3 Luglio 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Gerry Cardinale infuriato

Gerry Cardinale e Stefano Pioli

Come vi avevo anticipato in qualche occasione passata la gestione americana del Milan in quanto appunto “americana” agisce come tutte le aziende USA sono abituate a fare, in qualsiasi campo esse siano specializzate.

E se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi mesi (ma chi ha avuto o ha tuttora a che fare con gli statunitensi sa già di cosa sto parlando) è che i manager USA solitamente danno ampio mandato e ampia fiducia a coloro che eleggono come esecutori del business plan , dando loro tutte le risorse necessario nell’ambito di una strategia già ben pre-definita ma se questi ultimi non portano a compimento la mission decisa in precedenza non ci pensano un attimo a cambiare le carte in tavola e a licenziare chi non si è reso utile alla mission nonostante fiducia e risorse.

Difatti il licenziamento di Paolo Maldini è stato l’esempio di come le grandi aziende USA agiscono in questi casi, senza troppo stare a guardare chi viene licenziato. Il “dipendente”, pur se di alto livello, semplicemente non si è reso utile ma anzi in qualche caso ha recato danno e quindi si procede con l’allontanamento per poterlo sostituire con chi si pensa sia più indicato a portare a termine ciò che i vertici assegnano.

Tutto ciò per dire che si preannuncia un altro terremoto. Dopo che sulla lista dei nomi in infermeria nel weekend si sono aggiunti quelli di Tommaso Pobega e Noah Okafor, a Milanello hanno parlato di un Gerry Cardinale infuriato per i tanti stop registrati a Milanello negli ultimi mesi. La cosa è anche ovvia perché fa tutto parte del business plan. Nel momento in cui lo si delinea alla fine della stagione precedente e lo si definisce prima dell’inizio della stagione che arriva, si fanno determinati conti e determinati progetti andando a definire quali risorse impiegare. Nel caso del Milan si è definito un mercato acquisti ben preciso di modo da fare il massimo possibile per arrivare a centrare gli obiettivi prefissati o quantomeno ad avvicinarsi. In questo business plan è calcolata anche la probabile percentuale di imprevisti, quindi di infortuni, che possono accadere durante lo svolgikento della stagione e conseguentemente ci si attrezza per non avere grandi contraccolpi.

Ventinove infortuni da inizio stagione sono però decisamente troppi e dato che i giocatori l’asset principale dell’investimento fatto nel Club, un numero così elevato si traduce poi in perdite economiche. L’uscita di scena dalla Champions League è una di quelle e un investimento ulteriore nel mercato di gennaio per mettere una pezza ad una emorragia così alta di infortuni ne è un’altra.

Quindi quando si afferma, coime fa Tuttosport oggi, che qualcuno a fine stagione salterà credo proprio che non ci si allontani troppo dalla realtà. Chi potrebbe saltare? Nonostante la fiducia ribadita ancora in questi giorni il predestinato sembra essere proprio Stefano Pioli per una duplice ragione: aver imboccato la strada che non porta ai risultati prefissati ed essere responsabile della gran parte dello staff di preparatori della Prima Squadra. E, come detto all’inizio, se non porti a compimento gli obiettivi prefissati non importa come ti chiami o cosa hai vinto: sei sostituibile.