Da tempo, il sottoscritto e anche gli altri amici qui a RossoneroBlog sottolineano che spendere soldi per avere i giocatori migliori è, ovviamente, una buona politica. Tuttavia, lo è solo nel momento in cui puoi permettertelo, cioè quando puoi far uscire denaro dalle casse della società senza che ciò abbia ripercussioni sul bilancio.
L’alternativa è seguire la strada già intrapresa da altre squadre – in Italia, l’esempio lampante è l’Atalanta – ossia individuare talenti da far crescere, che possano prima contribuire al bene della squadra e poi diventare risorse preziose per il player trading.
In questo secondo scenario è entrato spesso in azione Geoffrey Moncada e il suo reparto scouting. Il francese ha avuto il merito di scoprire e segnalare, a chi successivamente avrebbe condotto le trattative per il loro arrivo, giocatori come – tra gli altri – Theo Hernandez e Tijjani Reijnders.
Ottimo, quindi, il suo contributo in questa fase. Tuttavia, a Moncada mancano competenze specifiche che normalmente sono ad appannaggio di una figura che al Milan continua a mancare: il Direttore Sportivo. Una lacuna già presente prima che il club affidasse la gestione al triumvirato Ibrahimovic-Furlani-Moncada.
Interessante, a questo proposito, la chiusura dell’ultimo editoriale su MilanNews firmato da Filippo Galli, una figura autorevole che, oltre ad aver sollevato trofei con il Milan, ha maturato esperienze significative sia come allenatore che nel lavoro con i giovani:
“È necessaria la figura di un direttore sportivo che si muova, certo, dentro i parametri finanziari indicati dalla società, ma che sappia anche allargarne il perimetro, che sappia sintonizzarsi con il tecnico e che conosca il campionato italiano. Un solo nome: Giovanni Sartori, definito il ‘Cobra’ per la sua capacità di osservazione dei calciatori, riuscendo poi a colpire e assicurarsi i migliori prospetti. Tra l’altro, Sartori ha già un passato legato ai colori rossoneri. Certo, resterebbe da chiarire come organizzare una convivenza con Ibrahimovic. Tuttavia, credo che, se davvero si vuole il bene del Milan, ognuno debba essere disposto a fare un passo indietro. In fondo, Paolo Maldini non è stato sollevato dal suo incarico in nome di una gestione più collegiale e ‘di team’? Ecco, allora, applichiamo questo principio e facciamo spazio a una figura di campo che – insieme ad altri eccellenti professionisti – possa contribuire a riportare il Milan dove deve stare.”
Il percorso che il Milan ha intrapreso, seguendo l’esempio di altre squadre in Italia e in Europa, è sicuramente quello giusto. Tuttavia, è fondamentale affidarsi alle persone giuste nei ruoli chiave.
Speriamo che Gerry Cardinale abbia avuto modo di osservare la situazione e stia valutando una riorganizzazione dell’organigramma. È in gioco il successo del progetto, che punta a una futura rivendita del club a cifre elevate.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
Scopri di più da RossoneroBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Altri articoli
Cosa stupisce ancora di questo Milan?