L’Editoriale del Direttore
Leggo da più parti la frase “Sarà il campo a parlare” che è di un’ovvietà pari a “Dopo il brutto tempo viene sempre quello bello”.
È ovvio, ripeto, che i fatti si fanno sul campo ma come in qualsiasi azienda si fa un business plan per l’anno a venire e si stima un budget, anche per una squadra di calcio si fa la medesima cosa Poi ci sono volte che l’azienda indovina il piano e fa un annata remunerativa (qualche volta anche da record) e altre volte che il piano è stato indovinato solo in parte e magari necessita di correzioni in corsa.
Ugualmente una squadra di calcio a fine stagione fa un bilancio delle cose buone, di quelle meno buone di quelle che proprio sono andate male e prova a correggere la situazione operando sul mercato in base alle esigenze e le carenze che la squadra ha mostrato nel corso della stagione stessa. Magari poi comunque necessita di correttivi che possono essere trovati all’interno della squadra stessa oppure in fase di mercato invernale.
Almeno è quello che ha fatto il Milan in fase di mercato da metà giugno fino ad oggi, andando a cercare giocatori adatti al tipo di gioco che il Mister ha in mente e tentando di allontanare quelli che sono considerati non adatti. I giocatori arrivati finora sono in parte nomi conosciuti al grande pubblico dei tifosi più attenti (Loftus-Cheek, Pulisic, Okafor, Sportiello), in parte non lo sono (Reijnders, Chukwueze, Romero) ma comunque tutti arrivati dopo serie ed attente analisi da parte dello Scouting di Moncada, tramite osservazione diretta coadiuvata dal supporto dell’algoritmo di Zelus Analytics (quello che tutti chiamano piuttosto genericamente e senza cognizione algoritmo Moneyball).
Quello che in pochi hanno notato è che, contrariamente ad altre squadre che a volte fanno il “mercato delle figurine” ovvero andare alla ricerca del nome di risalto, magari poi scoprendo che non era necessario farlo arrivare, il Milan invece sta facendo un mercato di giocatori con età compresa tra i 23 e i 27 anni (con pochissime eccezioni, vedi Romero – che è una buona occasione) con carriere promettenti e pronti (in teoria) a fare un salto di qualità.
Un gruppo composto da giocatori affermati ed ottimi ma in cerca di rilancio per motivi differenti (Lotus-Cheek e Pulisic), dei giovani pronti al salto in una grande squadra (Reijnders, Okafor e Chukwueze) e dei “senatori” pronti ad accoglierli per far diventare la squadra più grande. Contrariamente a qualche spocchioso tifosaccio interista che ho potuto vedere su Tik Tok (purtroppo … mi si è bloccata la digestione del pranzo) che pretende di insegnare a Furlani come si fa il mercato, dichiarando che non si vince nulla con i 23enni, la realtà invece come vi ho appena dimostrato dice tutt’altro.
Aldilà del fatto che rivolgersi a Furlani dicendogli “ti insegno io a fare il mercato” , quando non è Furlani a farlo ma solo a finalizzare le operazioni e le trattative mentre sono Moncada e Pioli a scegliere chi comprare, è da becero ignorante senza nemmeno un briciolo di cognizione del mondo del calcio….
Ripeto, come ho detto in altre occasioni: la formula magica non esiste. Non è esistita per il PSG con una squadra imbottita con Messi, Neymar, Mbappé, Verratti, Jorginho (e chi più ne ha, più ne metta) capace solo di vincere il titolo nazionale in un campionato dove ci sono solo due-tre squadre in grado di farlo ed essere poi costantemente eliminata in Champions League. Non è esistita per il grande Barcellona e nemmeno per il Chelsea che ha speso 600 milioni di sterline nelle due sessioni di mercato della scorsa stagione (ed è arrivato 13° in classifica, fuori dall’Europa).
Si fa un piano, lo si fa ben congegnato e poi si tenta di farlo funzionare così come era previsto che funzionasse. Le variabili poi sono molte, alcune anche imprevedibili, e le cose magari possono anche non andare come si voleva che andassero ma l’importante è studiare bene la situazione … e farlo come ha fatto finora il Milan facendo un mercato oculato anche dal punto di vista finanziario dimostra che la società sta ragionando in termini di crescita costante e soprattutto di prospettiva.
Volete un altro esempio di mercato fatto in prospettiva? Per sostituire Marcus Thuram, che se n’è andato all’Inter a far spendere un sacco di soldi a Marotta, il Borussia Moenchengladbach ha comprato Tomas Cvancara un 22enne di 190 cm proveniente dallo Slavia Praga, dove in 29 presenze ha segnato 15 goal (praticamente uno ogni due match) e che, a detta degli osservatori tedeschi, ha le stesse caratteristiche di Thuram con l’aggiunta però di una sana dose di cattiveria in area di rigore. È una scommessa? No, direi piuttosto che per 10,5 milioni di cartellino si portano in casa un giovane che con buone probabilità tra due-tre anni potrà diventare un ottimo attaccante di grande valore economico e che magari farà gola alle big europee. Osservato, analizzate tutte le statistiche e preso. Se funzionerà o meno “sarà il campo a dirlo” ma questo, amici miei, come ho detto è un’ovvietà.
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Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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