L’editoriale del Direttore
C’è in atto una polemica sui fischi che il pubblico di San Siro ha riservato a Gigio Donnarumma in occasione della partita vinta dalla nostra Nazionale ieri sera contro l’Ucraina.
A parte il fatto che anche un bambino avrebbe saputo che Donnarumma sarebbe stato sonoramente fischiato. Di cosa ci dobbiamo meravigliare?
Viene a giocare nello stadio dove tutti i tifosi rossoneri lo hanno esaltato e coccolato per anni. Stadio dove gioca la squadra che lo ha cresciuto, che lo ha fatto esordire (sotto la gestione Mihajlović), che lo ha premiato offrendogli un contratto milionario. Una squadra che lui ha preso in giro e tradito perché ha scelto di andare a Parigi per perceppire il doppio dell’ingaggio che il Milan gli ha offerto … ma non l’ha fatto facendo in modo di ringraziare il Milan facendo in modo che il PSG lo acquistasse ma lasciando la squadra a parametro zero, facendo in modo che il suo procuratore di allora (Mino Raiola) guadagnasse una supercommissione e che invece il Milan non ci ricavasse un bel nulla a fronte di quanto aveva dato a Gigio.
Si dirà “il calcio non è più quello di una volta” oppure “è una libera scelta, i soldi invece che la fama” … tutto giusto. A fronte di un’offerta mostruosa come quella del PSG chi non l’avrebbe scelta? Però c’è modo e modo di fare i propri interessi. Si può farlo anche mostrando riconoscenza verso la società che ti ha davvero fatto crescere, che ha “sistemato” anche il tuo inutile fratello (nonché anche qualche altro parente stretto), che ti ha fatto diventare il miglior portiere d’Italia. Lasciando il Milan facendo in modo di non ripagare gli sforzi compiuti dalla società è davvero un colpo molto molto basso.
Un minimo di riconoscenza con i fatti (non solo con le parole) era dovuto. Donnarumma viene fischiato non solo dai tifosi rossoneri ma anche trasversalmente anche da tifosi di altra fede calcistica perché rappresenta ancora oggi l’avidità che non ha riconoscenza. Qualcuno dice che bisogna dimenticarlo. Non sono d’accordo. Un tale comportamento non va dimenticato. Non è il giocatore in sé ma quello che ha rappresentato che non si può dimenticare.
Detto che poi è evidente che il ragazzo stia peggiorando in termini di prestazione da quando non è più con noi. Vuoi che i suoi preparatori non siano all’altezza dei nostri, vuoi che il fenomento che sembrava dovesse diventare ha arrestato la sua crescita, in ogni caso in Rete si trovano molti video delle sue papere che ormai gli hanno fatto guadagnare il nomignolo di Paperumma.
Ha scelto i soldi invece di diventare il miglior portiere al mondo? Contento lui … è una sua scelta ma quando Frattesi si indigna e dichiara “Un fatto ignobile, Donnarumma è il portiere della Nazionale e deve essere tifato e non fischiato” anche lui dimostra che la strada intrapresa da Gigio è quella che il neo-interista potrebbe percorrere.
Il pensiero di Frattesi “idealmente” è corretto ma ci sono giocatori ai quali deve essere attribuito e per come Donnarumma si è comportato (non dando peraltro segni di ravvedimento o pentimento) a lui non può essere assegnato.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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