L’Editoriale del Direttore
La partita di ieri sera mi ha lasciato sconcertato e con sentimenti davvero confusi. Sì, perché si è sempre abituati a giudicare il momento presente, la partita che si sta giocando ma il sottoscritto quando esamina un match è abituato a giudicare la prestazione della squadra (e per squadra includo anche allenatore e staff tecnico) nell’ambito della stagione in corso, facendo quindi riferimenti alle precedenti partite.
Parlo di sentimenti confusi perché, nonostante le critiche (da bar) che si possono fare ora sulla nostra rosa, è sempre stato chiaro per tutti che qualitativamente abbiamo fatto un bel balzo in avanti rispetto ai giocatori che la componevano nelle passate stagioni … ovviamente sto parlando da quando Pioli è alla guida del Milan.
Abbiamo alcuni giocatori che sono ricercati da squadre importanti, che hanno visto crescere in maniera esponenziale il loro valore di mercato e ne abbiamo altri i cui ex-tifosi ora rimpiangono di aver lasciati andare. Eppure, nonostante anche i proclami (veri o presunti tali) che abbiano letto sui media da parte di alcuni di loro (non voglio fare i nomi)circa il fatto che sia possibile vincere Scudetto e Champions, ieri sera si è visto tutto il contrario.
Quello che ho potuto osservare è che ci siamo ritrovati di fronte una squadra che ha fatto il primo goal grazie ad una magia di Mbappé, non per niente considerato attualmente uno dei migliori giocatori a livello planetario, e fino a quel momento i rossoneri stavano anche ben contrastando il PSG tanto è vero che anche Piccinini in telecronaca sottolineava che i parigini evidentemente non sono abituati a stare sotto pressing e quindi sbagliavano per confusione o fretta.
È il discorso che facevo nella Analisi pre-gara che ho scritto ieri … la media della qualità tattica della Ligue 1 fa apparire alcune squadre come se venissero da un altro pianeta. Infatti, dicevo, fino al primo goal di Mbappé il Milan (dopo i primi 10’ in cui ha subìto l’arrembaggio dei francesi) stava ben pressando e recuperando palloni a centrocampo per rilanciare l’azione d’attacco ma …. qui viene il problema: a questo punto dell’analisi dobbiamo scendere ad esaminare le prestazioni dei singoli e constatare che a livello tattico il Milan fino a quel momento aveva sbagliato poco a centrocampo.
Sia Musah che Reijnders stavano facendo bene il loro lavoro di rottura e riproposizione, l’olandese soprattutto, ma chi invece si è visto dal primo minuto che fosse un pesce fuor d’acqua era Krunic: lento, prevedibile e zero idee. Sostituirlo così tardi è stato un errore.
Per quanto riguarda la difesa, ancora una volta è stato evidente un difetto che questo reparto mostra. Il buon Thiaw ha ripetuto lo stesso errore fatto contro la Juventus. Per fortuna questa volta era più lontano dalla porta. Malick, a mio parere, è un ottimo difensore che legge bene l’avversario in anticipo e che sulla lunga distanza è capace di recuperarlo se lanciato a rete ma sullo scatto bruciante hai dei problemi.
Chi lo aiuta in questo senso e lo supporta spesso è Theo. Ieri sera ci si aspettava un suo ritorno arrembante, forti del fatto che si fosse riposato a causa della squalifica e che volesse ben figurare “a casa sua”, ma invece è stato irriconoscibile, a tratti irritante e fermo sulle gambe (andate a rivederlo nell’azione del secondo goal). Nullo in fase offensiva e in difficoltà sulle coperture difensive.
Venendo a mancare lui quindi, Thiaw va in difficoltà quando di fronte si trova un avversario che lo lascia sul posto. In questo aspetto Tomori è decisamente meglio ma alla lunga il gioco che Pioli impone ai difensori, cioè quelli di giocare costantemente alti per tenere la squadra corta e pressare con grande aggressione gli avversari, è un gioco davvero dispendioso e se solo uno dei quattro fa cilecca perché “non è serata” , la difesa va in crisi.
Infine vediamo l’attacco. È in questo reparto per me dove risiede il vero problema del Milan di quest’anno. Ed è qui dove il mio sconcerto si fa ancora più grande perché, come dicevo cominciando a scrivere, solitamente esamino la cosa partendo sempre dall’inizio della stagione.
Banalmente si potrebbe dire “3 partite, zero goal” ma oltre ad avere Leao, cresciuto da un anno con l’altro, e ad avere un attaccante navigato come Giroud (quanti goal pesanti la scorsa stagione!) , quest’anno Pioli ha preteso di avere un altera ego del portoghese sulla fascia destra (Pulisic o Chukwueze, chi sia non è il focus del problema) per poter attaccare su entrambe le fasce in egual modo e creare più occasioni da goal.
Però ieri tutti noi abbiamo avuto ma sensazione che in molte occasioni si sarebbe dovuto tirare senza troppi fronzoli , avere l’istinto di farlo senza pensarci troppo, avere la cattiveria di provarci appena si intravedeva l’occasione. Senza pensare di passarla per forza ad un compagno (che magari non c’era o era troppo avanti o troppo indietro)… tirare e basta.
