8 Maggio 2025

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

In attesa delle finali

Dopo la semifinale di ritorno di Champions League, giocata ieri sera tra Inter e Barcellona a San Siro, sono accadute tante cose sulle quali vale la pena riflettere. Provo a elencarle tutte e a dare la mia opinione, cercando di sviscerare i vari nodi della questione.

In breve sintesi, cominciamo col dire che tra andata e ritorno abbiamo assistito a due match tra squadre che, se non fossimo milanisti, ci avrebbero anche fatto divertire.
Sì, perché chi sostiene che bisogna essere sportivi e che in Champions League si debba tifare per le italiane, in fondo sta peccando di onestà.
Se avessimo potuto prendere 100 veri tifosi rossoneri che ieri sera erano davanti alla TV, non ne avremmo trovato uno felice per il passaggio in finale dell’Inter. E onestamente, affermare che ha vinto la squadra che ha giocato meglio è piuttosto impreciso.

Ieri sera – ma lo stesso vale per l’andata – le due squadre hanno mostrato le seguenti statistiche:

  • Tiri totali: Barcellona 22 – Inter 13
  • Tiri in porta: Barcellona 10 – Inter 7
  • Possesso palla: Barcellona 72% – Inter 28%
  • Fuorigioco: Barcellona 2 – Inter 9
  • Rigori assegnati: Barcellona 0 – Inter 1
  • Rigori negati: Barcellona 1 – Inter 0

Mi fermo qui.
Se dobbiamo dire qualcosa su Inter e Barcellona, è che i primi hanno messo in campo tutta la grinta possibile e, anche ieri sera, non si sono fatti mancare il solito “vizietto” della pallamano in area. I secondi, invece, sono una squadra giovane, con ottima tecnica individuale e buon gioco di squadra, ma frequentemente incapace di finalizzare, affidandosi troppo spesso alle invenzioni di Yamal, che tutti abbiamo visto essere di una pasta sopraffina.

L’ho già detto in precedenza: hanno vinto i migliori?
Se vado a rivedere tutti gli episodi dubbi, poco chiari o – in alcune occasioni – spudoratamente disonesti delle partite giocate dai nerazzurri, sia in campionato che nelle coppe, non riesco ad affermare che siano i migliori.
Diciamo che è una buona squadra, sicuramente organizzata, e che in più di un’occasione è stata anche fortunata.

Qualcuno dice che questo è il mio modo di “rosicare”? Certo che rosico…
Ma perché l’Inter va in finale senza essere – a mio giudizio – né la squadra migliore né la più corretta.
In ogni caso, chiudo questa parentesi per aprirne un’altra dal titolo…

Seconda finale di Champions League in tre anni… ma non solo

Agosto 2022: RedBird Capital Partners acquista l’AC Milan, rilevando il 99,93% della società dal fondo Elliott Management Corporation.
Da allora – cioè in tre anni – l’Inter ha raggiunto due finali di Champions League e vinto il suo 20° scudetto, quello della seconda stella.
Nello stesso periodo, il Milan è arrivato rispettivamente quarto e secondo in Serie A. Quest’anno è nono, con due allenatori cambiati e una stagione piena di alti e bassi, dopo essere stato eliminato dalla Champions League nei modi più disparati.

Gerry Cardinale affermò:

“L’Inter ha vinto lo scudetto ma l’anno successivo è andata quasi in bancarotta. Vogliamo la stessa cosa per il Milan?”

Certamente no, Gerry.
Nessuno vuole la bancarotta per il Milan, ma un progetto coerente con le ambizioni dichiarate da RedBird – dichiarazioni che alla luce dei fatti non si sono mai tradotte in azioni concrete – quello sì, lo vorremmo vedere.

Vedere l’Inter per la seconda volta in finale nel giro di tre anni, e confrontarlo con il lavoro fatto al Milan dalla tua dirigenza, dovrebbe almeno ispirarti due cose:

  1. Prendere appunti su come si fa a mantenersi stabilmente non solo tra le prime quattro, ma tra le prime due del campionato.
  2. Capire cosa serve per arrivare sempre in fondo alla Champions League.

E tu lo sai bene, Gerry, cosa questo significhi per una società di calcio: soldi.
Quelli che il nefasto presidente Scaroni indica come risultato, quando afferma che l’obiettivo del Milan è arrivare tra le prime quattro in Serie A.

Già, perché per noi tifosi, vincere una Champions è un sogno.
Ma per una società – e tu lo sai benissimo – la Champions conta soprattutto per il percorso, che porta guadagni costanti (la finale, da sola, rende solo 7 milioni).
Invece, se c’è una certezza quest’anno, è che le promesse fatte in questi tre anni non sono state mantenute.
Anzi, il Milan, sotto la tua gestione, ha vissuto più sconvolgimenti e cambiamenti drastici che un vero progetto di crescita costante.

Questo vale sia per la squadra – tra allenatori e giocatori – che per la dirigenza.
E non bisogna dimenticare la questione stadio, che ormai è diventata una barzelletta internazionale.
Della serie: “Anche con gli americani, gli italiani restano italiani”.

Ecco perché siamo in attesa delle finali

Perché il prossimo 14 maggio la nostra “finalina” sarà quella che, se vinta, ci permetterà almeno di tornare in Europa, dopo una stagione davvero da dimenticare.
Certo, non sarà l’Europa che volevamo, ma dobbiamo accontentarci.
E usare questo momento – mentre guardiamo dall’altra parte del Naviglio – come sprone per fare meglio, per tornare a essere quello che eravamo anni fa.
Un cammino che, onestamente, sembravamo aver intrapreso prima del tuo arrivo, caro Gerry.

Tornare a essere quel Milan che molti, in Italia e in Europa, ancora ammirano e celebrano.
Non è un progetto difficile, se ci si pensa bene.

Basta affidare certe mansioni a persone competenti.
Persone che sanno portare avanti un progetto sportivo, lavorando in sinergia con chi – giustamente – deve guardare anche all’equilibrio economico.

Perché, caro Gerry, nessuno vuole la bancarotta per il Milan.
L’abbiamo quasi sfiorata tra la fine dell’era Berlusconi e il periodo “cinese”.
Ma nemmeno vogliamo essere sani in bilancio, restando però squadre da metà classifica.

Ne va anche del tuo portafoglio, no?


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