12 Marzo 2025

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Perché anche Conceição si è rivelata una scelta sbagliata

e soprattutto perché da ora in avanti è assolutamente vietato sbagliare

Sul sito della Gazzetta dello Sport è appena stato pubblicato un articolo a firma di Marco Pasotto dal titolo “Giménez, errori suoi e squadra che non sa valorizzarlo. Ecco perché si è spenta la luce”, nel quale il giornalista analizza le cause del buio in cui il centravanti messicano è sprofondato.

Personalmente, ne ho parlato un paio di giorni fa e, come ha fatto Pasotto oggi, ne ho dedotto che il modo di giocare del Milan non può essere congeniale alle caratteristiche del nostro centravanti.

Per farla breve, Giménez è un centravanti di profondità, che ama essere servito nello spazio. Pensare che possa essere un attaccante di manovra o un dribblatore è totalmente sbagliato. In pratica, è il centravanti ideale per come Conceição idealmente concepisce il gioco – cioè un gioco assolutamente verticale e d’attacco – ma che, praticamente, non attua, dato che il Milan si trova spesso schiacciato sulla trequarti, facendo in continuazione un giro palla lento e sterile… un gioco che a Giménez non serve a nulla.

Non è di Giménez che voglio però parlare, ma l’ho preso come spunto per dire la mia su Sergio Conceição.
Non ne potevamo più di Paulo Fonseca. Preso al volo in sostituzione di Julen Lopetegui, che sembrava fosse l’allenatore designato, è arrivato in estate e, a parte qualche botto – come ad esempio il derby vinto – a dicembre ancora non ci aveva capito nulla, o almeno così sembrava.
A fine anno la dirigenza rossonera decide di esautorarlo e al suo posto fa arrivare un altro portoghese che, però, si portava dietro una buona dose di fama, dato il modo di giocare e di vincere del suo Porto.

Detto e fatto. In pochi giorni il Milan di Conceição batte Juventus e Inter e si aggiudica la Supercoppa Italiana. Sembrava un sogno per noi tifosi rossoneri…

Oggi ci stiamo rendendo conto che anche questa scelta è stata sbagliata. Vediamo giocare il nostro Milan e soffriamo come cani, perché appare spesso spento e senza idee. Il mister, ovviamente, aveva dalla sua alcune attenuanti: una rosa che non ha scelto, ma soprattutto il poco tempo per allenare e far capire alla squadra i suoi concetti di gioco, dato che fino a qualche settimana fa si giocava ogni tre giorni.

Siamo usciti dalla Champions League in modo penoso e ora giochiamo una volta a settimana.
Abbiamo affrontato la Lazio, arrancando nel primo tempo e poi andando all’arrembaggio nel secondo, per poi perdere il match per un rigore che, a mio parere, non andava concesso… e vabbè.

Sette giorni dopo abbiamo affrontato il Lecce. Contro l’ultima squadra del campionato per gol fatti, siamo andati sotto di due, con Krstovic che sembrava Van Basten. Alla fine, l’abbiamo ripresa e vinta grazie a due giocatori che, a parer mio, in campo non dovrebbero mai mancare: Rafael Leão e Christian Pulisic. Il bello è che Conceição, da quando è seduto sulla panchina rossonera, ha alternativamente panchinato l’uno o l’altro con le scuse più disparate, piazzando al loro posto Alex Jimenez, João Félix o addirittura Yunus Musah.

Se fosse solo questo, ci si arrabbia, ma si fa buon viso a cattivo gioco (è proprio il caso di dirlo). Invece, le scelte di Conceição si sono rivelate davvero bizzarre (per non dire, in alcuni casi, scellerate) quando ha continuato a cambiare le coppie di difensori centrali, mischiandole tra loro e fissandosi con alcuni, panchinandone altri senza giustificati motivi. Gabbia e Tomori sono spariti, mentre Thiaw o Pavlović, ad esempio, sono stati spesso preferiti. È arrivato persino a criticare Maignan, adducendo e sottintendendo problemi legati al suo peso corporeo…

E non parliamo della confusione che regna a centrocampo. Ormai, Musah è un jolly tuttofare: lo piazza in difesa, come mediano, come esterno destro. Ha fatto in modo di snaturare il naturale ruolo di Reijnders (una mezzala) e lo vuole trequartista, dato che João Félix – giocatore da lui voluto nel mercato invernale – si è rivelato finora un oggetto misterioso e avulso dal gioco. Inoltre, con la scusa che ha giocato troppe partite, ha eclissato Fofana, l’unico del centrocampo in grado di fare schermo davanti alla difesa e collegare la zona mediana con l’attacco.

Insomma, per dirla senza troppi giri di parole: un gran casino.

Sabato arriva il Como di Cesc Fàbregas, una squadra la cui classifica non rende giustizia al gioco che fa e ben fornita di giocatori di qualità. Onestamente, voi vi sentite tranquilli?
Una squadra 13ª in classifica, una matricola che sicuramente non è una corazzata, ma capace di battere illustri avversari come Napoli, Atalanta, Fiorentina e Roma?
Dopo aver fatto una fatica incredibile con il Lecce, vi sentite tranquilli?

Al di là del tifo sfegatato, del sostenere la squadra sempre e comunque, del dichiarare che il Milan non ha paura di nessuno… siate onesti.
Per come è andato il Milan fino a ora… no, non ci si può dichiarare tranquilli. E se anche avremo ragione del Como, poi ci saranno il Napoli e il derby di Coppa Italia.
E nel frattempo, Conceição continuerà con le sue scelte? Oppure finalmente capirà che il Milan non può fare a meno di Leão, Pulisic, Fofana e che dovrà giocare per Giménez e non il contrario?

Tante incognite che, se non risolte, porteranno il Milan a trovarsi senza Europa la prossima stagione.
Ecco perché, cari Cardinale, Furlani, Moncada e Ibrahimović, da oggi è vietato sbagliare.


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