
La stagione si chiude tra contestazioni, delusioni e incertezze. Tare in arrivo, Ibrahimović sotto esame, Cardinale silente. Il futuro del club passa da chiarezza, visione e fatti concreti.

Sabato sera andrà in scena l’ultimo capitolo di una stagione che, per molti tifosi rossoneri, è da archiviare al più presto. Senza drammi sportivi come una retrocessione, certo, ma con una delusione palpabile che stride con le aspettative legittime dopo lo scudetto del 2022, visto da tutti come il preludio a un nuovo ciclo vincente.
Il Milan 2024/25 si chiude con un bilancio amarissimo: fuori da tutte le Coppe, nono in classifica, e con il progetto “Milan Futuro” già retrocesso in Serie D dopo appena una stagione. Un’annata fallimentare sotto ogni punto di vista.
Per sabato è attesa una contestazione, che secondo le anticipazioni sarà pacifica, da parte della Curva Sud. Il piano prevede un presidio davanti a Casa Milan e, successivamente, la presenza sugli spalti di San Siro solo per i primi 15 minuti del match, prima di abbandonare lo stadio in segno di protesta.
Si può discutere sulle modalità, ma non sull’opportunità della contestazione: i numeri parlano chiaro, così come il disorientamento di una tifoseria che da settimane si interroga sul presente e, soprattutto, sul futuro del club.
La prospettiva di una cessione da parte di RedBird Capital appare remota. Il fondo guidato da Gerry Cardinale sembra intenzionato a vendere solo a progetto completato. La sua assenza prolungata, unita alle sue stesse dichiarazioni passate, lascia pochi dubbi: il Milan è considerato un asset economico, prima ancora che sportivo.
In questo contesto si inseriscono le voci su un possibile ingresso di Aramco. L’operazione avrebbe un duplice scopo: liquidare definitivamente la quota residua del vendor loan di Elliott (oggi intorno ai 500 milioni) e aprire le porte a un nuovo socio di minoranza, con la possibilità – in futuro – di acquisire la maggioranza, probabilmente quando il nuovo stadio sarà realtà.
Sul fronte dirigenziale, è attesa a ore la firma di Igli Tare come nuovo direttore sportivo. L’ex Lazio andrà a rafforzare un’area tecnica che sarà oggetto di profondo restyling. Secondo indiscrezioni, sarà proprio Tare a scegliere il nuovo allenatore, mentre Geoffrey Moncada resterà con il ruolo di direttore tecnico, con delega allo scouting. I rapporti tra i due sono ottimi, così come l’intesa con Zlatan Ibrahimović, figura sempre più centrale, almeno sulla carta.
Proprio Ibrahimović, presentatosi a inizio stagione come plenipotenziario rossonero, ha progressivamente diradato le sue apparizioni. Ora è atteso alla prova dei fatti: dovrà chiarire pubblicamente e operativamente il proprio ruolo nel progetto Milan.
Furlani, confermato come amministratore delegato, continuerà a gestire l’area economica e avrà l’ultima parola sulle operazioni di mercato. Tuttavia, alla luce delle voci sull’ingresso di nuovi investitori, è legittimo domandarsi: quanto durerà ancora la sua permanenza al vertice?
La prossima stagione dovrà rappresentare una svolta. Serve chiarezza nei ruoli, coerenza nelle scelte e una visione che metta al centro il Milan, non solo come asset finanziario, ma come club storico e ambizioso. La pazienza dei tifosi è al limite. Ora servono fatti.


Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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