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Secondo Dagospia c’è in atto una guerra intestina al Milan
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Al di là dei toni sensazionalistici tipici di una certa stampa che andava molto di moda in passato – ricordate Novella 2000? – Dagospia, il sito di Roberto D’Agostino che ama ficcare il naso in parecchie faccende, riporta ciò che alcuni di noi sospettavano da tempo: al Milan sarebbe in corso una guerra intestina tra due fazioni ben distinte.
Da una parte ci sarebbe il gruppo capitanato da Zlatan Ibrahimović, affiancato da Marcella Verini – responsabile della comunicazione per RedBird ed Elliott Investments – e, a quanto pare, sostenuto da Gerry Cardinale. Dall’altra, invece, troviamo la fazione guidata da Giorgio Furlani, a cui apparteneva anche Pier Donato Vercellone – Chief Communication Officer di AC Milan – che però, guarda caso, non lo è più da ieri sera, essendo stato allontanato dalla società.
Il titolo del mio post recita “Forse ora ne abbiamo la conferma” perché, in casi come questi, prima di fare dichiarazioni affrettate o, come è abitudine degli italiani, schierarsi subito a favore dell’una o dell’altra fazione, è sempre meglio procedere con cautela e cercare di saperne di più, evitando di lasciarsi trascinare dalle bombe di Dagospia.
Certo, va detto che Dagospia in passato ci ha spesso azzeccato e, osservando l’andamento della squadra e tutto ciò che è successo al Milan dall’inizio della stagione, potremmo anche capire il motivo di questi risultati altalenanti, che altrimenti risulterebbero inspiegabili.
Riporto testualmente dal sito di D’Agostino:
“Le due fazioni non si parlano, anzi, ciascuna prova a dare la colpa all’altra per il più grande errore commesso: non aver ingaggiato Antonio Conte la scorsa estate. Conte ha atteso il Milan fino all’ultimo, ma il club ha optato per un profilo più ubbidiente, quello di Paulo Fonseca, giubilato a gennaio per far spazio a Sergio Conceição, ora anche lui vicino all’esonero.”
Se a tutto questo aggiungiamo ciò che io e altri iscritti a questo gruppo abbiamo spesso indicato come uno dei problemi principali del Milan – e cioè l’assenza di un direttore sportivo con esperienza pluriennale, figura fondamentale sia nella costruzione della squadra sia come anello di congiunzione tra il gruppo e la dirigenza – oltre ad altre carenze già discusse, il quadro comincia a delinearsi con maggiore chiarezza. E forse ecco spiegato perché il Milan sembra una squadra allo sbando.
Non dimentichiamoci, inoltre, che – e questo è un mio parere personale – molti giocatori del Milan vedono ancora Zlatan come un ex compagno di spogliatoio e ora si ritrovano a doverlo accettare come dirigente, nonostante la sua scarsa esperienza in quel ruolo.
Siamo tornati ai tempi della guerra tra Galliani e Barbara Berlusconi. Forse con toni diversi, ma questa nuova faida ha già fatto la sua prima vittima: Pier Donato Vercellone.
Come finirà? Non ci resta che aspettare e sperare che questa stagione si concluda senza troppi danni collaterali. D’altronde, la guerra tra Galliani e Barbara Berlusconi terminò con la vendita del Milan…
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Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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Theo, il tempo delle scuse è finito
Questa è Sparta?