È noto ormai a tutti come l’attaccante serbo Luka Jovic abbia le capacità fisiche e mentali di spaccare le partite. Potrebbe trattarsi di una rinascita incredibile di un giocatore ormai sottotono da diversi anni, ma sarebbe giusto azzardarlo come punta principale del Milan in seguito ad un eventuale addio del bomber francese Olivier Giroud?
La risposta è molto relativa. Jovic è dotato di una grande presenza fisica in campo e un senso della posizione e del gol che farebbe invidia a molti attaccanti in Italia. Secondo il mio punto di vista il ragazzo ha bisogno di continuità per poter ritornare ad essere quel giocatore di cui ai tempi tutta l’Europa parlava. Sotto la guida di importanti mentori come Zlatan Ibrahimovic e Olivier Giroud, il suo talento ha tutta la probabilità di poter sbocciare una seconda volta, mettendo così la società nelle condizioni di porsi una questione importante su di lui.
Tiro e posizionamento sono le due doti principali che lo caratterizzano, accompagnate anche da una discreta tecnica nel manovrare il pallone spalle alla porta. Possiede un importante elevazione che gli permette di vincere molti duelli aerei e lottare per il possesso del pallone. Tutto ciò non basta.
Nel mio pensiero il tallone d’Achille di questo giocatore è la mancanza di motivazione e la sfiducia derivante dagli ultimi anni bui che lo hanno segnato. Pioli, la dirigenza e tutto il reparto offensivo del Milan hanno una grande responsabilità nelle mani, perché come tutti sappiamo se il ragazzo è in forma sia fisicamente che mentalmente ha tutte le capacità di poter fare la differenza sotto porta. Basta guardare la striscia di gol che sta tracciando nelle ultime partite e non sottovalutarne la decisività che ci ha permesso di guadagnare punti importantissimi per la classifica.
Ritornando alla questione principale, se sia giusto o no affidare a Jovic le chiavi del futuro reparto offensivo, mi sento di azzardare la risposta affermando che avere un giocatore dotato di grandi capacità in rosa è sempre sicuramente una grande fortuna e la società ha il dovere di fornirgli tutto il supporto necessario per farlo sbocciare nuovamente. La tesi è strettamente legata alla visione prospettica che ha il Milan sui giocatori, facendo un importante riferimento all’ambiente, che offre e ha sempre offerto il massimo sostegno, in cui il giocatore potrà rinascere.
In conclusione, offrire un importante occasione e una responsabilità darà le giuste motivazioni all’attaccante, il quale con discreta sicurezza possiamo dire che non sprecherà l’occasione per poter tornare tra i “grandi” del calcio e rinascere calcisticamente.
Mi chiamo Matteo Battisti, ho ventidue anni e sono un grande appassionato di calcio e tifoso rossonero. Studio presso l’Università degli Studi Roma Tre per il corso di laurea di Scienze della Comunicazione.
Il mio sogno è quello di poter un giorno entrare a far parte della redazione di una testata rossonera. Nel mentre coltivo la mia passione per il giornalismo, la comunicazione e soprattutto per il Milan.
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