Siamo arrivati al 9 dicembre. Questa sera si giocherà Monza-Udinese, partita che poco muoverà in termini di classifica, se non che, in caso di vittoria, i brianzoli potranno sollevarsi appena dalla palude della zona retrocessione, mentre se a trionfare saranno i friulani, questi si porteranno a 2 punti dal binomio Milan-Bologna, due squadre che devono ancora recuperare la loro partita.
L’Atalanta è prima in classifica con 34 punti, il Napoli di Conte ha subito una battuta d’arresto, mostrando alcuni segni di cedimento (32 punti). Lazio e Fiorentina stanno marciando a spron battuto e, sulle ali dell’entusiasmo, sono ora appaiate all’Inter (31 punti). La Juventus, dopo l’ennesimo pareggio, è a 27 punti, ovvero 5 punti dal Milan che si trova settimo.
Il Milan, quindi, in questo momento si trova a 22 punti, ben 12 di distanza dalla vetta e 9 dal quarto posto utile per entrare in Champions League. Già di per sé questa situazione sarebbe preoccupante, ma vorrei farci preoccupare ancora di più facendo notare che abbiamo solo 3 punti in più dell’Empoli (!), abbiamo gli stessi punti del Bologna e, come “ciliegina sulla torta della preoccupazione”, ci metterei le sconcertanti prestazioni dei rossoneri, capaci di alcune rare imprese esaltanti, ma anche di molte (in numero maggiore) prestazioni imbarazzanti, come quelle recentissime contro la Juventus e la capolista Atalanta.
Per rispondere al titolo, questa è la situazione in cui ci troviamo: non ancora disastrosa, ma certamente incamminata verso il fallimento degli obiettivi fissati ad inizio stagione. Ed è proprio qui che voglio indirizzare la vostra attenzione.
Gli obiettivi di inizio stagione sono sempre due: in primis, il raggiungimento del quarto posto a fine stagione per entrare in Champions League; in secondo luogo, la conquista di un trofeo, che potrebbe essere la Supercoppa o la Coppa Italia, ed eventualmente lo scudetto.
Questo perché, laddove il Milan vincesse un trofeo o un titolo, il suo valore aumenterebbe, e ciò lo renderebbe più appetibile per futuri acquirenti a fine “progetto Red Bird”. L’ingresso in Champions e il successivo cammino il più lontano possibile contribuiscono, invece, a far entrare denaro nelle casse.
Ripeto, l’obiettivo è proseguire su un cammino tracciato dal progetto americano, che prevede nei suoi vari step di far crescere il valore della società per poi rivenderla al miglior offerente tra qualche anno.
Poniamoci però una domanda: dato il momento dei rossoneri, che sta andando avanti da inizio stagione con alti (pochi) e bassi (in misura maggiore), quasi fosse una montagna russa del porto di Santa Monica in California, se il Milan non dovesse centrare l’obiettivo minimo di entrare in Champions e non vincesse nulla, che succederebbe a maggio/giugno 2025?
Avendo esperienza personale di lavoro per americani, ve la faccio breve: la parola è ridimensionamento. Ci saranno vendite di giocatori pregiati e acquisti meno prestigiosi, licenziamenti di figure importanti (uno o più dirigenti, o l’allenatore), e tutto sarà fatto con l’obiettivo di rientrare in una certa linea tracciata e non perdere denaro. È lampante, dato che la prima preoccupazione di Red Bird, seguita in contemporanea dai progetti coadiuvanti (stadio, Milan Futuro, ecc.), è quella di non avere più debiti… ovvio, dato che si deve rivendere una società sana.
A questo punto sorge spontanea un’altra domanda: Gerry Cardinale è a conoscenza del fatto che il Milan si stia incamminando verso questo scenario possibile a fine stagione? Anche in questo caso ve la faccio breve. Per Red Bird, il Milan è un asset della società. Vi ricordo cosa significa un “asset”: gli asset aziendali rappresentano l’insieme dei beni e dei diritti di un’azienda che possono essere utilizzati per generare entrate e profitti. Nonostante le dichiarazioni che ogni tanto Cardinale rilascia, a Red Bird interessa solo lo scopo ultimo, cioè aumentare il valore della società per rivenderla a cifre molto alte a fine progetto. Se durante il percorso ci sono flessioni, si farà in modo di recuperare e rientrare dalle perdite, ma senza aumentare i debiti. Understand, come direbbero gli americani?
