2 Luglio 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Milan-Salisburgo 4-0: un tesoro ritrovato

Il Pelo nell’Uovo

di Fiorenzo Marcon

Dal de profundis recitato domenica sera da molti, agli ottavi di finale di Champions League raggiunti dopo una decina d’anni di colpevole assenza ci sono circa 130 km di autostrada.

Ma ci sono anche anni di progettazione, di investimento sui giovani, di ammissione di errori quando si pensava che Pioli potesse essere solo un buon traghettatore del mare in tempesta, ma nulla più, di attenzione al bilancio oltre che al campo, di partnership e affermazione di un brand mai morto, ma che era come un tesoro ricoperto di polvere e che andava solo riportato alla luce, … (l’ultima bomba – vedremo se sarà confermata – vedrebbe nientepopodimeno che la Apple interessata ad entrare nel progetto Milan!)

Ieri, proprio contro quel Salisburgo che rappresentava il “nuovo” da cui attingere per la rinascita del modello Milan con l’arrivo di Rangnick, i nostri ragazzi, ma in primis Stefano Pioli, hanno sfoderato una partita di carattere, cinica, tecnicamente valida, con scelte di formazione azzeccate, e un 4 a zero che, dati alla mano, è anche stretto (ma per l’analisi tecnica il posto giusto dove leggerla è da Fabio Caserini )

E allora il pelo dell’uovo di oggi va trovato non dentro il campo, ma fuori; in quelli (pochi a dir il vero, ma abbastanza rumorosi), che già avevano ritirato fuori dal cassetto, pieno di polvere, quella si ormai ben incrostata, il #pioliout davanti a una prestazione certamente negativa come quella contro il Torino, ma che nulla doveva significare come ridimensionamento del percorso che il Milan ha intrapreso quasi 4 anni fa e che è ancora nel pieno della sua ascesa.

E in quelli anche della stampa “specializzata”, che ancora ieri e oggi, prima di tutto si sforzano a celebrare la prestazione della Juve “che dà importanti segni di risveglio con una prestazione incoraggiante” (poco importa che abbia subito la quinta sconfitta su 6 partite), piuttosto che rendere merito alle galoppate di Theo, ai gol di Giroud, al muro offerto da KATO, all’onnipresenza di Sandrino, alla regia di Isma, all’eterna disponibilità di Rade, all’ennesimo gol del troppo spesso criticato Messias, ai lampi di Leao, ma soprattutto alle scelte di Pioli e alla capacità (e lungimiranza) dirigenziale di Maldini che, nel pieno del momento che vale una stagione (e forse l’inizio di una nuova era), dopo la brutta partita di Torino, prende Pioli e gli rinnova la fiducia per altri 3 anni.

Ma noi andiamo avanti, in fondo chi ci crede veramente nel progetto Milan, siamo solo noi milanisti (almeno in Italia), per gli altri, siamo un fenomeno quasi da comprendere e che prima o poi deve ritornare nel suo alveo in cui erano abituati a vederlo nell’ultimo decenno. 

Peccato (per loro) che il nostro alveo naturale sia invece questo. 

7 Champions League, Real a parte, non le ha vinte nessuno

Certo, il percorso è ancora lungo e ci vorrà ancora tempo per aggiungerne un’altra alla bacheca, …. Forse!.