L’opinione di Matteo Battisti
Il trasferimento del difensore francese Pierre Kalulu, alla rivale italiana Juventus, è stato ormai ufficializzato da qualche giorno. Un’operazione che, secondo molti pensieri dalla piazza milanista, non contribuisce al bene della società e della squadra.
Una grande parte mette in discussione la decisione di accettare una formula di acquisto basata sul prestito con il diritto di riscatto, criticando le cifre che la società rossonera ha accettato (3,3 milioni per il prestito pagabili in due esercizi, 14 milioni per il riscatto e altri 3 di eventuali bonus).
Una differente parte di pensieri critica la decisione stessa di vendere un giocatore che aveva ormai fatto breccia nei cuori dei tifosi milanisti, e che giudicavano come un elemento importante all’interno della rosa del Milan.
La domanda su cui si potrebbe instaurare una valida tesi è se sia giusto dare fiducia a giocatori prospetticamente efficaci ma ultimamente sottotono come Kalulu, oppure incassare e provare ad investire su altri elementi che potrebbero ritrovarsi nella medesima situazione.
Soffermandosi sulla vicenda del difensore francese possoaffermare in totale sicurezza che la cifra proposta ed accettata dal club rossonero potrebbe non essere inerente al valore contemporaneo dei giocatori di oggi.
In parte d’accordo con la prima parte di pensiero citata precedentemente, è possibile svolgere una critica sulla trattativa svolta e contestare la cifra finale che la società rossonera andrebbe a percepire in caso di riscatto del giocatore.
Agganciandoci ad un banale esempio come quello di Harry Maguire (ottimo giocatore ma molto distante dalla sua cifra di acquisto di 87 milioni), si può recriminare il mancato tentativo di aumento dell’offerta.
Tenendo conto dello strapotere economico delle squadre inglesi, ci si chiede il motivo per cui il francese del Milan non sia stato offerto a club inglesi, avendo anche interesse da alcuni, e sia stato invece indirizzato in una diretta rivale, per una cifra che oramai non rispecchia i valori che circolano in questi tempi.
Con questa operazione di uscita la società rossonera evidenzia ulteriormente le difficoltà nella vendita e nella valorizzazione dei propri giocatori, dimostrandosi capace di incassare somme importanti solamente attraverso i titolarissimi (es. Tonali). Un club può e deve essere solido sul guadagno derivato dal mercato in uscita che può in alcuni casi influenzare quello in entrata.
In conclusione, se la nostra dirigenza non è in grado di gestire le trattative per i nostri giocatori, allora urge una figura apposita che si occupi proprio di questo e che non abbia paura di alzare le cifre e perdere l’offerta.
Mi chiamo Matteo Battisti, ho ventidue anni e sono un grande appassionato di calcio e tifoso rossonero. Studio presso l’Università degli Studi Roma Tre per il corso di laurea di Scienze della Comunicazione.
Il mio sogno è quello di poter un giorno entrare a far parte della redazione di una testata rossonera. Nel mentre coltivo la mia passione per il giornalismo, la comunicazione e soprattutto per il Milan.
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