Dopo gli avvenimenti di stanotte e l’ennesima misera prestazione del nostro povero Milan contro la Roma, queste parole del grande campione Gino Bartali, un mix di vis polemica e astuzia contadina, tornano immediatamente alla memoria e risultano quantomai azzeccate. Sì, perché è impossibile non ricordare le dichiarazioni estive di Zlatan Ibrahimovic, quando alla stampa sottolineava come la scelta di Paulo Fonseca fosse stata ben ponderata: la dirigenza rossonera voleva portare qualcosa di nuovo a San Siro, puntando su un Milan che giocasse in maniera offensiva e dominante.
Tuttavia, se mettiamo a confronto queste dichiarazioni con il modo in cui stanotte è stato gestito l’esonero dell’allenatore, emerge chiaramente che questa dirigenza non ha idea di come dovrebbero funzionare le dinamiche tra dirigenti, allenatore e giocatori. Fonseca, infatti, è stato mandato ieri sera, dopo la partita, davanti ai giornalisti per rispondere a domande sull’esonero, quando la decisione era già stata presa e la dirigenza aveva già contattato Sergio Conceição. E il tecnico, incredibilmente, non era stato informato di nulla.
Un allenatore, dopo cinque mesi di risultati che definirli altalenanti sembra quasi un complimento, può immaginare che una soluzione drastica sia dietro l’angolo. Ma, in ogni caso, certe decisioni vanno prese in modo più “signorile”. Un dirigente serio – che poteva essere Ibrahimovic o Furlani – avrebbe dovuto presentarsi davanti ai microfoni al posto di Fonseca e fare una dichiarazione ufficiale, comunicando che l’AC Milan aveva deciso di interrompere il rapporto con il tecnico. Invece, mandarlo allo sbaraglio davanti ai giornalisti, già a conoscenza della notizia, è stata una scelta davvero poco professionale.
Questa dirigenza, alla quale in passato abbiamo perdonato qualche errore di inesperienza, non ha ancora capito come svolgere il proprio mestiere. Il risultato? Arriva un altro portoghese, descritto come una sorta di “Conte” lusitano, noto per l’abitudine a usare metodi piuttosto rudi con i giocatori. Nel frattempo, abbiamo di fatto buttato alle ortiche una stagione intera.
Se non raggiungeremo la zona Champions alla fine dell’anno calcistico e non proseguiremo oltre nell’attuale Champions League, mancheranno alle casse rossonere entrate fondamentali, e determinati progetti dovranno essere ridimensionati. Possiamo imputare a Fonseca la colpa di non essere riuscito a dare un’identità precisa e un gioco a questo Milan. Ma anche la dirigenza rossonera – Cardinale incluso, dato che ha avallato la scelta – ha la sua bella fetta di responsabilità. E prima o poi dovrà farci i conti.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
Scopri di più da RossoneroBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Altri articoli
Dove stanno i veri problemi
Mi guardo in giro e non vedo cose così migliori in maniera eclatante
La Champions League ed il tiro al piccione