Nella settimana della pausa della Nazionale il tema dominante delle prime pagine dei giornali e dei social non poteva essere che i fischi al portiere della Nazionale a San Siro. Autorevoli e non si sono divisi sulla legittimità e opportunità dei fischi all’ex portiere del Milan. Facile esprimere giudizi e tirare fuori sentenze sull’argomento. Ci si è chiesto se sia stato giusto fischiare il portiere “ingrato” dato che stava vestendo la maglia della Nazionale.
Utile in questo caso generalizzare il contesto: siamo in un periodo in cui la pandemia ha mietuto vittime, ha messo in ginocchio l’economia, diverse imprese sono sul baratro del fallimento e molta gente non riesce ad arrivare a fine mese. L’economia globale sta barcollando sotto il peso dell’aumento delle materie prime, il caro energetico e la bolla sul petrolio. Molti diranno che sono fuori contesto, non c’entra nulla e quello di cui stiamo parlando, è solo un gioco. Tutto vero come è vero che la gente non ce la fa più ed è in preda ad una sorta di collasso psicologico.
Facile dire, come hanno fatto tanti “preticelli di campagna”, che non è ammissibile fischiare un giocatore che indossa la maglia della Nazionale. Ma chi ha fischiato è gente comune, persone che magari lavorano in fabbrica e si spaccano la schiena otto ore al giorno per meno di 1.500 euro al mese, eppure va allo stadio paga il biglietto magari per svagarsi e dimenticare le preoccupazioni che quotidianamente assillano la gente comune. Queste comuni persone quindi non hanno diritto di esprimere il loro dissenso o il loro sentimento, perché un essere senza morale e dignità indossa la maglia della Nazionale?
Un antico detto siciliano recita: “U rispettu è misuratu, cu lu porta l’havi purtato”. E allora quale sarebbe il rispetto da portare ad un individuo che ha sputato nel piatto ove ha mangiato? E allora quale sarebbero il rispetto, che molti soloni della carta stampata e dei social, hanno avuto nei confronti delle persone che hanno fischiato e pagato il biglietto per entrare allo stadio?
No, perdonatemi, io sto con la gente che ancora esprime sentimenti ed emozioni. Se mi incazzo è perché sono stato ferito e la mia dignità mi impone di non poter restare indifferente a chi calpesta i sentimenti. Si potevi andare via , dicendolo chiaramente in tempo utile, fare come molti calciatori quando chiedono di essere ceduti: nessuno avrebbe detto nulla e probabilmente San Siro avrebbe applaudito. Un procuratore avido che prende le difese per il suo assistito, ridicolizzando una società che ha avuto un danno e la gente che paga il biglietto, ha ancora il diritto di parlare?
Nonostante il suo assistito continui a fare il panchinaro d’oro a Parigi, ha ancora il coraggio di parlare. No, non lo accetto per me e per chi si emoziona ancora per un giuoco, che permette di evadere dai mali del quotidiano e dalle preoccupazioni con le quali siamo costretti a combattere ogni giorno. La vita non è fatta solo di soldi, questi consentono di comprare molte cose ma non tutto: i valori non si comprano e nemmeno si mercanteggiano. I valori della vita quali il rispetto e la dignità umana hanno un valore inestimabile ma non esiste denaro che li possa comprare. Inutile che a Torino, nell’ultima inutile partita di Nations League, i tifosi hanno applaudito la povera vittima degli ingiusti fischi del Meazza, quasi a mo’ di ripicca nei confronti dei tifosi, rossoneri e non, presenti in Italia-Spagna.
Forse molti dimenticano il significato della parola dignità: termine che si riferisce al valore intrinseco dell’esistenza umana che ogni uomo, in quanto persona, è consapevole di rappresentare nei propri principi morali, nella necessità di liberamente mantenerli per se stesso e per gli altri e di tutelarli nei confronti di chi non li rispetta. “Mantenerli per se stesso e per gli altri..”, molti forse tralasciano questo aspetto.
Zucchero Fornaciari in un suo noto brano cantava:“Non c’è piu rispettoNeanche tra di noi. Non c’è piu il rispetto, il rispetto”.
Dunque fischi si ma non i fiaschi come quelli che molti vogliono far bere ai tifosi lesi nei loro sentimenti!
Antonio Scibetta è un appassionato tifoso milanista, editorialista attento e preciso. Come gli altri collaboratori di questo sito è membro del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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