1 Luglio 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Red Bird mette in atto una rivoluzione? Ha senso.

Le rivelazioni di Dagospia se lette da alcuni punti di vista, hanno perfettamente senso.

Riporto qui sotto il testo integrale di un articolo apparso sulla testata web “NotizieMilan.it” circa la presunta rivoluzione che Gerry Cardinale starebbe mettendo in atto in vista della prossima stagione. Leggetela e poi a seguire vi dico cosa ne penso.

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Il Milan quasi certamente cambierà allenatore nella prossima stagione: i risultati di questa non soddisfano nonostante nell’ultimo periodo la squadra sta portando a casa una buona striscia di risultati positivi.

RIVOLUZIONE TOTALE, SALTA L’A. D.?

Negli ultimi giorni diversi media sportivi e non si stanno sbilanciando sul fatto che il prossimo allenatore del Milan sarà Antonio Conte. Zlatan Ibrahimovic sta trattando con l’ex allenatore di Inter, Tottenham e Chelsea tra le altre: qualcuno riferisce anche che Giorgio Furlani non sarebbe del tutto d’accordo col suo ingaggio e infatti Dagospia sostiene che Cardinale sia pronto a silurare l’amministratore delegato e forse anche il presidente Paolo Scaroni. Al dirigente verrebbe imputata la conferma di Pioli la scorsa estate e forse anche i festeggiamenti eccessivi a Marassi: Cardinale avrebbe addirittura provato a richiamare Ivan Gazidis che però avrebbe declinato la proposta di un ritorno.

NESSUNA VENDITA DEL CLUB

Sul fronte societario, non è un mistero che l’italo-americano stia cercando un socio di minoranza. Il suo piano è quello di non vendere adesso il Milan perché fra qualche anno, con la costruzione del nuovo stadio in corso o addirittura già completata, potrebbe cedere il club per ricavare la cifra monstre di 3,5 miliardi di euro. Al momento Cardinale cerca un socio di minoranza che gli permetta di liquidare il prestito da 600 milioni fornitogli da Elliott: l’imprenditore ha incassato gli interessi di Investcorp e PIF ma quest’ultimo vorrebbe inserire nell’accordo una clausola che gli permetta di acquistare tutto il club (come ha fatto Oaktree con l’Inter), cosa non gradita da Cardinale.

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Dunque, comincio innanzitutto con una precisazione. I milioni che Red Bird deve restituire a Elliott quando hanno stabilito tra loro un vendor loan sono 585 e non 600. La differenza ovviamente non è molta ma in termini di interessi ballano circa 2,5 milioni che a tenerseli in tasca non fanno poi così schifo. Giusto una precisazione.

Tralasciando di parlare della fonte d’informazione (Dagospia) e facendo finta che sia affidabile, passiamo all’argomento allenatore … argomento a quanto pare strettamente legato a quello dell’amministratore delegato. Facciamo una simulazione…

Per una volta svestiamoci dai panni di tifosi rossoneri, cioè persone che guardano solo al risultato sportivo fine a sé stesso, e mettiamoci invece nei panni di Gerry Cardinale. Il proprietario di Red Bird è un manager d’alta finanza il cui mestiere è quello di investire denaro non suo (cioè appartenente ai suoi clienti investitori) per acquistare società sportive di una certa entità, mantenerle sane e trasformarle in franchigie che possano generare molti quattrini. Lo scopo finale, in quanto fondo d’investimento, è quello poi di rivendere la società acquistata (e cresciuta in valore) ad un prezzo molto più alto per far guadagnare appunto sia Red Bird che i suoi investitori.

Obiettivo ben differente da quello del fondo d’investimento precedente e cioè Elliott Investments, il cui scopo invece è acquistare società (di qualsiasi natura, anche non sportive) che stanno sull’orlo della bancarotta, rilevarle per poco denaro, risanarle e rivenderle per far guagnare i suoi investitori. Esattamente quanto ha fatto con il Milan quando l’ha preso da Yong Hong Li.

Pertanto, leggendo l’articolo sopra riportato, tutto ciò che vi è scritto sta perfettamente nell’ottica di Cardinale (cioè nello scopo finale di Red Bird): la società AC Milan va mantenuta sana (a livello economico, s’intende) e la squadra deve generare determinati traguardi sportivi. Tali traguardi generano introiti che servono alla crescita programmata della società sportiva. Quando parlo di crescita programmata voglio dire che con il suo avvento Red Bird ha programmato un certo cammino (proprio in virtù di quanto ho appena scritto) e dato che il “programma” prevede il raggiungimento di determinati step su un’ipotetica Carta Gantt, il non raggiungerli comporta prendere determinate decisioni che possono anche passare per il cambiare gli attori sul palcoscenico. Perché, non dimentichiamolo, è quello “di rivendere la società acquistata (e cresciuta in valore) ad un prezzo molto più alto” (per citare me stesso) … e se i traguardi annuali non vengono raggiunti, cioè non si arriva ad incassare determinati quattrini, le cose vanno cambiate.