Se non si centrerà la Champions a fine stagione, bye bye a qualcuno di importante. Così come in precedenza non hanno guardato in faccia a nessuno, Maldini compreso, potrebbero non guardare in faccia nemmeno a Zlatan Ibrahimovic o Geoffrey Moncada, o anche a Jovan Zirovski, che finora non è riuscito a sviluppare il progetto di Milan Futuro insieme a Daniele Bonera. Potrebbe invece salvarsi Giorgio Furlani, perché in fondo è un amministratore e finora il suo mestiere (controllare il flusso del denaro) lo ha fatto bene.
COSA HA BISOGNO IL MILAN PER RADDRIZZARE LA BARCA?
Red Bird ha cercato di portare in Italia e in Serie A la mentalità anglosassone della Premier League, per quanto riguarda il calcio, coniugandola con il tipo di comunicazione e sviluppo economico tipico dello sport americano, un modello che in Inghilterra funziona bene. Ci si affida quindi a manager teoricamente esperti nei loro settori di competenza, che devono lavorare in sincronia per sviluppare un progetto comune. Ma, ahimè, finora quello che abbiamo capito è che questo modello ha funzionato solo in parte.
Sicuramente, a livello di comunicazione e marketing sono state fatte grandi cose, e questo ha permesso di generare ottimi flussi di cassa, grazie anche al fatto di aver attirato molti sponsor. A livello sportivo, però, il Milan zoppica. Non sto parlando della classifica e dei risultati, ma dei motivi per cui abbiamo questa classifica e questi risultati.
Alcuni esempi: la scelta del mister non è stata delle più brillanti, non perché io ritenga Fonseca scarso, ma perché i suoi schemi e il suo modo di far giocare la squadra richiedono tempo per essere assimilati.
La situazione è palese: siamo poco prima della sosta natalizia e ci troviamo nella situazione descritta all’inizio. Fonseca ha accettato di allenare una squadra con giocatori che stanno ancora facendo fatica a digerire i suoi schemi, senza contare che alcuni acquisti erano evitabili. Non è una situazione ideale se si vuole centrare la zona Champions prima dell’estate del prossimo anno, soprattutto se Fonseca insiste nel perseguire il suo modello di gioco e non è disposto ad adattarsi alle circostanze.
Qualcosa non quadra nella comunicazione tra lui e i giocatori. Non si può vedere un Milan arrembante contro l’Atalanta nel primo tempo e uno totalmente remissivo nella seconda frazione di gioco. In questo caso, la dirigenza dovrebbe intervenire.
Manca, secondo me, comunicazione tra la dirigenza operativa (Moncada in primis, ma anche Ibrahimovic, che deve fare gli interessi di Red Bird essendo loro consulente) e la panchina. Inoltre, Fonseca non è un uomo che chiede rinforzi per il mercato. Si adatta. A Red Bird va bene così, perché un allenatore con pretese potrebbe minare la stabilità del progetto.
Il progetto Milan Futuro, sulla carta un’ottima iniziativa, ha in panchina un allenatore che assolutamente non era pronto per allenare. Meglio sarebbe stato mettere Ignazio Abate. Qualcuno potrebbe dire che è stato Abate a voler andare via.
Chi lo sa… a quel punto, meglio un allenatore esperto di Serie C, ma il vero problema è che il continuo saliscendi dei ragazzi più talentuosi dalla Serie C alla Serie A (dove peraltro non giocano mai) provoca squilibri che si ripercuotono sul loro rendimento in campionato.
Un altro aspetto importante, secondo me, è la scarsa esposizione dirigenziale nel difendere il Milan e il suo allenatore. Fonseca sbotta verso gli arbitri? Nessun dirigente rossonero (Furlani, Scaroni, ecc.) prende pubblicamente le difese dell’allenatore. Motta sbotta contro gli arbitri? Giuntoli è in prima fila a difenderlo pubblicamente. Questo fa una grande differenza.
CONCLUDENDO
Siamo solo a dicembre e a fine stagione mancano circa cinque mesi. Manca poco affinché tutto vada in malora… e poi ne vedremo le conseguenze.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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