Bravissimi i giocatori in campo, ottimo il lavoro di Ibrahimovic nello spogliatoio e di Gazidis alla dirigenza ma …
Lo ripetono ormai tutti i giorni i varie media in tutte le salse: se il Milan ha vinto lo scudetto è grazie alla forza del gruppo. L’unità di intenti, la fratellanza, la coesione, l’unione delle forze. Ma se il Milan ha vinto il titolo di campione d’Italia il merito va soprattutto a Stefano Pioli.
Il tecnico originario di Parma ha vinto, e meritatamente, il suo primo titolo importante a 57 anni suonati. Dopo la bellezza di 767 panchine complessive (di cui 136 con il Milan) finalmente si è scrollato di dosso il titolo di “Normal One” (in contrapposizione allo Special One che si è dato Mourinho) e le etichette di “normalizzatore” o “traghettatore”.
Ed in effetti Pioli era partito al Milan proprio con questo ruolo: aveva sostituito il licenziato Marco Giampaolo e avrebbe dovuto traghettare il Milan fino a fine stagione per essere poi sostituito sulla panchina dal tedesco Ralf Rangnick. Prima che cominciasse a trovare la “quadra” era già cominciato a circolare l’hashtag #PioliOut sui social, dopo alcuni risultati deludenti. Poi è arrivata la pandemia e nei mesi in cui il calcio ha funzionato a singhiozzo , Stefano Pioli ha cominciato a costruire quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro.
La società confermò il tecnico che rafforzò quindi la sua posizione di condottiero dei ragazzi. Pioli negli ultimi due anni e mezzo ha dimostrato non solo grandi doti come tecnico, facendoci vedere cambi di modulo in campo a volte anche cambiando posizione o ruolo ai giocatori come ad esempio gli accentramenti di Theo o Calabria per favorire gli inserimenti di Tonali o Bennacer oppure lo spostamento di Krunic o Kessie nel ruolo di trequartista dietro le punte, ma anche grandissime doti di motivatore ed educatore.
I ragazzi lo seguono come un padre, lui li consiglia, li sprona, dice loro cosa fare e quando farlo… e loro lo seguono, fanno tutto ciò che dicono e riconoscono in lui un leader. Pioli inoltre ha tirato fuori il meglio da una rosa molto buona ma giovanissima e quindi inesperienza tranne che in alcuni pochi “grandi vecchi”, giocatori che comunque nutrono un grande rispetto per l’allenatore e in questo Pioli è stato bravo a farselo riconoscere.
Ciliegina sulla torta ha fatto sempre di necessità virtù, trovando sempre una soluzione alle assenze per infortuni o Covid e non lamentandosi mai di ciò che la Società faceva o non faceva riguardo al mercato (cosa che invece non ha fatto lo Special One, per esempio).
E se sulla ciliegina ci vogliamo mettere una spolverata di zucchero a velo, dobbiamo riconoscere che tutto questo lavoro lo ha fatto sempre nel silenzio non lamentandosi mai dei torti arbitrali subiti nel corso di alcune partite di Campionato e di Champions. Un vero signore che ha creato un Milan da incorniciare, portandolo nel giro di tre anni al 2° posto in campionato ed in Champions lo scorso anno ed al 1° posto di Campione d’Italia e ovviamente ancora in Champions quest’anno.
In più, appena sopra di lui Pioli si è ritrovato due uomini che anch’essi sono abituati a lavorare in silenzio, con signorilità e competenza. Siamo parlando di Paolo Maldini e Frederic Massara, rispettivamente Direttore Tecnico e Direttore Sportivo del Milan. Il primo è passato, e dobbiamo riconoscere che lo ha fatto bene, nel giro di questi tre anni dal ruolo di leggenda ed ex-giocatore al ruolo di leggenda e dirigente competente.
Ha imparato a gestire il suo ruolo all’interno della squadra e con l’allenatore e ha dimostrato competenza nella scelta di alcuni giocatori.
Gol secondo invece è ancora più schivo, di poche parole ma ha un bagaglio di conoscenza e di esperienza nel ruolo che è importante. Grazie a lui sono arrivati Maignan, Kalulu, Bennacer e Krunic. Insieme a Polao Maldini formano una coppia di dirigenti di tutto rispetto, sia per competenza che per credibilità verso altre società europee o procuratori di calciatori.
Quindi riconosciamo grandi meriti ai ragazzi in campo e a tutti i giocatori che hanno contribuito alla conquista del 19° scudetto. Tutti ma proprio tutti perché Pioli li ha fatti giocare tutti … ma i tre sopra nominati sono quelli che hanno creato questo gioiellino. Il gioiellino che ci ha fatto innamorare come dei pazzi nuovamente dopo 11 anni.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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