Le ragioni per le quali è probabile che non vedremo il giapponese in rossonero … a meno di incastri particolari. Vediamo quali.
A meno di clamorosi colpi di scena, prende sempre più corpo l’ipotesi che Daichi Kamada non possa diventare un rossonero. La ragione è molto semplice e non è legata ad alcun motivo di carattere tecnico. Il giapponese infatti rappresenterebbe un profilo interessante per il gioco del Milan improntato da Stefano Pioli quando viene applicato iil famoso modulo 4-2-3-1.
Il giapponese ha quelle caratteristiche e quei colpi in canna che lo farebbero diventare un sostituto decisamente migliore di Brahim Diaz, tornato al Real Madrid, il quale però ha dato il meglio di sé quando ha giocato partendo da esterno destro.
Kamada però andrebbe ad occupare il secondo slot disponibile per giocatori extracomunitari (il primo lo ha occupato Ruben Loftus-Cheek, il cui acquisto è stato definito ieri a Londra da Giorgio Furlani).
In questo momento, nella rosa del Milan sono presenti 5 giocatori extracomunitari: il portiere colombiano Devis Vasquez (probabile prossimo partente), il difensore inglese Fikayo Tomori, il centrocampista bosniaco Rade Krunic, l’esterno brasiliano Junior Messias e l’attaccante serbo Marko Lazetic (che rientrerà dal prestito all’Altach).
Se è vero, come sembra, che per Devis Vasquez il futuro sia lontano da Milanello visto che il reparto portieri è già definito con Mike Maignan, Marco Sportiello (annunciato ufficialmente oggi) e il probabile rinnovo di Antonio Mirante come terzo, sarebbe libero quindi solo uno slot.
La questione è pero legata alla posizione di ala destra. Geoffrey Moncada punta decisamente a Samuel Chukwueze del Villareal ed è giocatore che se arrivasse occuperebbe l’ultimo slot disponibile.
Sul web, però, si sta diffondendo una curiosa teoria che ha già attirato l’interesse di diversi tifosi milanisti. Infatti il ritardo della definizione dell’affare a parametro zero potrebbe essere causato dalla volontà dell’entourage del giapponese di ottenere anche il passaporto tedesco per il loro assistito. Questo consentirebbe al Milan di non andare a timbrare una casella per gli extracomunitari. Il giocatore risiede da 5 anni in Germania (precisamente a Francoforte) e avrebbe così la possibilità di richiedere anche la nazionalità tedesca, oltre alla sua originale giapponese.
C’è un “ma” … innanzitutto il Giappone non permette ai suoi cittadini di possedere una doppia nazionalità a meno che di fatto non rinunci a quella originaria (cioè a quella nipponica). Difficile immaginare, dunque, che Kamada prenda il solo passaporto tedesco lasciando la sua nazionalità e la possibilità di giocare nella sua nazionale rinunciando a rappresentarlo ai Mondiali. Il Milan, dunque, probabilmente non avrà uno slot extracomunitari in più grazie a Kamada, come speravano da qualche ora alcuni tifosi rossoneri.
Il Milan potrà quindi acquistare secondo la regola due calciatori extracomunitari, uno senza nessun tipo di vincoli e un altro solo ed esclusivamente in caso di uscita di uno tra Vasquez, Tomori, Krunic, Messias e Lazetic all’estero, non quindi in club italiani. Escludendo Tomori e Krunic che ovviamente sono confermati tra i titolari e non in vendita, ed inoltre ipotizzando che Vasquez lasci il posto per Chukwueze, rimane solo la speranza che il Milan ceda Messias o Lazetic all’estero per fare arrivare Kamada.
Kamada quindi arriverebbe in rossonero solo se come ala destra il Milan facesse arrivare, per esempio, Christian Pulisic dal Chelsea che è sì statunitense (quindi extracomunitario) ma ha anche passaporto croato, lasciando perdere Samuel Chukwueze. Una situazione abbastanza ingarbugliata … e nel frattempo qualche altra squadra potrebbe inserirsi per Kamada.
[noptin-form id=6450]
All’anagrafe Kevin Bonvicini.
Malato rossonero, seguo il calciomercato del Milan.
Scopri di più da RossoneroBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Altri articoli
Che stavolta sia davvero mercato a gennaio?
Il Milan si unisce alla Roma nella corsa ad un difensore del Nottingham Forest
Si cerca un vice Theo Hernandez