29 Giugno 2024

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Herbert Kilpin, l’indimenticato papà del Diavolo

Nel 2017 è uscito un film indipendente intitolato “Il Signore di Milano”, che fa rivivere l’interessante storia di Herbert Kilpin, un nome pressoché dimenticato (anche nella sua stessa città natale) ma non in Italia e precisamente appunto a Milano.
Kilpin nacque a Nottingham il 24 gennaio 1870. Figlio di un macellaio, nato nel retrobottega del negozio paterno, crebbe in una famiglia composta da nove tra fratelli e sorelle. Dopo aver finito gli studi lavorò come assistente in un magazzino di tessuti ricamati. Già da giovanissimo era appassionato di football e a soli 13 anni aveva preso parte alla fondazione di un piccolo club amatoriale intitolato a Giuseppe Garibaldi; il club indossava delle casacche rosse, tipiche dei garibaldini, successivamente giocò per Notts Olympic e St. Andrews in qualità di dilettante, in un’epoca in cui in Inghilterra già si parlava di professionismo.

Il negozio di macelleria della famiglia Kilpin, recentemente restaurato e dipinto con i colori del Milan, ora attrattiva di Nottingham

Il lavoro nella famosa industria del merletto della città lo portò a trasferirsi a Torino, in Italia, all’età di 21 anni. Il suo capo a Torino fondò una squadra di calcio e ingaggiò Kilpin come giocatore, rendendolo il primo calciatore inglese a giocare per una squadra straniera. Alla fine del XIX secolo, Kilpin lasciò Torino per Milano, portando con sé la sua passione per il calcio. In quel periodo frequentò l’American Bar di Milano e conobbe alcuni inglesi con i quali strinse amicizia. Fu proprio con questi che nel 1899 fondò il Milan Foot-Ball and Cricket Club, oggi meglio conosciuto come A.C. Milan. Oltre a fondare il club, fu giocatore e allenatore, aiutando i Rossoneri a vincere tre titoli nazionali. Naturalmente fu anche il primo capitano del Milan.

Amava talmente il calcio che la sera del matrimonio, avvenuto nel 1905, lasciò la giovane sposa Maria Beatrice Capua in lacrime per raggiungere la sua squadra impegnata la domenica seguente a Genova contro il Grasshoppers di Zurigo. Raccontano che durante l’incontro prese una testata sul naso e tornò dalla sua sposa con il viso tumefatto ed irriconoscibile. Negli anni torinesi aveva giocato in una squadra locale e aveva perso più incontri contro la mitica formazione del Genoa. Proprio in occasione del banchetto di festeggiamento per una vittoria genovese ebbe ad intimorire il capitano avversario: “È l’ultima volta che vincete! Fonderò una squadra a Milano che vi batterà”. I genoani lo presero in parola e si brindò alla fortuna del club milanese… non ancora nato. Il Milan Football and Cricket Club nasce ufficialmente il 16 dicembre 1899 e sui colori sociali Herbert non transige, saranno il rosso ed il nero, “spaventeremo tutti gli avversari come se fossimo il diavolo, anzi lo saremo per davvero”.

La Fiaschetteria Toscana di via Berchet (sopra nella foto), nel centro storico, fu la prima sede del Milan. Ospitò le assemblee societarie dei rossoneri dal 1899 al 1909.

Kilpin è il primo allenatore e giocatore, Alfred Edwards il primo presidente. I rossoneri salgono presto alla ribalta delle cronache calcistiche italiane conquistando il primo titolo nazionale nel 1901, interrompendo la serie di vittorie consecutive del Genoa, battendo proprio i grifoni in finale per 3-0 come “da promessa”. La squadra guidata dal leggendario capitano Kilpin sarà sconfitta nella finale dell’anno dopo, ad opera dei genoani, e nel 1906 riuscirà a bissare il titolo. L’epopea eroica di Kilpin stava volgendo al termine, non senza polemiche tra la società rossonera e La Gazzetta dello Sport che aveva lanciato l’idea del campionato senza stranieri. Tra gli episodi curiosi, quello accaduto nel 1907 in occasione della Coppa Lombardia. Il Milan dirama una lista dei convocati che non sembra lasciare spazio a dubbi in quanto a nazionalità: Hieronimus Root, Xaver Marktl, Guido Fashion, Alfred Bosshard, Trerè Junior, Charles Whites, Mare Hall, Herbert Kilpin, Hans Màdier, Peter Wool. 

Il 15 novembre 1907 la Gazzetta pubblica quella che, a prima vista, sembrerebbe una formazione di tutti stranieri, ad eccezione di Trerè. In realtà il Milan, con humour prettamente britannico, inglesizzò i nomi italiani: Root era in realtà Radice, Fashion Moda, Whites Bianchi, Hall Sala e Wool Lana. Il solo Trerè non venne tradotto in Threekings, forse in ossequio alla Corona. Ne sarebbero nate accanite discussioni, che di lì a breve avrebbero portato alla nascita dell’Internazionale proprio da una costola del Milan, con l’intento (come dice il nome stesso) di far giocare calciatori di varie nazionalità. Ormai trentottenne ed amareggiato dalle ultime vicende societarie, Kilpin, dopo aver contribuito alla difesa del trofeo più prestigioso dopo il campionato, la Palla d’Argento Henry Dapples, disputò la sua ultima partita con il Milan il 12 aprile 1908 sul campo di via Fratelli Bronzetti, vinta 4-3 contro il Narcisse Sport di Montraux.

Amareggiato per l’ostracismo mostrato dalla Federazione nei confronti degli stranieri, rimase ancora nell’ambiente calcistico allenando i ragazzi dell’Enotria, squadra minore milanese. Scomparve prematuramente a causa di malattia il 22 ottobre 1916, probabilmente a causa del suo massiccio uso di alcolici. Venne sepolto anonimamente al Cimitero Maggiore di Milano, nell’ala riservata ai Cristiani Protestanti. La sua tomba rimase abbandonata per decenni, sino a quando venne riscoperta da Luigi La Rocca, storico appassionato del Milan. Successivamente, grazie anche all’interessamento del Milan, la sua tomba venne traslata in un colombaio al Cimitero Monumentale di Milano, nella Galleria BC Levante Inferiore, reparto 15, cella 162.

Il 2 novembre 2010, per iniziativa di Banda Casciavit – Herbert Kilpin Firm, della Curva Sud Milano e dello stesso Luigi La Rocca, il Comune di Milano ha iscritto il nome di Herbert Kilpin nel Famedio, imponente costruzione funeraria nello stesso Cimitero Monumentale destinata all’eterno riconoscimento dei personaggi “illustri e benemeriti” della città di Milano, tradizionalmente inseriti con cerimonia presieduta dal sindaco ogni 2 novembre. Nel 2019 il Comune di Milano ha dedicato a Kilpin una rotatoria davanti alla nuova sede della società rossonera, a 120 anni dalla sua fondazione.

Herbert Kilpin al centro del terzetto in prima linea

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