6 Luglio 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Ibra, il Milan e l’attacco del futuro

La stagione sfortunata dello svedese pone al Milan dei seri interrogativi circa il futuro.

La notizia è di ieri e quando tutti lo abbiamo saputo, tutti abbiamo avuto una duplice reazione: da una parte lo sconforto di sapere che appena rientrato Zlatan Ibrahimovic dovrà rimanere ancora fermo per un altro infortunio e dall’altra la consapevolezza che bene o male ce lo saremmo aspettato.

Zlatan ha riportato un risentimento ai flessori della coscia nel ritiro della Nazionale svedese ed ora è arrivato il responso che parla di un fermo di almeno due settimane. Si teme però, data la sua età e la sempre meno reattività del suo fisico, che lo stop possa allungarsi. Dal suo ultimo infortunio il percorso riabilitativo era stato fatto in una maniera assolutamente corretta, poi il rientro poco per volta, qualche panchina, qualche minuto in partita e il suo definitivo rientro contro l’Udinese che gli ha visto segnare il gol del record cioè quello del calciatore più anziano ad andare a segno in Serie A, battendo Alessandro Costacurta che lo deteneva.

Il Milan quindi non ha sbagliato e ha gestito le forze ed il fisico dello svedese in modo giusto ma pensiamo che l’errore questa volta sia stato rispondere alla chiamata della Nazionale. Ed è arrivato l’infortunio. Ibrahimovic è un idolo assoluto per il popolo milanista, un campione universalmente riconosciuto e il Milan di oggi gli deve riconoscere molto per come ha saputo guidare i giovani virgulti della squadra rossonera insieme a Stefano Pioli.

Ci sembra però che Ibra abbia delle difficoltà a riconoscere che forse sia arrivato il momento di dirottare la sua carriera verso altri compiti, lasciando perdere il calcio giocato. Tutti i tifosi rossoneri o vedrebbero bene in un ruolo dirigenziale all’interno del Milan, specialmente a contatto con la squadra.
Certamente con questo infortunio siamo dell’idea che Paolo Maldini e Ricky Massara siano ben consci del fatto che mai come quest’annata l’attacco del Milan stia perdendo colpi e sia in grosse difficoltà.

Se osserviamo bene (ma forse basta anche un’occhiata veloce) è il solo Olivier Giroud che sta sorreggendo “la baracca” dell’attacco milanista e lo sta facendo anche bene ma è ovvio che a Oli non si può chiedere di più. Un marziano anche lui, come Ibra, il fisico lo sorregge ancora e lui è motivato come un ragazzino ma rendiamoci conto che 36 anni li ha e al francese non si potranno chiedere miracoli e ancora molti anni a venire.

Ad accompagnare l’infortunato Zlatan e il roccioso Olivier ci sono Divock Origi e Ante Rebic. Per quanto riguarda il primo possiamo dire con tutta tranquillità che si tratta di un fallimento. Non essendo un giovanissimo e quindi avendo l’esperienza di aver giocato anche in un campionato difficile come la Premier League, da lui ci si aspettava molto di più. Lo abbiamo aspettato perché arrivato infortunato ma ora, smaltita la cosa, tutti abbiamo notato che è un po’ un pesce fuor d’acqua.

Circa il croato invece è da inizio stagione che è in una spirale di involuzione dalla quale non esce e ogni volta che entra in campo non sposta di una virgola gli equilibri. È ovvio quindi pensare che Maldini e Massara si dovranno dare molto da fare nella prossima sessione estiva di calciomercato perché saranno necessari almeno due attaccanti di spessore, in primis per sostituire Origi e Rebic che ad oggi sembrano destinati a partire e in secondo luogo per supportare il lavoro di Giroud.
Sarà necessario avere un ottimo attaccante giovane ma che sia abituato ad andare in doppia cifra e magari uno da svezzare. I nomi li abbiamo fatti anche ui nelle nostre pagine: si va da Folarin Balogun dell’Arsenal a Terem Moffi del Nizza, senza tralasciare Hojlund dell’Atalanta anche se per quest’ultimo la concorrenza è davvero tanta, sia nazionale che estera.

Non vogliamo buttare via Ibra. Ripeto, Zlatan per noi è un idolo assoluto e gli vorremo bene per sempre. Lo vogliamo al Milan per sempre ma, così come noi, anche lui deve rendersi conto che potrà far grande il Milan anche senza giocare. Il bene del Milan deve venire sempre prima di tutto.


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