Ormai se ne parla da almeno due-tre giorni: il Milan punta ad un 19enne esterno d’attacco cileno dal nome di Dario Osorio. Giovane ma a quanto pare già un fenomeno, entrato di prepotenza in prima squadra alla Universidad de Chile (3a in Primera Divisiòn cilena) ed anche nel giro della nazionale.
I rossoneri avrebbero già pronta un’offerta da 5 milioni di euro per il ragazzo che è seguito già da altre squadre. Ed ecco infatti che l’Aston Villa sta provando a bruciare la concorrenza con un’offerta da 15 milioni … tre volte tanto l’offerta del Milan.
Transfermarkt, famoso portale con tutte le statistiche e le valutazioni dei cartellini di tutti i giocatori, fornisce una valutazione di 3 milioni per il giovane cileno. Quindi gli inglesi sarebbero disposti a pagare 5 volte tanto la valutazione ufficiale.
Stiamo parlando di una squadra, quella di Birmingham, che sta veleggiando a metà classifica nella massima serie inglese. Non certo una potenza come il Man City o il Newcastle, in mano agli arabi, o il Chelsea (che comunque è 10° con un solo punto in più rispetto al Aston Villa) che ha speso finora 250 milioni nel mercato invernale.
È lampante quindi che la potenza economica della Premier League è assolutamente più alta di qualsiasi altra lega europea perché la 11ma in classifica può permettersi di spendere – senza fare alcun debito – di più di altre squadre più “altolocate in classifica” di altri campionati.
La Premier League è di fatto una Superlega, un concetto che la UEFA ha condannato quando Real Madrid, Barcellona e Juventus hanno portato avanti tale progetto e con i quali ha un contenzioso. Gli inglesi costituiscono una Superlega autorizzata dalla UEFA.
Ma perché la Premier League genera così tanto denaro da poter spendere?
I due principali fattori di guadagno in Inghilterra per le squadre di football sono diritti televisivi e stadi di proprietà, ai quali poi si accompagnano introiti pubblicitari, vendita di merchandising ecc.
Tanto per fare un esempio, circa i diritti TV che le squadre incassano, i club inglesi promossi dalla Championship (serie B inglese) passano da incassi di circa 9,4 milioni di euro per la Championship a un minimo di 117,6 milioni di euro per la Premier League. Quindi chi viene promosso in Inghilterra incassa un minimo di circa 108,2 milioni di euro in più rispetto alla stagione in cadetteria. Per non parlare del fatto che esiste anche un “paracadute” per quelle che dalla prima divisione vengono retrocesse in Championship: se a retrocedere è una squadra con alle spalle un solo anno nel massimo campionato, è previsto un contributo biennale:
- Poco più di 50 milioni di euro al primo anno, che equivale al 55% della quota di diritti TV divisa in parti uguali tra i 20 club;
- 41 milioni di euro al secondo anno, il 45% della quota di diritti tv divisa in parti uguali tra i 20 club.
Quindi nei successivi due anni dopo la retrocessione dalal Premier il club incasserà circa 91 milioni di euro in totale.
Tra diritti tv e paracadute dunque, l’accesso alla Premier League per il Nottingham Forest, che ad esempio come il Monza ha vinto il playoff per l’ultimo posto contro l’Huddersfield, è valso minimo di 199,2 milioni di euro. Il Monza per lo stesso motivo di milioni ne ha ricevuti 24 …… mentre il paracadute per una retrocessione sarebbe di soli 10 milioni e solo per il primo anno.
C’è poi da aggiungere che sono pochissime le squadre di calcio (tutte concentrate in Championship) che non hanno uno stadio di proprietà mentre averlo significa gestire gli introiti derivanti da vendita biglietteria, abbonamenti, musei nello stadio, bar e ristoranti e negozi di merchandising.
Vi ho spiegato bene di cosa sto parlando e del perché lo sto facendo?
Lo sto facendo per far capire un paio di cose: la prima è che ogni qualvolta gli inglesi si buttano su un giocatore nelle sessioni di calciomercato è ovvio che ne escono vincitori a meno che il giocatore si impunti e non ci voglia andare … anche perché con una simile potenza economica non solo il valore del suo cartellino aumenta in maniera esponenziale (guadagno enorme per il venditore) ma anche l’ingaggio segue gli stessi parametri (guadagno enorme per il giocatore). La seconda è che, prima con Elliott e ora con Red Bird, il Milan è l’unica società in Italia che sta seguendo ormai da più di tre anni un percorso di risanamento economico e di auto-sostenibilità che l’obiettivo di avere uno stadio di proprietà (ma in questo aspetto la Juventus ci è arrivata prima …. ma con i conti disastrati).
Qual è il punto? Non avendo un ammontare di diritti TV enorme come quello della Premier League è obbligo veleggiare quanto più possibile con i conti in ordine e aumentare gli introiti derivanti da sponsor e tournèe (estive, invernali ecc – già in programma per esempio una o due partite allo Yankee Stadium di New York) in attesa di avere uno stadio di proprietà (magari da soli) per fare aumentare ancora di più gli introiti …. e poter poi spadroneggiare in sede di calciomercato come fanno le inglesi.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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