’anzi.
Chiaramente, un intervento da parte della dirigenza è richiesto, quantomeno per supportare l’allenatore (scelto da loro) nei confronti dei giocatori e per un colloquio con questi ultimi, considerati beni preziosi sui quali è stato fatto un investimento, che sono chiamati a fare ciò che l’allenatore chiede loro. Certamente ci sono le situazioni personali di qualche giocatore che possono aver fatto salire il livello di certe frizioni, come ad esempio il rinnovo estenuante di Theo Hernández o la volontà ormai dichiarata di non rinnovare Davide Calabria. Però i veri professionisti non dovrebbero remare contro l’allenatore solo perché la dirigenza prende certe decisioni.
Come ho già detto in un mio intervento di due giorni fa, sono convinto che Cardinale sappia qual è la situazione di classifica del Milan e che questo comporti perdite economiche nel prossimo futuro. Spero si renda anche conto che deve intervenire sui suoi tre dirigenti affinché possano fare in modo che la rotta venga corretta il più presto possibile.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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