Ritorno sulla questione dello stadio rossonero a San Donato Milanese. Francesco Raimondo, noto avvocato affezionato ai colori rossoneri e titolare di un blog molto seguito, ieri aveva twittato un post nel quale ci informavoa dell’opposizione di 4 componenti del Consiglio Comunale di San Donato (area PD, quindi non nella maggioranza) alla costruzione dello stadio nell’area denominata San Francesco in quanto, a loro parere, «area che non è mai stata vuota e degradata e che meriterebbe ben altro destino».
Il sospetto è che gli esponenti della sinistra, rappresentati a Milano dalla più alta carica della città, cioè il sindaco Beppe Sala, stiano facendo di tutto per mettere i bastoni tra le ruote al AC Milan di modo da far naufragare anche questo (terzo) progetto e convincere, non si sa in qual modo, il Milan a riconsiderare il Meazza che altrimenti rimarrebbe sul groppone all’amministrazione milanese come stadio vecchio e fatiscente da mantenere.
Ci si interrogava se medesima sorte toccasse allo stadio dell’Inter che dovrebbe sorgere nell’area di Rozzano, sempre a sud di Milano. Se così fosse stato, sarebbe stata la prova che c’è in atto una politica di disturbo per far ritornare Milan ed Inter sui propri passi circa il progetto dello stadio condiviso … non si capisce bene però se accettando il progetto originario e cioè quello di abbattere il Meazza e costruire un nuovo impianto. Un progetto, questo, che tra la ferma opposizione di almeno un paio di comitati di quartiere è naufragato.
Tralasciando la questione riguardante il secondo progetto del Milan, quello riguardante l’area denominata La Maura ovvero ex-ippodromo SNAI (1 km in linea d’aria da San Siro) anch’esso naufragato per l’opposizione dei Verdi e degli abitanti della zona (che ora si sorbiranno 50 concerti pop-rock in più all’anno per effetto di questa decisione), Calcio&Finanza ci informa in un articolo odierno che Michela Palestra, consigliera regionale del Patto Civico – ex sindaco di Arese – ed ex presidente del Parco Sud, dichiara: «Bisogna fare chiarezza, le obiezioni che hanno impedito ai club di portare avanti i vari progetti di un nuovo stadio a Milano non possono essere ignorate o aggirate semplicemente perché adesso gli stadi si fanno nei Comuni dell’hinterland. Nel caso del Milan, la struttura dovrebbe sorgere in un’area del Parco Sud che è soggetta a specifiche tutele e a doverosi vincoli. Si prevede – continua Palestra – una colata di cemento su un’area di 220.000 metri quadrati ora verde e, in origine, destinata a strutture sportive a basso impatto per il territorio. Per rendere sostenibile economicamente l’opera verrebbe annesso allo stadio anche un centro commerciale con indispensabili modifiche alla viabilità stradale, autostradale e ferroviaria e un prevedibile aumento dei volumi di traffico e di inquinamento».
Premesso che la “colata di cemento” non occuperebbe la totalità dei 220.000 mq ma nei due progetti precedenti si parlava di circa 75-78.000 mq ed il resto era destinato a verde, l’area San Francesco, come si evince dalla mappa della porzione del Parco Agricolo Milano Sud interessata dallo stadio (tratta dal sito web della Città metropolitana di Milano – vedi foto in testata) non fa parte del Parco Agricolo ma è fuori dall’area gialla (appunto quella del parco) separata dalla Tangenziale Est di Milano (in rosso e indicata dalla freccia, l’area San Francesco) , obiezione che ha sollevato anche Francesco Raimondo in un suo tweet odierno.
Inoltre lo stesso Gerry Cardinale ha recentemente parlato di ristoranti e bar, necessari al progetto che il Milan ha già illustrato sia con San Siro che con La Maura e che non può essere differente per San Donato. Definirli “centro commerciale” è fuori contesto, anche esagerato, e forse l’ex-sindaco di Arese ha memoria di quando ha permesso di costruire un vero centro commerciale denominato “Il Centro” di quasi 100.000 mq e a soli 2 km dal centro della cittadina da lei amministrata fino pochi mesi fa. Abito ad Arese e so di cosa sto parlando … il weekend non si vive ma quello é davvero un centro commerciale, non solo un paio di ristoranti e tre bar. Quando poi la signora Palestra parla di “prevedibile aumento dei volumi di traffico e di inquinamento” , ci dovrebbe poi spiegare un’area che è attraversata da una tangenziale ed un raccordo per l’autostrada A4 quale posto idilliaco potrebbe mai essere. La A4 conta circa 3.500 transiti all’ora e non parliamo della Tangenziale Est.
Peraltro la modifica di autostrade e ferrovie, come accusa la Palestra, non è prevista se non per la costruzione di una paio di sopraelevate pedonali che scavalcherebbero la Tangenziale e permetterebbero di raggiungere lo stadio a piedi (già previste nel progetto).
Tornando all’ipotesi che ci sia in atto una contestazione sia per Milan che per Inter per convincere entrambi a ritornare al Meazza, tale ipotesi diventa una certezza quando sempre Calcio&Finanza scrive che ulteriore appello al presidente Attilio Fontana e al suo esecutivo arriva anche dal Movimento 5 Stelle e in questo caso si fa riferimento anche al progetto del nuovo stadio dell’Inter, in predicato di sorgere a Rozzano: «Il luogo più adatto per discutere dei progetti dei due nuovi stadi di Inter e Milan sono le sedi istituzionali, non i tavoli convocati in segreto fra i rappresentanti degli enti e le società, dove i primi finiscono per sedersi in posizione di svantaggio – dichiara Nicola Di Marco, capogruppo lombardo del Movimento 5 Stelle –. Questa partita non può essere quella di un Davide pubblico, il sindaco, costretto a fronteggiare da solo gli interessi di un Golia privato, le società».
Ecco quindi che si delinea qual è il vero nocciolo della questione. Non si sta parlando veramente di interessi dei cittadini, della salvaguardia della loro salute o del verde pubblico ma dell’opposizione spietata alla Regione, governata dal centro-destra, soprattutto in virtù dell’affermazione della signora Palestra quando afferma “Non vorremmo che ci fosse un nesso tra la volontà della maggioranza di centrodestra di trasformare il Parco Sud in un ente autonomo e la disponibilità a consentire che nel territorio del Parco siano fatte, prossimamente, operazioni oggi non consentite”.
Come sempre, quindi, il feroce dibattito politico prevale sui reali interessi dei cittadini (maipolati da false informazioni) e sullo sviluppo di attività che portano con certezza vantaggi economici non solo alle società che le promulgano ma anche al territorio che le ospita.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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