Lo dico ad uso di quelli che non hanno mai frequentato lo stadio Giuseppe Meazza di Milano, cioè lo Stadio di San Siro, o di quelli che lo hanno visto solamente dal terzo anello in poi.
Quello che vedete nell’immagine sopra è lo stadio nel 1960, al massimo del suo splendore, con soli due anelli ed il prato considerato il migliore d’Europa. Uno stadio che in quell’epoca era stato soprannominato “la Scala del calcio” facendo chiaro riferimento a “La Scala” di Milano, il tempio italiano dell’opera lirica.
Io e mio padre andavamo nei “popolari” cioè i posti del secondo anello, che si distinguevano per costo e per comodità dai “distinti” cioè quelli del primo anello, sedendoci su gradinate di cemento armato e poggiando il nostro “didietro” su cuscinetti pieghevoli rossoneri (tipo libro) che ci portavamo da casa.
Acqua, neve, freddo, freddissimo, caldo, caldissimo … tutto andava bene e si sopportava per amore del Milan.
Il terzo anello con il suo relativo tetto è stato costruito alla fine degli anni ’80.
A tal proposito qui sotto vi copio il link di un video in cui potete vedere l’evoluzione dello stadio dal 1926, anno in cui è stato costruito, fino ai giorni nostri:
Certo il terzo anello ha portato più capienza, il tetto ha fatto in modo che gli spettatori fossero al riparo sia dalla pioggia che dal sole ma a causa della cattiva circolazione dell’aria e della diminuzione di acqua piovana, è anche stato motivo dell’inizio e definitivo degrado del manto erboso. Da allora il prato è stato rifatto più volte, l’ultima poche settimane fa e sempre a spese delle due squadre milanesi.
San Siro quindi fra un paio d’annetti compirà 100 anni. Chi, come me, frequenta San Siro deve essere onesto: 100 anni e li dimostra tutti. Sarà romantico (io stesso vi ho fatto partecipi di ricordi poche righe fa), sarà un pezzo di storia milanese e del calcio italiano, sarà tutto quello che volete ma chi è stato all’estero e ha avuto occasione di ammirare altri stadi molto probabilmente avrà fatto subito il confronto mentale con San Siro.
San Siro presenta alcuni cedimenti strutturali, servizi totalmente inadeguati sia a livello dei servizi igienici che a livello dei punti di ristoro, nessun ascensore, nessuna possibilità per i disabili di vedere la partita senza disagio, sale VIP ricavate negli angoli dello stadio, nessuna possibilità di avere shop delle due squadre all’interno, per mangiare bisogna farlo appoggiandosi ai paninari con i loro camioncini (all’esterno dello stadio e senza ovviamente fare caso al clima) e anche restaurandolo o facendo un “restyling” (per utilizzare un anglicismo di moda) comunque non può competere con altri stadi come il Bernabeu di Madird, la Allianz Arena di Monaco di Baviera o uno qualsiasi degli stadi importanti di Londra (Arsenal, Tottenham, Anfield a Liverpool ecc.).
Ecco perché il Milan vuole costruire il suo stadio di proprietà. In primo luogo perché lo stadio di una squadra storica ed importante come il Milan deve essere adeguato agli standard europei e non deve soffrire d’invidia rispetto agli impianti sportivi sopra menzionati ed in secondo luogo perché, conti alla mano, garantirebbe entrate per almeno 100 milioni di euro l’anno dato che l’AC Milan gestirebbe tutto: dalle biglietterie al food, agli shops, all’hotel, ai parcheggi ecc ecc.
Nei progetti, quella a San Donato Milanese sarà una cittadella rossonera con impianti di alta qualità, costruita su terreni per un totale di 650.000 mq. Certo, sarebbe stato bello costruirla vicino al vecchio San Siro, riducendolo per farlo diventare un’arena per altri eventi. Ma Milano non ha voluto …
Sarebbe stato bello costruirla al posto del fatiscente galoppatoio La Maura, a 1 km di distanza da San Siro … ma Milano non ha voluto.
Ad ogni rifiuto il Milan ha dovuto spostarsi sempre più in periferia finché a San Donato, fiutati i vantaggi, hanno detto sì.
San Donato sta a 13 minuti di metropolitana dal centro di Milano, ha offerto un’area incolta e preda di spaccio di droga nelle ore notturne e ha accolto in toto il progetto del Milan, guadagnandoci in totale riqualificazione dell’area.
Ora il sindaco di Milano Beppe Sala, rendendosi improvvisamente conto (mah!) che nel 2026 San Siro sarà la sede inaugurale delle Olimpiadi Invernali e che in queste condizioni non lo sarà mai (lo ha dichiarato il ministro dello Sport Abodi), sta tentando il tutto e per tutto affidandosi disperatamente a WeBuild, società di costruzioni e restauri, sperando di convincere Milan ed Inter a rimanere e a pagare il restyling.
Non so dirvi, cari amici, se il Milan mollerà San Donato per dar retta a Sala (la vedo difficile) oppure se l’Inter indebitata fino al collo accetterà al proposta del sindaco … ma anche all’Inter sanno fare bene i conti (nonostante il rosso in banca) e sanno che un San Siro anche imbellettato con il restyling non potrà garantire gli introiti di uno stadio di proprietà e i nerazzurri hanno bisogno di soldi.
Zhang dovrà lasciare l’Inter, con ogni probabilità la società F.C Internazionale verrà venduta da Oaktree e chi la comprerà valuterà questa situazione … ma non sono problemi nostri.
Il fatto è che noi italiani abbiamo fatto, e stiamo ancora facendo, una figura barbina(dal vocabolario Treccani “Di persona poco abile, gretta, meschina“) non tanto a livello nazionale, perché è così che funzionano tutte le cose nel nostro Paese, quanto a livello internazionale (Europa e USA).
Non abbiamo accettato un nuovo impianto, ce ne teniamo uno che perde i pezzi (letteralmente), facciamo scappare in periferia (o meglio in un’altra città) una società a Milano dal 1899, non accettiamo investitori esteri che portano soldi (ma anzi li facciamo indagare dalla Procura) … questa è l’Italia.
Mentre a Londra hanno demolito nel 2003 il vecchio stadio di Wembley (costruito nel 1923) per far posto 4 anni dopo al nuovo Wembley, un modernissimo impianto da 90.000 posti.
Sia il vecchio che il nuovo sono gestiti dalla Football Association, le federcalcio inglese. Ve li immaginate gli stadi italiani gestiti dalla FIGC??
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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