Cosa ci ha insegnato la tournée americana e cosa manca al Milan per l’inizio del campionato.
Il Milan ha concluso la sua tournée americana all’interno della manifestazione Soccer Champions Tour 2023 con tre sconfitte per i registri ma in realtà dovremmo parlare di due sconfitte (di misura) con Real Madrid e Barcellona e un pareggio (per 2-2-) con la Juventus.
Per accordi tra Stefano Pioli, Geoffrey Moncada, Giorgio Furlani e Gerry Cardinale la squadra rossonera ha voluto cambiare ed è cambiata molto rispetto alla scorsa edizione. È come un cantiere aperto che ha bisogno di settimane costruire i muri di questa nuova struttura della quale Pioli si sente l’architetto, come ha dichiarato lui stesso in una conferenza stampa. Occorre tempo a qualunque squadra, anche a quelle che cambiano poco, per ingranare dopo la pausa estiva di fine stagione. Figuriamoci quindi il Milan che ha cambiato volto per tre quarti rispetto a quello di appena due mesi fa.
Detto questo e condonando le attenuanti del caso comunque che ci sia qualcosa da registrare prima di Bologna-Milan è apparso evidente a tutti. Se il centrocampo è apparso già in buona salute con le intuizioni di Reijnders, la calma di Krunic, le accelerazioni e la spinta di Loftus-Cheek, in difesa si sono evidenziati problemi (fuori forma ancora Theo Hernandez, sbavature da parte di Thiaw, Tomori e Florenzi) ma anche l’attacco non ride con difficoltà da parte di Leao e di Pulisic a servire Giroud.
Le situazioni sulle quali lavorare nelle prossime settimane, in vista di campionato e Champions ci sono e Pioli ne è perfettamente consapevole. Così come tutti i tifosi dotati di cervello pensante ne sono consapevoli. Chi tra i lettori ha mai cambiato posto di lavoro in vita sua, sa benissimo che ci vogliono settimane prima di adattarsi ai nuovi colleghi, alle dinamiche aziendali e ai suoi processi.
La medesima cosa è in una squadra di calcio ma pensiamo che al Milan si siano comunque resi conto che manca ancora qualcosina.
Ricordandoci che il Milan cinese di Montella vinse in estate contro il Bayern per 4-0 e poi sappiamo tutti come è andata a finire, non fasciamoci la testa prima di romperla e diamo credito all’ottimo lavoro che il trio Furlani-Moncada-Pioli ha fatto finora sul mercato in ottica di una squadra costruita e progettata bene. Qualcosa manca ora, come si diceva, e infatti (complice anche un irrequieto Kjaer) al Milan stanno sondando il terreno per Clement Lenglet, difensore centrale in uscita dal Barcellona dove non trova spazio (infatti l’ultimo anno era in prestito al Tottenham). Fisico possente, bravo nel gioco areo (è alto 186 centimetri), tra i suoi punti di forza c’è il senso della posizione ed è nel giro della Nazionale francese.
Non dimentichiamoci poi che c’è in ballo la storiella di Krunic con il Fenerbahce (ma al Milan hanno respinto la prima offerta dei turchi, giudicata troppo bassa) e quindi si deve pensare a sostituirlo, oltre al fatto che sei è sempre alla ricerca di un vice-Theo e di una punta centrale.
Circa quest’ultima figura, i rumours parlavano di Alejo Veliz del Rosario Central ma nelle ultime ore si è fatto sotto prepotentemente il Tottenham che sta per perdere Harry Kane diretto verso la Baviera.
Infine ci poniamo una domanda: capiamo che le esigenze di marketing hanno il loro peso e che portare a spasso per gli USA il Milan “monetariamente” incide parecchio ma ci chiediamo se per l’amalgama dei nuovi con i vecchi giocatori e per una preparazione più graduale non sarebbe stato meglio tenere amichevoli così importanti verso la fine della pre-season. La risposta sappiamo già quale sia.
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