È di questi giorni la notizia circa i dati dei ricavi che Milan ed Inter hanno ottenuto tramite lo stadio di San Siro, il Giuseppe Meazza. Secondo quanto riportato da Calcio&Finanza, al 30 giugno 2022 la società aveva un solo milione di ricavi, con 19,8 milioni di euro di ricavi e costi per 18,7. I dati arrivano dalla società M-I Stadio, che è stata creata congiuntamente da Milan ed Inter per gestire spese ed introiti dell’impianto sportivo.
Quello che si vede subito è che le due società calcistiche non hanno entrate da San Siro perché ciò che entra nelle casse va praticamente girato in affitto al Comune di Milano, proprietario di San Siro. Milan ed Inter infatti pagano una media di 8 milioni di euro l’anno a testa per giocare al Meazza.
Diventa quindi di vitale importanza che sia i rossoneri che i nerazzurri diventino proprietari di un loro stadio, una struttura che consentirebbe loro di aumentare notevolmente le entrate. La domanda a questo punto sorge spontanea: quanto rendono gli stadi? E quali sono i margini per crescere in termini di ricavi?
Mentre all’estero lo stadio di proprietà è abbastanza diffuso (addirittura in Premier League si rasenta il 100% delle società) , in Italia è una prerogativa esclusiva di Juventus, Atalanta, Sassuolo e Udinese. La Roma ci sta lavorando così come la Fiorentina mentre, come tutti sanno, Milan ed Inter stanno da almeno 4 anni portando avanti il progetto de “La Cattedrale”, il nome che verrà dato al nuovo stadio di proprietà congiunta delle due società.
Arrivando al punto “ricavi” analizziamo cosa potrebbero sfruttare Milan ed Inter nel caso in cui avessero la proprietà dell’impianto nel quale giocano. Nel “matchday”, ossia il giorno della partita, l’incasso dalle attività connesse allo stadio va dal cibo alle bevande, al parcheggio, alla visita al museo del club, sino all’acquisto di merchandising, magliette, cappellini, calzettoni, memorabilia. Poi ovviamente la biglietteria, poi il fitto delle sale interne per eventi. Per finire, come ha annunciato il Presidente del Milan Paolo Scaroni, con le postazioni “premium” vendute ad alto prezzo grazie a posizione nell’impianto, servizi e contenuti esclusivi.
Lo stesso Scaroni ha poi spiegato che il nuovo stadio avrebbe una capacità di circa 70.000 posti (contando che gli attuali 75.000 di San Siro vengono riempiti solo nel 19% delle partite) contro ad esempio i 40.000 dello Juventus Stadium. Avendo tale capacità lo stadio risulterebbe quasi sempre pieno e quindi molto efficiente.
Nonostante ancora qualche giorno fa Beppe Sala, sindaco di Milano, ha dichiarato che lui spera in un ripensamento di Milan ed Inter e quindi in una ristrutturazione di San Siro, Scaroni ha controbattuto dicendo che, aldilà del fatto che San Siro è comunque uno stadio vetusto dal punto di vista strutturale, la sua ristrutturazione o ricostruzione richiederebbe moltissimo tempo e “non c’è uno stadio con una capienza decente in cui possiamo trascorrere un po’ di tempo mentre ricostruiscono San Siro”.
Veniamo al “conquibus”
Abbiamo un’idea di quanto ricavano dallo stadio di proprietà le altre grandi società di calcio? Secondo il recente Deloitte Football Money League in vetta alla classifica dei ricavi c’è il Barcellona, che tra il 2019/2020 e la stagione successiva ha incassato oltre 126 milioni di euro, avanti per distacco sulle altre, malgrado una perdita registrata al 31,9% nella seconda stagione dovuta agli effetti della pandemia che ha prima imposto la chiusura degli impianti e poi la riapertura parziale, a gradi. Secondo posto per il Real Madrid a 108 milioni di euro mentre al terzo posto c’è il Tottenham, 107 milioni incassati per le attività legate al suo nuovissimo e iperconnesso stadio costato oltre un miliardo di dollari.
Attenzione: i suddetti dati sono indipendenti dal rendimento della squadra. Nel caso del Tottenham, ad esempio, si può notare nelle due stagioni sopracitate si sia piazzato prima sesto e poi settimo in campionato. Nonostante ciò il sito Iterpro.com addirittura quantifica in 800mila sterline (quasi 950mila euro) a partita l’incasso degli Spurs dal food & beverage. Poi seguono altre società come il Manchester United, il PSG oppure l’Arsenal (che ricava dal matchday il 25% delle sue entrate complessive) ma anche il Bayern Monaco, il Liverpool o il Chelsea.
Perché dire tutto ciò?
A maggiori introiti seguono maggiori investimenti nell’area sportiva. Molto semplice. Il progetto di Gerry Cardinale va in questo senso accoppiando lo stadio di proprietà, che genera introiti, con l’accrescimento del numero di sponsor (attirati dalla maggior visibilità della squadra).
Con buona pace quindi di Beppe Sala che dovrà trovare il modo di raccimolare quei 16 milioni l’anno da altre fonti.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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