1 Luglio 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Maldini out: non è una decisione presa a caldo

Facciamo una breve cronistoria della carriera dirigenziale di Paolo Maldini al Milan per capire come la decisione di averlo esonerato non possa essere stata un fulmine a ciel sereno.

Paolo Maldini viene corteggiato da Fassone e Mirabelli quando il Milan era in mano (si sa poi quanto saldamente…) al cinese Yong Hong Li. L’ex-bandiera rossonera rifiuta ma nel 2018 cede poi alle lusinghe del Milan di Elliott, divenuto il nuovo proprietario, evidentemente perché rassicurato dal progetto americano. Nel 2018 si insedia anche Ivan Gazidis come Amministratore Delegato (CEO) e tra le varie figure entrano anche Geoffrey Moncada come Responsabile del Reparto Scouting, dove entra anche Hendrik Almstadt (del quale parleremo più avanti).

Nel giugno del 2019 Maldini passa poi dal ruolo di Direttore dello Sviluppo Strategico dell’Area Sportiva alla Direzione Tecnica della stessa, occupandosi pertanto di tutte le sue attività e le priorità del momento, rappresentate dalla campagna trasferimenti, la pianificazione dei vari settori in vista del raduni estivi e degli impegni di precampionato. In questa nuova veste lavora a stretto contatto con il nuovo Chief Football Officer Zvonimir Boban. Come Direttore Sportivo viene assunto Frederic Massara.

Nell’ottobre del 2019 viene assunto Stefano Pioli come tecnico in sostituzione di Marco Giampaolo, voluto da Maldini. Boban invece verrà poi licenziato “per giusta causa” per aver dato contro la società in una intervista alla Gazzetta dello Sport divenuta ormai famosa. Le mansioni di Boban vengono assorbite internamente. Viene stretto il patto tra Gazidis, Maldini, Massara e Pioli per un nuovo corso invece che far arrivare Ralf Rangnick, voluto dal CEO.

Già nel giugno del 2019 però giravano indiscrezioni su una possibile nomina a Direttore Sportivo di Hendrik Almstadt (venne invece assunto Ricky Massara). Almstadt, tedesco classe 1973, era già nel quadro dirigenziale del Milan da più di un anno ed era stato scelto da Gazidis per occuparsi di analisi dei giocatori, dal punto di vista tecnico ed economico-finanziario. Gazidis e Almstadt avevano già lavorato insieme all’Arsenal dal 2010 al 2015 e il tedesco aveva già ricoperto il ruolo di direttore sportivo, nel 2016 quando passò all’Aston Villa.

Con la nomina di Massara, Almstadt rimase a disposizione di Moncada e un discreto numero di operazioni e segnalazioni di mercato in questi anni vennero appunto da lui. Ecco quindi che ora, esonerati Direttore Tecnico e Direttore Sportivo, viene di nuovo fuori il nome di Almstadt.

La campagna acquisti rossonera potrebbe essere gestita da Geoffrey Moncada, attuale capo degli osservatori del Diavolo, e da Hendrik Almstadt, consulente tecnico prediletto da Gordon Singer, figlio di Paul Singer (titolare di Elliott Investments) che sta all’interno del CdA del Milan. Sopra di loro la parola finale spetta a Giorgio Furlani, AD della società, anch’egli uomo di Elliott nonché uomo di fiducia di Gerry Cardinale.

Proprio il responsabile dell’area scouting, Geoffrey Moncada, 36 anni, francese ex ragazzo prodigio, in rossonero dal 2018 dopo 6 anni al Monaco, aumenterà i propri margini operativi. Sarà il primo ispiratore delle strategie di mercato, insieme alla rete di osservatori. I maggiori colpi del mercato del Milan arrivano proprio da lui, da Almstadt e dal reparto gestito dal francese: Maignan, Theo, Tomori, Kalulu, Leao solo per citarne alcuni.

Le responsabilità di Maldini e Massara verranno quindi ridistribuite tra Moncada, Almstadt, Furlani e Billy Beane, 61 anni, da Orlando (Florida), gigante del player trading che ha proprio ispirato il film “Moneyball” del 2011 basato sul modello denominato appunto così, in sostanza cioè l’uso delle statistiche per capire se un giocatore può essere funzionale o meno per la squadra. Beane, ex giocatore di baseball e poi appunto manager, collabora già da tempo con Red Bird per il Milan e ora a quanto sembra il rapporto si intensificherà.

In sostanza quindi sono venuti a scontrarsi due tipologie molto differenti di vedere il calcio. Da una parte quella di Red Bird, basata sulla crescita e autosostenibilità creata con l’acquisto (definitivo o temporaneo) di giocatori adatti alla squadra sulla base di “data” e statistiche di modo da raggiungere determinati risultati sportivi. Dall’altra la visione di Maldini che ha tenuto botta fino allo scorso mercato, ricercando profili adatti grazie alla collaborazione con Moncada (magari però incaponendosi con gli arrivi di De Ketelaere – unica “colpa” il suo costo rappresentante il 70% del budget – e di Origi che ha fallito … ed entrambi non hanno fatto in modo di far piacere il DT alla nuova proprietà) ma ora richiedendo più soldi per competere con le big europee.

Attenzione però: già lo scorso anno Maldini e Massara sono rimasti in bilico fino all’ultimo giorno circa il loro rinnovo di contratto ma poi Cardinale ha dato il benestare, forse sull’onda dell’entusiasmo per lo scudetto vinto e – proprio per questo motivo – per una questione di immagine (non era il massimo spedire a casa il DT e il DS dello Scudetto) ma, dopo un anno abbastanza sotto le aspettative con un quinto posto diventato quarto grazie alla penalità comminata alla Juventus e giudicato da “otto” da parte della bandiera milanista, quest’anno i problemi sono tornati a galla.

Non è stata quindi una decisione presa a caldo sul momento ma ponderata lungo tutto l’arco della stagione appena conclusa.

Il Milan quindi cambia faccia, cambia totalmente gestione e l’unico segno di continuità per ora rimane Stefano Pioli che, a quanto sembra, beneficerà da questa nuova situazione con la possibilità di richieste ad hoc e di poter proferire parole sui nuovi acquisti. Resta da vedere cosa succederà nel calciomercato che inizierà il prossimo 1° luglio , sia a livello di entrate … ma anche di uscite.


Che succede adesso?

L'editoriale del Direttore