Tutti davano per spacciato il Milan. Ad ogni ora un giocatore dichiarava forfait e ormai era diventato quasi irritante contare il numero degli infortunati. L’ultimo in ordine di tempo, dopo il problema all’anca destra dichiarato da Ante Rebic, è stato ieri sera Theo Hernandez per colpa di una contusione subita durante l’ultimo match contro l’Udinese.
Il numero degli infortunati o indisponibili sale così a sette: Theo Hernandez, Tonali, Bennacer, Rebic, Çalhanoglu , Ibrahimovic e Mandzukic. Per questo, ripeto, tutti raffiguravano ormai il Milan come un vitello da sacrificare al macello che il Verona, squadra quadrata e tosta che nelle passate settimane aveva fatto dannare le grandi, avrebbe certamente organizzato. Con un attacco che vedeva un’unica punta centrale nella persona di Rafael Leao (solitamente non il suo ruolo preferito) ed il supporto di Saelemaekers a destra, Castillejo a sinistra ed un inedito Krunic trequartista già si leggevano gli strali dei preveggenti la sfortuna della squadra rossonera.
Gli avvoltoi de “il Milan è morto” aspettavano ormai di vedere il cadavere rossonero uscire martoriato dal Bentegodi e invece i rossoneri espugnano questo stadio e portano a casa tre punti pesantissimi in chiave Champions. Vittoria di carattere e qualità: una partita comandata dal primo all’ultimo minuto di gara. Dopo il vantaggio di Rade Krunic nel primo tempo (una splendida rete su punizione, senza volere essere blasfemi, alla Baggio), i rossoneri trovano il raddoppio con Diogo Dalot nella ripresa con un goal, lasciatemelo dire, veramente strepitoso. Donnarumma rischia il minimo, perché i suoi difendono con ordine e tengono in mano costantemente le redini del match, con un Franck Kessié sontuoso in mezzo al campo e un Soualiho Meité alla sua miglior prestazione da quando è al Milan.
Un successo strameritato e fondamentale: ora testa al Manchester. Andiamo in Inghilterra a giocarcela. Non pensiamo che tutti i problemi siano finiti ma il Milan ha dato un segnale chiaro, inequivocabile e importante sia al Man Utd che a tutti gli altri e cioè che anche (ma soprattutto, aggiungerei) nei momenti di estrema difficoltà i rossoneri sanno essere squadra, sanno compattarsi e reagire!
Ancora una volta sono qui a dire a tutti (gufi, tifosotti e porta-rogna) che il Milan, squadra dall’età media più bassa del campionato e che quindi a volte può peccare di ingenuità, ha questa cosa dalla sua parte: il saper essere squadra e saper fare quadrato come se fosse una formazione a testuggine dell’antico esercito dell’Impero Romano. Quindi, grandi ragazzi e ancora una volta bravissimo Stefano Pioli a fare il massimo con ciò che al momento ha a disposizione e a fare in modo che i ragazzi lo seguano come si segue un comandante che guida i suoi soldati alla vittoria!
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