
È ufficiale: Igli Tare ha firmato oggi un triennale da 800mila euro netti l’anno come nuovo Direttore Sportivo di A.C. Milan. Nell’augurargli il meglio, un buon lavoro ed un grande in bocca al lupo ripercorriamo insieme la sua carriera in questo ruolo.
La sua carriera di calciatore lo ha visto giocare con le maglie di Partizani Tirana, Waldhof Mannheim, Karlsruhe, Fortuna Düsseldorf, Kaiserslautern, Brescia, Bologna e Lazio. Alla scadenza del suo contratto da calciatore rinnova ancora ma Claudio Lotito, il presidente dei biancocelesti, nell’estate 2008 gli propone invece un ruolo dirigenziale, in veste di coordinatore dell’area tecnica, coadiuvato dal consulente Guglielmo Acri per il mercato in uscita, e Tare accetta subito l’incarico.
Il 9 luglio firma così un contratto biennale e parte con la squadra per il ritiro di Auronzo di Cadore, andando a sostituire di fatto la figura del direttore sportivo Walter Sabatini, arrivato a scadenza di contratto ed ingaggiato dal Palermo. Il 20 aprile 2009 consegue a Coverciano il diploma di direttore sportivo a pieni voti.
Nel 2015 riceve il premio “Italian Sport Awards”, evento che premia le eccellenze dello sport italiano.
Lungo la sua carriera come direttore sportivo, nel calciomercato, ha formalizzato qualche acquisto di successo, tuttavia ha anche generato moltissimi esuberi i cui ingaggi hanno pesato sulle casse del club, bloccando reiteratamente il calciomercato nelle varie sessioni a causa dei limiti dovuti all’indice di liquidità.
Sotto la sua direzione sportiva, la Lazio ha vinto 3 volte la Coppa Italia e 3 volte la Supercoppa italiana.
Il 5 giugno 2023, dopo 18 anni, annuncia la sua separazione dal club romano.
La sua competenza, la conoscenza delle lingue (ben 6), i rapporti con gli agenti e con gli ex colleghi gli consentono di arrivare a determinate figure nel panorama calcistico.
Proprio l’amicizia con uno di loro, un certo Miroslav Klose, ha regalato alla Lazio uno dei giocatori più importanti della sua storia, fondamentale anche per l’immagine della società nel mondo.
Nella sua carriera ha messo a segno colpi importanti, non solo dal punto di vista tecnico ma anche in ottica di player trading. L’elenco, abbastanza lungo, comprende giocatori come Keita, Felipe Anderson, Lucas Biglia (che poi approdò anche al “Milan cinese”), Hernanes (costato 9,5 milioni e venduto all’Inter a 20), De Vrij, Luis Alberto (che faticava al Liverpool, ma Tare ha creduto in lui), Lucas Leiva, Lulic, Candreva e quello più famoso ed eclatante cioè Sergej Milinkovic-Savic il cui cartellino toccò l cifra record – per la Serie A in quegli anni – di 100 milioni di euro e che poi approdò nel campionato arabo.
Tante intuizioni vincenti, ma come è normale che sia anche qualche scelta sbagliata. Tra le operazioni rivelatesi un flop rientrano, tra gli altri, gli affari Muriqi (forse il flop più grande), Hoedt, Durmisi, Vavro, Escalante, Luis Maximiano e Djibril Cissé.
Oltre ad essere esperto di calcio giocato, dopo la sua lunga carriera, è famoso anche per la filosofia del gruppo che lui ripete come un mantra: “Non conta il nome scritto dietro la maglietta, ma il simbolo davanti”.
Il suo metodo sul mercato è semplice: gli segnalano un giocatore, Tare lo studia ore in video – e in questo senso la collaborazione con Geoffrey Moncada sarà un binomio vincente – e poi lo va a vedere di persona, si informa sul carattere, parla con la famiglia e se ci sono i presupposti economici, umani e tecnici, tenta di convincere la dirigenza a comprarlo. Forse la parte più complicata del lavoro, ma di solito gli riesce.
Nella stagione 2022/2023, l’ultima di Tare alla Lazio, la squadra ha chiuso il campionato in seconda posizione alle spalle del Napoli.


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