
Un po’ per scelta, un po’ per necessità. I grandi nomi iniziano a lasciare Milanello, mentre la tifoseria osserva e commenta.

È ormai questione di ore per l’annuncio ufficiale della cessione di Tijjani Reijnders al Manchester City: l’operazione dovrebbe aggirarsi attorno ai 75 milioni di euro, bonus compresi. Intanto il Chelsea ha messo nel mirino Mike Maignan, mentre Theo Hernandez avrebbe espresso la volontà di partire, insoddisfatto della proposta di rinnovo del club.
Sul piano economico, senza addentrarci in tecnicismi, secondo le stime dell’avvocato Felice Raimondo, se il Milan dovesse cedere i tre sopracitati e incassare anche il riscatto di Kalulu, potrebbe chiudere con un utile in plusvalenze di circa 100 milioni di euro. Un guadagno importante, seppur gravato da una tassazione significativa, che potrebbe essere diluito su due esercizi contabili: quello in corso e il prossimo.
Il quadro però è complesso e non riguarda solo i nomi in partenza. Bisognerebbe considerare anche altri giocatori potenzialmente sul mercato, come Tomori o Thiaw. Ma c’è un altro aspetto da non trascurare: la percezione della tifoseria.
Molti accusano la proprietà di voler solo incassare, rinunciando a costruire un progetto vincente. Una critica legittima, ma che va analizzata alla luce di alcuni fattori chiave.
1. Niente Europa
Il Milan, nella stagione 2024/2025, non parteciperà a nessuna competizione europea: niente Champions, niente Europa League, niente Conference. Nemmeno il Mondiale per Club. Questo comporta un mancato introito non solo in termini di premi UEFA e diritti TV, ma anche una minore visibilità per i calciatori, che potrebbero legittimamente ambire a palcoscenici più importanti.
2. Il rischio di perdere talento
In un contesto privo di vetrina europea, è fisiologico che giocatori di livello internazionale guardino altrove. Scegliere tra restare in Serie A per affrontare, con tutto il rispetto, Cremonese o Pisa, o giocare in Premier League con uno stipendio triplicato, non è una decisione così difficile. È il caso di Reijnders, di Theo, corteggiato dagli arabi, e di Maignan, tentato dal Chelsea.
3. Il nuovo corso Allegri
Massimiliano Allegri conosce la rosa. Sta studiando il Milan da mesi, da quando c’era la possibilità di subentrare a Paulo Fonseca, ormai destinato all’esonero. Ha le idee chiare su chi vuole tenere e su quale modulo costruire. Sarà il punto di riferimento tecnico, e per quanto il suo arrivo possa dividere la tifoseria, è il nome più autorevole realisticamente disponibile per un club che disputerà solo il campionato.
4. I singoli non bastano
La squadra ha chiuso ottava. Fuori da tutte le coppe. Nonostante i singoli – da Reijnders a Leão, passando per Pulisic, Hernandez, Maignan – il gioco corale è mancato. Le scelte della dirigenza, tra cambi in panchina e acquisti poco funzionali, hanno generato confusione. Il risultato è stato un gruppo privo di identità.
5. Tifosi e attaccamento
I tifosi tendono ad affezionarsi ai campioni, e ogni addio è visto come un tradimento o un segnale di debolezza. Ma il calcio non è filantropia: i club devono bilanciare i conti. E anche le scelte più impopolari, a volte, rispondono a logiche finanziarie necessarie. Il principio resta uno: il calcio è un gioco di squadra. Se il collettivo non funziona, i singoli non bastano.
Ora c’è un nuovo direttore sportivo, che ha già mostrato maggiore operatività rispetto al passato recente. E c’è Allegri, un tecnico esperto e abituato a vincere. Non sarà Klopp, certo, ma in questo scenario rappresenta il profilo più credibile.
La tifoseria si è già divisa, tra chi accusa la proprietà di svendere e chi invita ad aspettare. E forse è proprio questo l’unico vero consiglio da dare: attendere la fine del mercato, o almeno Ferragosto, per capire davvero quale sarà il volto del nuovo Milan.

Articolo di
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall'età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è stato co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera.
Oggi è fondatore del gruppo privato Facebook Rossonerologia
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