Tirare da fuori, da qualsiasi angolo. Personalmente sono un po’ stufo di vedere Leao arrivare sul fondo e crossare, metà delle volte fuori portata dei compagni, quando invece dovrebbe fare semplicemente quello che ha fatto Mbappé ieri sera.
Non sto parlando della magia che ha fatto con i piedi ma sto facendo questa domanda: ieri sera avete visto Mbappé andare venti volte sul fondo e dalla linea crossare indietro per i compagni sperando che la prendessero di testa? No. Dalla trequarti si è fatto servire un pallone d’oro da un compagno, si è accentrato e da lì ha fatto un gran goal. Non ha provato ad entrare ancora di più in area tentando di scartare ulteriori avversari … ha visto l’occasione, ha fatto fuori UN avversario e ha punito Maignan.
Si potrà dire che è stata un’azione individuale e il Milan invece è abituato a ragionare da squadra … ma alla fine la differenza la fanno anche questi tipo nei azioni. Noi arriviamo alla trequarti e poi cominciamo a tentare di creare (non a creare ma a “tentare di creare”) l’azione da goal sempre con una cinquina di passaggi in più che vengono irrimediabilmente letti dai difensori avversari e l’azione viene sventata.
Leggo da molte parti che Pioli ha fatto il suo tempo e che sarebbe ora che togliesse le tende. È probabile che se il Milan non supererà il girone, a fine stagione sarà Cardinale stesso a comunicargli che il suo tempo al Milan è finito. Lo farà, credetemi, perché il programma ed il progetto del Milan targato Red Bird si basano anche sugli introiti da Champions League e venendo a mancare questo denaro, il programma può subire dei contraccolpi che la proprietà americana non gradirebbe.
A maggior ragione se i giocatori che il Milan ha sono quelli le cui figure e prestazioni sono state richieste espressamente dal coach … che quindi ha ben poche scusanti. A difesa di Pioli potremmo dire che ieri sera in panchina non aveva molte alternative. In rosa erano assenti Bennacer, Loftus-Cheek, Chukwueze, Okafor … persino Jovic si è fatto male all’ultimo minuto… ma sono scuse.
Ieri sera in campo c’era un 17enne che in parecchie occasioni ha fatto vedere i sorci verdi ai nostri. Se non hai il coraggio di far giocare Adli al posto del fantasma di Krunic, almeno devi fare una cosa fondamentale: cambiare la mentalità della squadra. Ieri sera, in maglia bianca, non ho visto giocatori cattivi, affamati, che volessero tirare in porta a tutti i costi, che giocassero in armonia soprattutto nel reparto avanzato oppure difensori che potessero aiutare i compagni del reparto più avanzato.
Vogliamo giocare da squadra? Allora tutti devono fare esattamente la loro parte perché se solo due-tre in squadra non “sono in vena” , l’intero palco crolla. E se è così che va la serata, allora ci devono essere quei giocatori che si prendono la responsabilità di provarci sempre, comunque e a tutti i costi … così almeno potrebbero dire di aver fatto il massimo.
Ma quando dico che bisogna cambiare la mentalità ai giocatori, questa è una responsabilità dell’allenatore… i giocatori specialmente se dall’età bassa come i nostri non lo fanno da soli. Io non sono uno di quelli che dice che senza Ibrahimovic il nostro coach non avrebbe vinto lo Scudetto… no, ma uno come Ibra in campo e nello spogliatoio alza all’ennesima potenza il livello della mentalità e della voglia di spaccare tutto.
Non venitemi a dire che ci vorrebbe Conte: costa troppo, non si ritroverebbe i giocatori che vorrebbe, ne pretenderebbe di molto costosi e quindi sarebbe fuori dal progetto … perché ricordiamoci sempre che il Milan è un progetto in divenire per diventare uno squadrone tra due-tre anni ma se non cresci a livello di mentalità, sia come giocatori che come allenatore, puoi avere tutti i campioni che vuoi in squadra che magari occasionalmente ti risolvono la partita ma non sarai mai uno squadrone.
Certo, il nostro è un girone difficile. Non per niente è stato definito il “girone della morte” ma in Champions le partite si risolvono in due maniere: o sei uno squadrone che è capace di imporre il suo gioco SEMPRE e al quale nessuno avversario riesce a resistere, oppure hai delle buone o ottime individualità (ed è il nostro caso) che migliorano perché sanno lavorare sulla propria mentalità (è il caso del PSG).
Concludendo, e mi scuso per la lunghezza, matematicamente nulla è perduto ma certo ora si fa durissima. Pioli lo sa e ora anche lui deve trovare la soluzione ai guai che in parte lui stesso ha creato perché sennò anche lui sa benissimo che aver festeggiato 200 panchine al Milan è un bel traguardo ma che tale numero non potrà crescere oltre il prossimo giugno.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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