In quest’ottica quindi hanno un senso i cambi a livello dirigenziale (via Maldini – per gli ormai arcinoti motivi – e Massara il cui posto viene preso da Moncada) e forse adesso via Furlani reo di aver promosso Pioli e avergli concesso fiducia incrementandogli i poteri decisionali, anche se è arrivato alla fine della scorsa stagione entrando in Champions per il “buco della serratura” , solo per un debito di riconoscenza a fronte dello scudetto vinto a maggio 2022.

A fronte dei risultati a metà stagione e cioè uscita dalla Champions League, uscita dalla Coppa Italia e terzo posto in classifica con una squadra mezza distrutta dagli infortuni (e persino avendo pretese per il mercato di gennaio), la posizione di Pioli non è poi così salda e con lui quella di chi ha prorogato la sua presenza in panchina e cioè Furlani. Ma, lo ripeto, mettendoci nei panni di Cardinale che di mestiere fa il manager e non il tifoso questa mancanza di risultati significa mancanza di entrata di denaro e quindi deragliare da un programma che deve necessariamente portare ad un nuovo stadio di proprietà entro il 2028 (secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi).

Quindi, pur prendendo con le molle le notizie riportate da NotizieMilan. it , la presunta “tabula rasa” ha un senso. Così come ha senso aver assunto Zlatan Ibrahimovic non come dirigente rossonero ma come consulente personale del proprietario di Red Bird, una figura cioè che non va a scontrarsi con altre a livello di CdA e che non è stipendiato da Red Bird ma certamente un personaggio dotato di grande esperienza calcistica, che conosce molto bene l’ambiente rossonero e che presumibilmente percepisce del gran denaro ogni volta che i suoi “suggerimenti” portano alla buona realizzazione del programma messo in atto.

Così come il presunto taglio di Paolo Scaroni ha il medesimo senso. Un uomo che all’interno di AC Milan è sempre stato tenuto in considerazione per le sue conoscenze e i suoi agganci politici ma che in quattro anni, agli occhi di Cardinale, non è riuscito a porre le basi solide per fare in modo che il Milan avesse uno stadio di proprietà nella sua città di nascita. E anche in questo caso, non si parla di romanticismo e nemmeno di appartenenza ma solamente del rispettare il timing imposto dal programma. Quel programma le cui scadenze se rispettate portano all’obiettivo finale ma che se non rispettate contrastano con gli obiettivi degli investitori.

Chiudo dicendo che la ricerca di un investitore arabo che possa entrare accollandosi il debito di Red Bird può essere un’ulteriore indicazione del fatto che l’obiettivo finale è sempre quello. E chi è il miglior acquirente se non il più grande azionista di minoranza che al momento giusto può rilevare la società ben pagandola a Red Bird che ha fatto tutto il lavoro al posto suo? Ecco perché Cardinale sarebbe (sempre presumibilmente) interessato a Investcorp e non a PIF (leggasi sempre l’articolo di cui sopra).

Infine, e qui chiudo veramente, smettiamola di dire che Cardinale non è un tifoso. Certo che non lo è … i motivi li ho spiegati abbastanza chiaramente. Ma guardatevi bene intorno, sia in Serie A che in altri campionati europei: non ci sono presidenti tifosi. Chi più, chi meno hanno tutti gli interessi a comprare squadre di calcio pensando di guadagnare gran soldi … per poi accorgersi che “uno su mille ce la fa” , parafrasando una famosa canzone di Gianni Morandi. E chi ce la fa è perché ha un piano ben costruito su cui lavorare.

C’è invece chi arriva dalla Cina per comprarsi squadre che gli fanno generare solo enormi debiti, le cui aziende in Cina sono in amministrazione controllata e che spera ora di rivendere andando almeno alla pari.
C’è chi arriva dall’America, con il sigaro in bocca, vuoe, comprarsi il Milan ma poi ripiega su Firenze … perde soldi ogni anno e ora capisce che se ristruttura il Franchi forse può rientrare dalle spese, perché uno stadio di proprietà moderno genera quattrini.
C’è anche chi compra attaccanti a suon di milioni ma poi viene indagato per pratiche illecite e forse il suo attaccante alla fine dell’anno se ne deve andare oppure chi ha sempre fatto cose poco chiare, avendo dietro alle spalle una finanziaria di famiglia che ogni hanno generava aumenti di capitale e che ha fatto costruire uno stadio di proprietà così piccolo che non genera ricavi … e quindi è costretto a comprare i giocatori a rate annuali tramite società amiche che gli fanno credito …

Io mi tengo stretto Red Bird, vedrò se Dagospia ha ragione e penso che in fondo l’unico piano veramente sano per una società di calcio in Italia ce l’abbiamo noi.